Chi sente dire "Partito dell'amore", se ha buona memoria, pensa subito a Moana Pozzi, che nel 1992 si candidò con quell'insegna al Parlamento italiano e replicò l'anno successivo alle comunali di Roma; quel partito esiste ancora, guidato dal suo demiurgo politico-ideologico, Mauro Biuzzi, ma non è di quella formazione politica che si vuole parlare oggi. Perché qualcuno, a quanto pare, non si è accontentato dell'amore, ma ha voluto aggiungere anche la luce. Che non è la "tanta luce" di Proloche, ma è il sogno di una terra migliore, appunto attraverso il Partito dell'amore e della luce.
A quanto si può capire dal sito, la formazione (in breve, Pal) è nata nel 2012 e si tratta di un "Movimento Politico che ha come ideali la collaborazione fra uomini di buona volontà per il raggiungimento del Bene Comune, la cooperazione con il Paesi più svantaggiati, il reciproco aiuto, la fratellanza e l’armonia fra l’uomo, la natura e l’ambiente". I fondatori rivendicano come il Pal sia "organizzato democraticamente ai sensi dell’art.49 della Costituzione italiana" e sia aperto a tutte le fedi alle credenze ed alle religioni, "ispirandosi all'armonia di tutti gli uomini sotto il cielo azzurro della Ragione e nell'ascolto del proprio animo e della propria coscienza interiore".
Lo scopo è dare voce ai movimenti di coscienza sorti qua e là, che difficilmente trovano posto o si identificano nei partiti (ammesso che questi esistano ancora). Per i fondatori è colpa del fallimento di quella politica tradizionale (fatta di poltrone e stipendi e non di tensione per il Bene Comune), testimoniato dalla crisi economica in atto. Nonostante ciò, l'idea di fare il salto e costruire non solo un movimento, ma un partito è salda: "Essere un movimento di coscienza è bellissimo - si legge nel sito - ma a volte non ci si riesce ad esprimere nella gestione della cosa pubblica, del Bene Comune; è attraverso la politica che la nostra società esprime legalmente le sue preferenze su come gestire il Bene Collettivo. [...] Parliamo di 'politica' nel senso di Gestione della Cosa Pubblica, che deve corrispondere per noi, alla Gestione del Bene Comune, senza di cui non vi può essere né pace né sviluppo ma solo conflittualità ed arrogante antagonismo. Invece attraverso il Perseguimento del Bene Comune, cioè la gioia, l’armonia e la fratellanza fra i popoli (che inizia con la fratellanza fra i concittadini ed i vicini di casa) si può raggiungere una pace duratura ed uno sviluppo sociale, etico e spirituale degno della nuova era di coscienza".
Nel sito non si legge nemmeno un nome dell'organigramma attuale, ma è indicato il percorso secondo il quale il Partito dell'amore e della luce dovrebbe svilupparsi. La prima fase è la costituzione dell'associazione nazionale Pal, che dovrebbe essere fatta in ogni paese (la sede, per ora, è a Novara), con almeno 10 iscritti e statuto conforme a quello riportato nel sito. Da qui dovrebbe partire il secondo step, con la stipula di atti notarili che trasformino ufficialmente le associazioni nazionali in partiti e consentano di candidarsi alle elezioni: "Basterà che i Comitati Nazionali raccolgano un minimo di risorse per pagare i notai - si legge ancora - ed ecco che una meravigliosa rete di amore e luce sarà abilitata a funzionare come un vero e proprio Partito". L'ultima fase, quella di compimento, prevede la convocazione di assemblee generali per confrontarsi ed esprimere i candidati alle elezioni: "Questa terza fase presuppone il confronto produttivo degli obiettivi sociali, etici e politici sia internamente alle varie Sezioni Nazionali del Pal, sia fra i delegati delle Sezioni Nazionali (quindi a livello internazionale)", per creare una solidarietà diffusa e una condivisione profonda dell'idea di contribuire al Bene Comune di tutti e ciascuno.
Tutto questo dovrebbe essere rappresentato, come simbolo, da "una colomba bianca dalle ali spiegate rivolta volta verso occidente, con un ramoscello di glicine nel becco e affiancata dalle scritta in stampatello 'PARTITO DELL'AMORE E DELLA LUCE' e 'PER UNA TERRA MIGLIORE'": nemmeno nel database dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, presso il quale la domanda di marchio è stata depositata (ancora senza alcun effetto) si trovano nomi di riferimento. Certo, dovesse finire sulle schede, il partito dovrebbe rinunciare alla scritta esterna e dovrebbe pure rifilare le ali della colomba o ridurre il disegno del volatile, perché nulla spunti dal cerchio; sarebbe tra l'altro la prima volta della font Emmett su un contrassegno elettorale (i fini appassionati della grafica politica non ne sarebbero felici). Nel sito si legge di una conferenza generale che si sarebbe svolta a Roma circa un anno e mezzo fa, ma non è dato sapere come sia andata; in ogni caso, il cammino dell'amore e della luce appare ancora piuttosto lungo...
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