martedì 29 settembre 2015

Quelle accuse di ri-Fondazione (immobiliare) An

Che il clima legato alla possibile "svolta politica" della Fondazione Alleanza nazionale sia decisamente teso, lo mostra la reazione che un semplice articolo di Gianfranco Fini, riportato non da un quotidiano nazionale ma dal sito della fondazione da lui guidata, Liberadestra, è riuscito a scatenare in uno dei dirigenti di Fratelli d'Italia, Andrea Delmastro (lo stesso, per la cronaca, che starebbe cercando la soluzione per togliere la parola "destra" dal nome e dal simbolo del partito di Angelino Alfano).
Cosa ha scritto di tanto dirompente Fini? Partendo dalla recente ricomparsa mediatica di Silvio Berlusconi (prima ad Atreju e poi a una manifestazione di Forza Italia, ha parlato con chiarezza), l'ex leader di An cerca di analizzare i disegni e le prossime mosse del fondatore di Fi: in poche parole, niente primarie per la guida del centrodestra (a dispetto delle idee di Salvini e della Meloni) e blocco unitario contro "Renzi e i comunisti". Questo si tradurrebbe, per Fini, in un programma dell'eventuale lista unica di centrodestra molto influenzato "dall'azionista di maggioranza della futura lista unica o coalizione", che però sarebbe Matteo Salvini: ciò porterebbe a una "cultura di governo" (fatta di "antieuropeismo alla Le Pen, innamoramento per 'Putin liberale ed autentico democratico', ammirazione per il muro anti immigrati di Orban, ruspe per i campi profughi", attacchi a tutte le riforme interne, dal Senato alla scuola) che farebbe diventare il centrodestra del futuro "il migliore alleato di Renzi, altro che Alfano o Verdini!".
Su questa base - ecco il punto "critico" - Fini non crede che "i milioni di elettori che hanno abbandonato il centrodestra", specie quelli che avevano sostenuto la svolta di Fiuggi del 1995 (intravedendo "pur con luci e ombre, la fisionomia di una destra con una credibile cultura di governo, capace di costruire e non solo di demolire") possano tornare all'ovile. E, a suo dire, "forse [...] in cuor loro lo sanno anche molti tra gli ex dirigenti ed iscritti di An che sabato e domenica prossima si riuniranno in occasione della riunione degli iscritti alla Fondazione Alleanza Nazionale. Vedremo cosa decideranno". Come dire che, secondo i calcoli di Fini, piuttosto che condannarsi ad essere amici di Renzi, gli ex An dovrebbero votare in difformità rispetto a quanto stabilito domenica all'assemblea nazionale di Fdi. Sostenendo la "mozione dei quarantenni", ad esempio.
Tanto è bastato per irritare Delmastro, che ha sentito il bisogno di scrivere una lettera a Barbadillo, in cui a Fini ("il liquidatore della Destra italiana" o il "solerte pontificatore") le canta tutte, e non solo a lui. Al di là delle sue "colpe storiche", quella attuale dell'ex leader di An è avere ricordato "a tutti l’importanza dell’appuntamento del 3-4 ottobre della Fondazione Alleanza Nazionale". Un appuntamento che, per Delmastro, "scaturisce da una mozione di c.d. quarantenni che intendono scongelare i beni della destra italiana per fare un nuovo partito di destra, ritenendo insufficiente ed inadeguato Fratelli di Italia – Alleanza Nazionale". In effetti non è proprio così, se non altro perché l'assemblea doveva tenersi entro il 2015 a prescindere dalla mozione (lo prevede lo statuto, visto che la precedente assise era datata dicembre 2013), ma tanto basta per far dire al dirigente di Fdi: "Come dire: ripartiamo dai 'valori… immobiliari'!" 

Per Delmastro la fondazione deve restare "un luogo ove elaborare il pensiero lungo della cultura a supporto della politica, il luogo ove coltivare intelligenze attive che si confrontano con la modernità, che la studiano, che supportino visioni del mondo della destra diffusa": ritiene legittimo avere idee diverse, ma si schiera contro "certe spericolate e garibaldine operazioni" (nomi non ne fa, ma il riferimento alla citata mozione sembra evidente). 
La vera novità, secondo lui, sarebbe "la tempestiva e concentrica azione dei c.d. quarantenni e di Gianfranco Fini, al punto che legittimamente è possibile dubitare che il vero artefice di questa operazione sia proprio lui". Al di là dell'inevitabile battuta al vetriolo sulla "invidiabile coerenza" di Fini - "terminò la sua carriera sui valori immobiliari e proprio dai valori immobiliari (della Fondazione) vuole ripartire - Delmastro sottolinea che Fratelli d'Italia è già una destra reale ed esistente (e, si aggiunge qui, presente in Parlamento), che forse è insufficiente, ma cui non manca "il volto di Gianfranco Fini".
Lui avrebbe polverizzato la credibilità che "uomini e donne di destra, animati solo da passione, orgoglio della propria storia, progetti per la Nazione" avrebbero recuperato (attraverso Fratelli d'Italia, pare di capire): certi "titoli di coda" e certi volti dovrebbero restare nel passato. "Davvero ancora qualcuno può credere - rivendica il dirigente di Fdi - che con una seduta spiritica, magari in un salotto adorno e riccamente addobbato con i soldi della Fondazione, si possa intercettare nuovamente la destra diffusa?" Un'area frammentata e sfaccettata, che però cercherebbe unita il rinnovamento credibile (incarnato ora da Giorgia Meloni) e sarebbe del tutto indisponibile a "farsi rappresentare da volti che hanno rappresentato la liquidazione senza gloria della destra italiana". 
Come i "quarantenni" hanno rivolto un appello agli aderenti alla fondazione, altrettanto fa Delmastro proprio con i firmatari della mozione: "Sono convinto che i c.d. quarantenni (troppi li conosco!) non vogliono contribuire a questa operazione tipo 'si scopron le tombe, si levan i morti'... Tanto mi separa dai c.d. quarantenni [...] ma non voglio arrendermi all’idea che vogliano dare vita alla evocazioni spiritica di cui sopra. Fughino, dunque, ogni dubbio: per loro, per noi, per la destra italiana". Morale, c'è chi accusa di vicinanza a Gasparri e compagnia e c'è chi ribatte paventando la regia di Fini; si chiede chiarezza da una parte e dall'altra, sempre per il bene della destra. Col rischio, piuttosto attuale, che al momento l'unico davvero confuso sia l'elettore di destra che si vorrebbe recuperare.

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