mercoledì 15 dicembre 2021

Trenta riparte con Nuovi orizzonti per l'Italia (e un simbolo quasi uguale)

Il simbolo presentato ieri
Se ne era parlato per la prima volta alcuni mesi fa, nelle settimane che avevano preceduto le suppletive nel collegio camerale di Roma-Primavalle, con l'intento di supportarvi la candidatura dell'ex ministra della difesa Elisabetta Trenta. Quel tentativo non era andato in porto (scontratosi con varie difficoltà nella raccolta delle sottoscrizioni), così il simbolo di Noi -  Nuovi orizzonti per l'Italia non era finito sulle schede. Ieri, in compenso, in una conferenza stampa tenutasi presso il Senato, il progetto è stato rilanciato, non in vista di elezioni immediate, ma guardando al prossimo voto politico e ai tempi successivi.
A introdurre l'incontro è stato il senatore Fabrizio Ortis (eletto con il MoVimento 5 Stelle, nel gruppo misto da febbraio), che ha dato "il benvenuto a una nascente forza politica, fortemente voluta da cinque visionari", inclusa ovviamente l'ex ministra del primo governo guidato da Giuseppe Conte, che di Noi - Nuovi orizzonti per l'Italia è segretaria; gli altri fondatori sono i testimoni di giustizia Ignazio CutròPino MasciariNicola Cecchini (imprenditore, già segretario provinciale romano dell'Italia dei valori, individuato come tesoriere e che ha anticipato la nascita di Noi Giovani, organismo giovanile del partito, e dei laboratori tematici "del futuro") e l'avvocato Roberto Catani, tutti intervenuti durante la conferenza stampa di ieri.
"Noi - ha spiegato Trenta nel suo intervento - è il nome collettivo che abbiamo scelto per un soggetto politico che vuole riunire tutti quelli che non si arrendono, che mettono al centro di ogni decisione la persona umana e il bene di tutti, che pensano al 'noi' piuttosto che all''io', che considerano il mondo e il paese come un corpo umano, che sta bene solo se tutte le sue parti sono in armonia. 'Noi' indica un patto tra le generazioni, perché quella attuale smetta di consumare il futuro di quelle che verranno". Il partito che sta muovendo i suoi primi passi - e al momento ha un sito con pochi elementi, essendo probabilmente quello pensato per la campagna elettorale per le suppletive romane del 2021 - vorrebbe essere "il luogo d'incontro di chi non ha paura di cercare soluzioni nuove a problemi vecchi: il mondo cambia e dobbiamo cambiare anche noi" e lo si dovrebbe fare unendo "l'esperienza degli anziani, la forza e la concretezza degli adulti e soprattutto l'energia e la libertà di pensiero dei giovani, che dovranno tornare a essere protagonisti della politica". 
Per Noi sarebbe pronta una "cassetta degli attrezzi", come l'ha etichettata Trenta, provvista di "competenza, meritocrazia, solidarietà, pari opportunità, equità". Questa dovrebbe portare, tra l'altro, a "valorizzare il ruolo fondamentale dell'Italia nello scenario mediterraneo allargato" e a rafforzare le relazioni multilaterali, ma con una "chiara espressione degli interessi nazionali del Paese". Tra i documenti di base del nuovo partito, oltre alla Costituzione, alle carte dei diritti europee e al trattato dell'Ue, è stata citata anche l'enciclica Fratelli tutti di papa Francesco. Nelle parole della sua leader, Noi si pone come partito e come movimento, volendo trovare un punto di equilibrio tra rappresentanza e partecipazione. "Noi è un partito politico autonomo e indipendente - ha continuato Trenta - in grado di offrirsi come luogo anche virtuale di partecipazione, proposta, elaborazione, confronto democratico e può concorrere alle competizioni politiche, elettorali e referendarie a qualsiasi livello, anche raggruppandosi e federandosi con altre forze politiche, sociali e culturali". Rispondendo ad alcune domande, ha precisato che la collocazione politica è al centro ("siamo tutte persone 'radicali nell'essere moderate', abbiamo idee precise ma aperte al confronto con altre idee; se però pensare a un modo di fare politica che integri la nostra cultura e la nostra vita con quella degli altri è 'un po' più di sinistra', noi stiamo lì"); certamente occorrerà federarsi con altri soggetti visto che si parte da zero o quasi, "ma questo non ci spaventa, perché crediamo che in Italia ci sia uno spazio, con tanti rappresentanti della società civile e tante liste civiche che non trovano una collocazione politica nazionale". 
Il riferimento alle liste civiche non è casuale, anche perché la stessa ex ministra ha dichiarato che l'impegno di Noi, partendo dalla presenza sui territori, si vedrà innanzitutto alle elezioni amministrative, per poi  "Sappiamo - ha aggiunto - che non sarà semplice acquistare la fiducia delle persone, molte delle quali avevano trovato nel MoVimento 5 Stelle la motivazione, l'ultima speranza, ma abbiamo ciò che serve: la motivazione, la capacità, la credibilità e la passione. E i soldi? Sono indispensabili, è vero, ma la comunicazione migliore è quella che nasce dal fare... e noi faremo", citando anche una frase di Frida Kahlo come motto ispiratore ("Noi vediamo orizzonti dove gli altri vedono confini").
Il simbolo per le suppletive
Tutto questo dovrebbe essere riassunto dal simbolo che è stato mostrato durante la conferenza stampa, senza essere illustrato o spiegato nel dettaglio. 
"Ci sono i colori della bandiera italiana - ha detto Trenta a Giovanna Casadio, in un'intervista pubblicata dalla Repubblica - e però anche il QR code per indicare i grandi cambiamenti tecnologici che avranno e hanno un impatto su tutto". L'idea, dunque, sarebbe di richiamare un QR code, sia pure sui generis (ci si sente di escludere che inquadrando il simbolo con un dispositivo accada qualcosa). Obiettivamente non era un'idea immediata e di certo non era circolata quando il simbolo a fondo blu era apparso per la prima volta mesi fa, al lancio (non a buon fine) della candidatura di Trenta alle suppletive di Primavalle. Rispetto ad allora, i cambiamenti sono minimi: gli elementi grafici e testuali ora hanno un'ombra sotto di sé, sono marcate le iniziali di "Nuovi" e "Orizzonti" (nonché il riferimento all'Italia) e la parola Noi, un po' più grande, è diventata N.O.I., per rimarcare che si tratta di una sigla, prima ancora di un pronome, ma è rimasta la stessa font manoscritta gialla piuttosto improbabile (almeno per un emblema politico), pur con l'aggiunta dei punti. Pochi cambiamenti, dunque, ma non per forza in meglio.

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