Questo post, per una volta, non serve a dare notizie, a riepilogare vicende, a proporre riflessioni: semplicemente, chi scrive vuole condividere con voi un traguardo di una qualche importanza. Quello che si sta vergando ora, infatti, è il post numero 1500 del sito I simboli della discordia: una quota di certo inimmaginabile il 2 luglio 2012, quando apparve il primo post di quello che allora era soltanto un blog, chiaramente sconosciuto, nato per dare seguito a un libro (giuridico-tecnico) con lo stesso titolo, così da aggiornarlo via via e da renderlo più fruibile, anche per chi era curioso in ambito politico - appartenendo alla categoria dei #drogatidipolitica senza conoscerne il nome - ma non praticava il diritto.
Da allora più persone hanno iniziato a seguire le evoluzioni di questo sito, apprezzando gli sforzi di offrire notizie, commenti, considerazioni, episodi passati rilevanti e altro materiale, ma anche avendo la bontà di tornare anche quando non c'erano novità o il curatore non aggiornava i contenuti. Non sarebbe stato possibile, per questo spazio web certamente "di nicchia", toccare questo numero di post (e superare di molto il milione e mezzo di visite) in quasi dieci anni di vita senza l'attenzione di chi ha letto, condiviso, commentato, proposto spunti, suggerito correzioni e a volte scrivendo direttamente articoli o fornendo materiale per farli nascere.
Le pagine di I simboli della discordia continueranno a vivere finché sarà possibile, proponendo vicende nuove o riesumate, simboli presentati, contesi o ripescati, approfondimenti seri (e pesanti) o curiosità sorridenti (è possibile anche in questo ambito, lo crediate o no). Vivranno grazie a chi legge e dà senso alla discussione e alla scrittura di un argomento che di certo non è essenziale (del resto è in affollata compagnia...), ma aiuta a capire come funziona il gioco della democrazia, anche quando si inceppa. Grazie, dunque, a chiunque senta di aver contribuito alla crescita di queste pagine: a ogni singola persona e a tutte quante insieme.
[Grazie anche a Pierpaolo Ciappetta che nel 2018 ha inviato il contrassegno vincente per il concorso "Un simbolo per Sandro Bondi". Fatto con cura, meritava di essere riportato anche nella grafica di questo post, che svela anche a suo modo la smodata passione di chi scrive per la televisione d'epoca (non solo per le sigle): 1500... ma non li dimostra (il sito; il curatore ne dimostra anche troppi!)]
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