Senza dubbio nelle ultime manciate di mesi hanno destato un certo interesse i movimenti all'interno dell'area ecologista, dalla nascita (col tramonto dopo pochi mesi) della componente parlamentare Facciamo Eco all'evoluzione di Europa Verde da lista a partito, fino al sorgere di Verde è Popolare, soggetto promosso da Gianfranco Rotondi. Fino a un mese fa, tuttavia, nessuno aveva pensato di inserire nel nome del proprio progetto politico il riferimento alla "transizione ecologica", quel processo che - semplificando molto - si propone di conciliare il più possibile innovazione e sostenibilità. Il 20 novembre, invece, si è svolta a Roma la prima assemblea dell'Alleanza per la transizione ecologica, progetto che si propone di costituire in vista delle elezioni politiche programmate per il 2023 un soggetto ecologista nuovo.
"Crediamo - si legge nel sito - sia davvero arrivato il momento in cui, anche in Italia, la transizione ecologica debba essere sostenuta da una forza politica in grado di raccogliere un consistente consenso elettorale e che abbia un solido radicamento nel mondo della green economy. Per cambiare passo a livello politico e istituzionale, per una vera transizione ecologica serve un nuovo soggetto politico che la assuma e la sostenga quale effettiva priorità, come anima del proprio agire politico, con la passione e le competenze necessarie. In Italia, anche nel confronto con altri Paesi europei, si avverte l’assenza di un tale soggetto politico". C'è la consapevolezza che "la prossima Legislatura sarà decisiva per fare con successo le riforme necessarie in direzione green. Non possiamo più accontentarci di criticare l’incapacità della politica ma crediamo sia giunto il momento di metterci in gioco in prima persona, di farlo per un'economia green, circolare e decarbonizzata, per una società più giusta ed inclusiva, capace di assicurare un futuro migliore a noi ed ai nostri figli". Il progetto politico in costruzione, pur prendendo le mosse da idee e posizioni certamente affini, vuole distinguersi nettamente da quella della Federazione dei Verdi: "Riteniamo che oggi serva una nuova proposta sostanzialmente e visibilmente diversa da quell'esperienza politica che, non a caso, è ormai compressa in una piccola percentuale elettorale"; servirebbero invece "proposte di ampia portata, non riduzioniste, [che] hanno bisogno di capacità propositive praticabili e non fronti del no, necessitano della forza di mobilitare e impegnare competenze, tanta innovazione e protagonismo del mondo della green economy italiana".
Tra i promotori dell'iniziativa figurano Danilo Bonato (direttore generale di Consorzio ReMedia e membro del comitato di presidenza della Fondazione Sviluppo Sostenibile), che all'assemblea di novembre ha illustrato un ricco documento programmatico, e l'ex ministro Edo Ronchi (ora presidente della stessa Fondazione). Oltre che da loro, l'associazione - questa è la forma giuridica scelta - è stata fondata da Alessandra Bailo Modesti, Corrado Carrubba, Fabrizia Stella Gasperini, Igor Graziato, Rossana Revello e Simone Togni. Lo stesso statuto che contiene quei nomi indica come fine sociale la "transizione ecologica, contribuendo con le sue attività a promuovere la costituzione di un nuovo soggetto politico necessario per sostenere la transizione ecologica in Italia".
All'evento - che ha visto pure gli interventi, tra gli altri, di Maurizio Bernardi, Piero Capodieci, Anna Donati, Stefan De Jonge, Monica Frassoni, Alessandro Fusacchia, Roberto Morabito, Rossella Muroni, Simone Togni e perfino Angelo Bonelli - si è delineato un percorso, con l'idea di svolgere, da qui in avanti, varie assemblee regionali, programmando per il mese di marzo 2022 un'assemblea nazionale a Milano: l'obiettivo è di formulare entro giugno "una proposta programmatica condivisa ed esplorare la possibilità di fare liste unitarie verdi pronte ad affrontare la sfida delle elezioni politiche del 2023". L'eventuale simbolo di quelle liste unitarie, ovviamente, è ben di là da venire; per il momento c'è un logo dell'associazione - non richiamato nello statuto - che alla sigla ATE accompagna il disegno stilizzato di una farfalla, ottenuta attraverso due segni di infinito (di due toni di verde diversi), "appuntiti" e sovrapposti a 90°, così da ricordare anche la corolla di un fiore.
Fatto in questo modo, semplice ma non privo di eleganza (anche se l'idea della farfalla caratterizzava già il simbolo del Movimento Ecologisti), l'emblema non sarebbe comunque pronto per l'uso elettorale, non essendo inserito in un cerchio. Paradossalmente, però, spulciando nella banca dati dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, si ritrova un altro marchio che non c'entra assolutamente nulla con il soggetto politico in fieri di cui si è parlato fin qui, ma che allo stesso tempo contiene l'espressione "transizione ecologica". Risulta infatti depositato da pochissimo - per l'esattezza dal 2 dicembre - a nome di Salvatore De Martino (da Giugliano, in provincia di Napoli) il marchio Noi Green - Movimento per la transizione ecologica, basato sui colori verde e azzurro, quest'ultimo usato per colorare il globo terrestre, stretto in un abbraccio. Il simbolo - lo si ribadisce - non c'entra nulla col progetto di Bonato e Ronchi; anche qui però si parla di transizione ecologica e c'è pure la parola "movimento", un concetto ben noto in politica. Magari è solo un'idea e non si intende partecipare alle elezioni (anche perché di Noi Green, al momento, non si sa altro), ma le idee, intanto, si muovono...
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