lunedì 8 gennaio 2018

Dal vertice di Arcore esce un simbolo (per l'estero) da mal di stomaco

"E poi abbiamo casse di Maalox / per pettinarci lo stomaco". Cosa c'entra uno dei versi più rappresentativi della produzione di Luciano Ligabue con il percorso verso le elezioni del 4 marzo 2018? C'entra eccome perché, se giusto pochi giorni fa si è evitato un discreto mal di stomaco nel momento in cui è saltato l'affollatissimo e sgraziatissimo simbolo che doveva ospitare Noi con l'Italia, Udc e Rinascimento di Vittorio Sgarbi (dopo che quest'ultimo aveva sbattuto la porta e iniziato il percorso che lo avrebbe portato a raccogliere le firme da solo), questa mattina La Stampa ha pubblicato, accanto all'emblema scelto da Forza Italia per le elezioni, anche un altro simbolo davvero deludente, che - a detta delle indiscrezioni - dovrebbe essere utilizzato da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia riunite insieme per i collegi della circoscrizione estero.
Da L'Huffington Post
L'acidità di stomaco, va detto, aveva iniziato a salire già ieri sera, quando qualcuno - a partire dall'Huffington Post, con un articolo di Claudio Paudice - si era reso conto che l'europarlamentare di Forza Italia Licia Ronzulli aveva postato sul suo profilo Instagram un'istantanea del tavolo del vertice politico-culinario ad Arcore tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni: lì, tra dolci pugliesi, calici e fogli di appunti di programma debitamente oscurati, occhieggiava anche uno schizzo di un emblema, con tanto di indicazioni cromatiche, che conteneva i nomi dei tre leader uno sopra l'altro (ovviamente con Berlusconi più evidente al centro). A chi, in seguito, ha chiesto informazioni allo staff di Forza Italia per sapere cosa fosse mai quel disegno - avendo poco senso immaginare un simbolo unitario disegnato per l'Italia o anche solo un logo unitario per la campagna elettorale, ben poco utile sul piano comunicativo - è stato detto che, appunto, quello sarebbe stato il simbolo allo studio per i collegi uninominali della circoscrizione Estero.
L'emblema pubblicato oggi dalla Stampa e ripreso da altre testate online, tra cui Libero, è concettualmente identico a quello anticipato - forse fintamente a caso o per errore - da Ronzulli, con gli stessi, identici colori usati per il fregio di Forza Italia. Il nome di Berlusconi, su fondo bianco, sembra copia-incollato dal simbolo in uso fino a qualche giorno fa; quelli di Salvini e Meloni sono proposti nello stesso carattere, piazzati su fondo colorato (il verde per Salvini, quasi a ricordare il colore del Sole delle Alpi sparito dal suo simbolo; un insolito rosso per Giorgia Meloni, che al massimo ricorda il colore dominante della sua lista personale alle elezioni comunali a Roma) e, soprattutto, finiscono per essere meno evidenti di quello del leader di Forza Italia perché sono costretti all'interno dei rispettivi segmenti circolari. Quanto alla scritta "Per l'Italia", sembra ammiccare più all'impegno per la patria lontana (richiamata anche con il tricolore) più che alla "quarta gamba" (visto che il nome è Noi con l'Italia), che invece resterebbe del tutto fuori da questo cartello.
Si potrebbero fare riflessioni sul piano politico, ad esempio sul fatto che in Italia Berlusconi speri almeno di raccogliere l'1% dalla quarta lista della sua coalizione, mentre nei collegi uninominali dell'estero non ne tiene affatto conto (come se sapesse che non gli porterebbe voti), oppure sulla personalizzazione spinta che quel logo imprimerebbe alla campagna elettorale all'estero (nel 2013 il contrassegno del Pdl pensato per l'estero sostituiva la dicitura "Berlusconi presidente" con "Centrodestra italiano"). Il fatto è che la riflessione principale e più urgente riguarda il piano grafico: non è dato sapere se il simbolo pubblicato provenga davvero dall'entourage forzista o se sia stato realizzato apposta per visualizzare quello schizzo, utilizzando le tinte e la font tipica di Forza Italia (perché così è): quello che è circolato, in ogni caso, è di rara bruttezza e del tutto privo di personalità, di qualunque tipo di appeal.
A chi ha buona memoria, tra l'altro, il simbolo apparso oggi sulla Stampa potrebbe ricordare - stessa divisione cromatica, stessa font Helvetica Black Condensed - quello del Polo Liberal Democratico, fondato da Adriano Teso e Carlo Usiglio, fuoriusciti dal Patto Segni e approdati subito nel Polo delle libertà: fece una fugace apparizione sulle schede nel 1994, poi confluì in Forza Italia. Volendo, un'idea simile (ma con altri caratteri e i colori invertiti nella corona circolare) l'aveva già impiegata anche Daniela Garnero, nota Santantchè (da poco uscita da Forza Italia per approdare nel partito di Meloni, quindi sempre nell'orbita del patto a tre) con il suo Movimento per l'Italia. Stessi colori nazionali, stesso concetto del tricolore a fasce nel cerchio, stesso elettorato target di centrodestra con la tendenza a pigliare tutto ov'è possibile; ma si è davvero convinti che per ottenere il consenso degli italiani all'estero basti evocare la patria con i colori e - per giunta - con una grafica davvero dozzinale? Meglio, a questo punto, fare scorte di Maalox, anzi, casse di Maalox...

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