Chi pensa che soltanto i partiti maggiori scelgano i loro simboli alla fine di un lungo percorso di riflessione sbaglia: il disegno e la decisione finale sull'emblema di una formazione locale, volendo, è anche più complessa perché occorre cercare di colpire i propri potenziali elettori, per restare impressi nelle loro menti, con una riconoscibilità che non lasci spazio a dubbi.
Un caso perfetto, in questo senso, sembra rappresentato da Ravenna in Comune, lista proposta essenzialmente dalle forze di sinistra (ad essa, per esempio, partecipano Prc, Sel, Pdci, Possibile e i socialisti) e schiera come candidato sindaco (anzi, candidata sindaca, per rispetto del genere) Raffaella Sutter, sociologa, già dirigente del comune di Ravenna, particolarmente impegnata sul fronte della cultura e dei giovani (impegno che l'ha resa piuttosto nota).
Il simbolo scelto per Ravenna in Comune, in apparenza, sembra non dire molto: un asterisco giallo su fondo rosso. Alla base, invece, c'è uno studio attento, svolto dall'agenzia Lance Libere, fondata da Orione Lambri: a seguire direttamente la creazione dell'emblema è stata Vanessa Zanzelli, fondatrice, socia e art director dello stesso studio grafico. L'idea di base era scegliere il segno "più emblematico del carattere della città - così si legge nel documento di rational, che spiega in dettaglio la nascita dell'emblema - e, allo stesso tempo, della tempra della lista che è declinata al femminile ed ha incoronato una leader-donna, per la competizione a sindaco". Come segno, è stata scelta la stella a otto punte, della volta celeste che sormonta il mausoleo di Galla Placidia, un dettaglio che a Ravenna è particolarmente noto e che per Lance Libere rappresenta "il femminile alla terza potenza".
Anche altri mosaici dello stesso mausoleo sono stati utilizzati per l'intera campagna comunicativa della lista, ma la stella che qui ci interessa ha subito via via alcune modifiche. All'inizio, in effetti, somigliava piuttosto al fiore che emergeva in alcune delle volte, poi si è scelta come modello una delle stelle della cupola: dal poligono stellato a otto punte si è passati via via a un asterisco, comunque in grado di richiamare la stessa immagine.
Lavorando su quest'idea, si è poi pensato all'aspetto cromatico, ovviamente non lasciato al caso: "Rosso e giallo - si legge sempre nel rational - sono i colori di Ravenna, oltre che, storicamente, quelli che connotano il codice cromatico dei partiti e dei movimenti della sinistra e del movimento operaio. Il rosso, in particolare, domina e campeggia con efficace protagonismo, sgombrando il campo ad equivoci (per gli elettori di area) sulla connotazione politica della lista 'Ravenna in Comune' e semplificando così le operazioni di voto anche per il target più anziano e/o meno addentro al dibattito pubblico".
Quello che finirà sulla scheda, dunque, è il frutto di un lavoro di sintesi, che cerca di richiamare un segno del territorio senza per forza rendere il collegamento così smaccato. Certamente la soluzione grafica è immediata e semplice, senza risultare banale. Resta la curiosità di sapere come sarebbe stato accolto un diverso segno grafico (ma, ovviamente, parente di quello appena analizzato), modellato a forma di gufo: "Chi mi conosce lo sa, è il mio avatar da sempre. Colleziono gufi da sempre e ne ho migliaia a casa". A dirlo è stata la stessa Sutter, anche per spiegare il gufo gigante fatto di post-it che è stato creato all'interno del comitato elettorale. Chi sarebbe stato disposto a mettere la croce su un gufo, finora mai arrivato sulle schede elettorali?
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