giovedì 18 gennaio 2018

Civica Popolare, Conad diffida Lorenzin: "Fiore troppo simile"

Quando Beatrice Lorenzin, una manciata di giorni fa, ha presentato il simbolo della "sua" lista Civica popolare a Roma, al tempio di Adriano - a proposito, era lo stesso luogo in cui Alfano aveva varato il simbolo "farmaceutico-geometrico" del Nuovo centrodestra, il luogo a quanto pare non era di ottimo auspicio - in molti on line si sono divertiti a trovare le somiglianze di quella che non doveva essere certamente una margherita. 
Si tratti di una peonia o di qualunque altro fiore, la Rete non si è risparmiata e ha trovato miriadi di utenti pronti a fare accostamenti al marchio floreale della Guru, ma soprattutto a quello di Conad: si trattava probabilmente della somiglianza maggiore, per i colori e anche per la forma, anche se il fiore legato alla catena di supermercati ha sei petali e ha una forma più regolare. Proprio quella somiglianza, certamente involontaria, rischia però di costare cara al progetto politico appena nato (che raccoglie Alternativa popolare, Democrazia solidale, Centristi per l'Europa, Italia dei valori e L'Italia è popolare, oltre ad altre formazioni minori).
Risulta infatti che Conad abbia diffidato Beatrice Lorenzin circa l'uso del fiore giallo e arancio, considerato oggettivamente somigliante al marchio della margherita della catena di supermercati, che chiaramente è stata da molto tempo registrata come marchio. Certamente il fatto che in rete le somiglianze siano state evidenziate con largo uso di ironia e sarcasmo (soprattutto su Twitter: il fiore lorenziano è stato definito come "frutto della fantasia di un bambino appena uscito dal Conad" o si è giustificata l'adozione di quel disegno forse "perché partoriscono al supermercato") non ha aiutato, visto l'altissimo numero di persone che avrebbero letto quei commenti.
La diffida si sarebbe tradotta in un invito a modificare immediatamente il simbolo, onde evitare che la catena di punti vendita sia indebitamente associata a qualunque attore politico o sia ulteriormente oggetto di satira. Se Lorenzin e il suo staff non faranno in tempo a cambiare il simbolo o sceglieranno di presentarlo comunque al Viminale, è molto probabile che Conad stessa si attivi per chiedere al Ministero di esigerne la sostituzione proprio per la somiglianza con il marchio. Anche in passato, del resto, la Direzione centrale dei servizi elettorali ha provveduto, facendo per esempio modificare - era il 1996 - l'emblema del Partito dei consumatori uniti che in origine riportava i marchi di Telecom, Italgas ed Enel, oppure - e in quel caso intervenne certamente una diffida - con il simbolo di Forza Juve Bunga Bunga, dal quale ordinò di far sparire ogni riferimento nominale e cromatico alla Juventus. Cosa accadrà, sarà più chiaro nelle prossime ore: noi, e la peonia con noi, abbiamo pazienza.

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