mercoledì 24 febbraio 2016

Chi si ricorda i Cristiano democratici europei di Pedica?

Quelli che il 6 marzo si affronteranno alle primarie per individuare il candidato a sindaco di Roma per il centrosinistra, a quanto pare, non hanno fatto granché per non finire bersaglio di critiche e sfottò. Un caro amico membro dell'eletta schiera dei drogati di politica, ha dipinto le primarie come "un evento tragicomico" che vede affrontarsi "un fedelissimo del presidente del consiglio [...] così certo della vittoria da permettersi il lusso di non presentare nemmeno il programma", "uno della vecchia guardia candidato su spinta di quel che resta della 'ditta', ma ancora indeciso sul da farsi", "uno che sta facendo campagna elettorale portandosi dietro un orso di peluche, che sarà il suo assistente personale una volta eletto al Campidoglio", "un ex generale che da qualche anno ha scoperto il piacere di fare politica, sempre attraverso incarichi ben retribuiti [e che] ha scelto come simbolo della campagna elettorale i suoi baffi" e, da ultimo, "un evergreen della politica". 
Ora, se è facile riconoscere nei primi quattro profili, nell'ordine, le figure di Roberto Giachetti, Roberto Morassut, Gianfranco Mascia e Domenico Rossi, sull'ultimo si potrebbe anche andare per esclusione, essendo rimasto fuori soltanto Stefano Pedica. La descrizione, tuttavia, continua, visto che dell'evergreen in questione si dice che "è approdato al Pd dopo aver militato nei seguenti partiti: Dc, Ccd, Udr, Upr, De, Udeur, Patto Segni, Dca, Idv, Cd. A quando il prossimo salto?". La fila di sigle, alcune delle quali pressoché incomprensibili a chi non è parte dei politics addicted, fa probabilmente capire come mai Pedica si sia attirato le critiche e gli affondi più duri da parte dei detrattori della "vecchia politica" e del trasformismo. 
Lui, a dire il vero, non la pensa così. Quando lo intervistai per Termometro Politico e sciorinai quel rosario di sigle, rispose così: "Fa piacere sentire che ho passato tutti questi partiti: a me personalmente non risulta, avendolo vissuto... vengo da un centrosinistra che inizia con Francesco Cossiga presidente del Consiglio, centrosinistra di demitiana memoria; poi ho seguito come segretario particolare Francesco D'Onofrio [nel Ccd, ndb], poi sono tornato con Cossiga nell'Udr e poi sono tornato nel centrosinistra. Sono rimasto fedele al progetto iniziale della mia storia politica, che si chiama Francesco Cossiga: il tutto è politicamente più semplice di tutte queste "transumanze" che mi attribuiscono. Quando ero in Parlamento sono stato in un solo partito, l'Italia dei valori; venuta meno l'Idv, sono entrato nel centrosinistra, area in cui mi rappresento da sempre e in cui è rimasto solo il Pd". Lo fece passando per Centro democratico: "Quando ce ne andammo dall'Idv, con Massimo Donadi e altri, abbiamo fondato l'associazione Diritti e libertà. Ci fu però l'imposizione da parte di Bersani e del Pd, affinché ci si unisse ad altri partiti minori in un progetto che stesse nella coalizione di centrosinistra. Così Donadi ha fatto l'accordo con Cd, il partito di Tabacci: il nostro, però, era solo un accordo elettorale, poi ognuno se ne tornava a casa sua".
Potremmo anche prendere per buone quelle parole, per carità, però... c'è un fatto (che persino nella sfilza partitica del mio amico sembra mancare). Le banche dati di alcune agenzie sono tuttora consultabili e - guarda caso - un lancio dell'Agi datato 21 febbraio 2000 ricorda che giusto in quel giorno vedeva la luce un nuovo movimento, i Cristiano democratici europei, formazione "che si presenterà alle Regionali con candidati indipendenti all'interno delle liste dell'Udeur di Mastella e alle comunali con il proprio simbolo (un cerchio con all'interno la bandiera dell'UE e la sigla CDE)". Obiettivo del partito? "Riaggregare i moderati che non si riconoscono negli attuali due schieramenti politici" e agire, tra l'altro attraverso la Rete. La rappresentanza parlamentare era assicurata da Alessandro Meluzzi (nato comusocialista, eletto in Parlamento con Forza Italia e poi emigrato con Pedica nell'Udr), il legame con la vecchia Dc era Nino Cristofori (vicinissimo per anni ad Andreotti), mentre Pedica era il coordinatore nazionale.

Ora, quell'esperienza dev'essere durata alcuni anni, sia pure in uno stato tra il liquido e il gassoso (Meluzzi, tra l'altro, si sarebbe sfilato in fretta), a giudicare da come lo stesso Pedica mi aveva ricordato quell'esperienza, al di là dell'intervista scritta: "I Cristiani democratici europei furono un movimento politico che, se non sbaglio, servì per le elezioni provinciali di oltre vent'anni fa. Ricordo che all'epoca sui manifesti scrissi 'Con questa politica io non c'entro', non venni eletto e sotto qualcuno scrisse 'e infatti nun te c'avemo fatto entrà', la cosa più simpatica che mi sia capitata..."
In effetti, alle provinciali di Roma del 2003, nella nutrita schiera di liste in appoggio al candidato di centrodestra (e presidente uscente) Silvano Moffa c'erano anche i Cristiano democratici europei, che ottennero lo 0,19%. Il risultato non fu certo memorabile e, per quanto se ne sa, fu anche l'ultima volta in cui la sigla apparve su una scheda elettorale: nel 2005, infatti, il partito avrebbe partecipato alla nascita della Democrazia cristiana. Non quella vissuta da De Gasperi a Martinazzoli, ovviamente, ma quella di Gianfranco Rotondi, non ancora diventata Democrazia cristiana per le autonomie: a dimostrare la parentela, in qualche modo, la doppia bandiera italiana ed europea (anche se nel simbolo dei Cde l'ordine era invertito). 
E a chi venisse in mente di pensare che anche questo passaggio è un'invenzione, frutto di qualche mente troppo abituata a fantasticare con la politica, suggerisco di vedere cosa accadde al sito dei Cde all'inizio di marzo del 2005 e quali alte vette di lirismo si raggiunsero su quella pagina:
GRAZIE, a tutti coloro che ci hanno aiutato, a tutti coloro che ci hanno amato, a tutti coloro che ci hanno votato 
Grazie anche a tutti coloro che ci hanno deriso, invitato a desistere, diffamato perché con il loro atteggiamento ci hanno reso ancora più forti nei nostri convincimenti e forti dei nostri propositi.Ma grazie soprattutto a tutti coloro che hanno gioito con noi delle vittorie e sofferto nei momenti difficili.
SAPEVAMO CHE CI STAVAMO REGALANDO UN SOGNO MA CON LA STESSA CONVINZIONE SAPEVANO CHE UN MOVIMENTO CHE NASCE DA UN GRANDE PASSATO NON POTEVA AVERE UN EFFIMERO FUTURO 
2005 il sogno diventa realtà nasce …………………………………….
E quasi quasi viene da capirlo, quel sognatore: per chi è nato nella Dc, esiste qualcosa di meglio che far nascere un partito chiamato "Democrazia cristiana"?

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