lunedì 8 febbraio 2016

Il nuovo Pci del Giubileo Comunista

D'accordo, in senso stretto non siamo di fronte a un nuovo simbolo, ma poteva questo sito farsi sfuggire l'occasione di parlare di un vero Giubileo Comunista, convocato proprio mentre il 90% degli italiani pensava all'altro giubileo, con base a Roma ed esteso a tutte le diocesi; qui, più che di diocesi, si potrebbe parlare di sezioni e federazioni, se solo esistessero ancora. Ed è proprio per riportarle in vita che il 23 gennaio, sempre a Roma, un gruppo di persone si è ritrovato proprio in nome del comunismo "perché l'Italia - questa è la convinzione di fondo - ha bisogno dei comunisti" e perché, se i fedeli cattolici partecipano al loro giubileo con la mente al paradiso, "noi il paradiso lo vogliamo in terra".
Ma chi sono queste persone che si sono date appuntamento - hashtag #ioPCIsono - in un circolo del Quadraro, per visitare una mostra di foto e materiale storico sul Pci, discutere, (ri)evocare e ascoltare musica? "Siamo compagni e compagne, iscritti e non iscritti a partiti comunisti e di sinistra - si legge nel loro sito - che vogliono costruire il nuovo Partito Comunista Italiano. Un soggetto non nostalgico ma nuovo, che vuole raccogliere l'esperienza del PCI e riproporla in maniera totalmente rinnovata ma con lo stesso spirito di un tempo. Un partito unico e unitario, comunista e di sinistra. Un partito dove tutti devono sentirsi a casa: lavoratori, studenti, casalinghe, disoccupati, commercianti, intellettuali, precari...".
Al fondo delle riflessioni dei promotori, che hanno iniziato a muoversi e organizzarsi a novembre, c'è una certezza: dopo la fine del Pci, "tutti i diritti e le conquiste dei lavoratori, ottenuti dopo anni di lotta durissima, sono scomparsi. Costruire un nuovo Partito Comunista Italiano è la via, per noi, maestra per tornare a lottare e a conquistare quei diritti". In un mondo in cui "ci sono tanti comunisti non comunisti (provate a parlare con la base del Pd) e altrettanti non comunisti convintamente 'comunisti' (provate a parlare con la base M5S) perché comunista per loro è solo un 'aggettivo'" c'è molto da fare. Anche perché, parafrasando Qualcuno era comunista di Gaber e Luporini, "qualcuno è comunista perché quella necessità, quella spinta, verso un mondo migliore, nuovo, non si è mai spenta". Vale per chi ha sempre seguito la falce e il martello, ma anche per alcuni di quelli che si sono riconosciuti nel Crocifisso: "Don Camillo in cor suo è un comunista, come lo è Peppone - dicono - [...] vogliamo dire a voi, cattolici che guardano con sconcerto alla falce e martello, che forse siete comunisti ma ancora non lo sapete". 
Punto primo del progetto, unirsi e non dividersi: "Non pensava forse Guzzanti, quando imitò in modo eccelso Fausto Bertinotti, che le sue parole ironiche e amare potevano essere prese alla lettera dalla sinistra italiana. Ma, incredibile, è accaduto proprio questo. La linea politica del "dividiamoci sempre di più" di Guzzanti - Bertinotti è stata presa alla lettera per anni dalla sbandata sinistra italiana. Il Giubileo Comunista vuole porre fine a questa infausta politica della divisione. Noi parliamo solo di costruire, mai di dividere. Costruire il nuovo Partito Comunista Italiano, senza nostalgie, senza settarismi, per un nuovo popolo comunista che punti al governo del paese". 
Per dare corpo al progetto del nuovo Pci occorreva naturalmente trovarsi e magari in una data significativa. Il 23 gennaio, in effetti, è stato scelto perché vicino al 21, in occasione del 95° anniversario della nascita - a Livorno - del Pci, anzi del Partito comunista d'Italia (quello originale di Gramsci e Bordiga naturalmente, non quello di Procaccini e Diliberto appena ritornato in scena). Ovviamente è stato recuperato il simbolo tradizionale del Pci, con le aste delle due bandiere in versione nera; per il Giubileo, tuttavia, è stato coniato un nuovo emblema, più marchio effimero che altro, ma pur sempre di impatto. Allo scopo, è stato preso uno smiley sorridente e l'arco del sorriso è stato debitamente taroccato, trasformato in una falce-martello, quasi a voler ricordare che il comunismo non va a braccetto con la tristezza e che non dev'essere per forza consegnato alla storia o al passato, ma può convivere con il nuovo, a modo suo.
Per sapere come sarà il nuovo Pci, se davvero nascerà, si possono ascoltare gli interventi del Giubileo; di sicuro, per qualcuno falce e martello non sono affatto arrugginiti. E, se lo sono, è ora di rimetterli in sesto.

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