martedì 26 giugno 2018

Anzio, simboli e curiosità sulla scheda

Restando in Lazio, ma spostandoci in provincia di Roma, anche ad Anzio si è eletto al primo turno il sindaco: questa volta è toccato a Candido De Angelis, candidato unitario del centrodestra e sconfitto per un soffio al ballottaggio cinque anni fa, quando era candidato solo della destra (civiche più Fratelli d'Italia e La destra). Il 29,33% del 2013 per lui si è trasformato addirittura nel 55,28%, anche se avere riunito la sua area politica ha certamente giocato a suo favore. De Angelis ha dovuto affrontare altri otto candidati; notevole anche il numero delle liste, 20 in tutto per quasi 45mila elettori.

Candido De Angelis

13) Lega

Il sorteggio l'aveva collocata come prima lista della coalizione di Candido De Angelis, ma non è dato sapere quanti avrebbero pensato che proprio la Lega, alla sua prima apparizione alle amministrative di Anzio, sarebbe risultata la forza più votata di tutte. Così invece è stato: la lista, infatti, ha ottenuto il 15,47%, staccando di un paio di punti il secondo gruppo più consistente della coalizione. Gli elettori di Anzio hanno potuto votare per un simbolo quasi identico a quello delle ultime elezioni politiche, con la sola differenza - come già visto a Ferentino - del riferimento al Lazio al posto della parola "premier", sotto al cognome di Matteo Salvini. Un esordio notevole, non c'è che dire.

15) Lista Candido De Angelis sindaco di Anzio

La seconda formazione più votata tra quelle che hanno appoggiato la nuova candidatura di De Angelis è, inequivocabilmente, la sua "lista personale", com'è chiaro fin dal nome: Lista Candido De Angelis sindaco di Anzio. Il simbolo - piuttosto semplice, metà bianco e metà celeste, come il gonfalone cittadino, il Lazio e la Lazio, e con una striscetta tricolore come unico altro elemento grafico oltre al testo - è lo stesso già visto alle elezioni del 2013: allora con il 9,71% arrivarono due consiglieri comunali, questa volta con 12,51% e con la vittoria ne sono arrivati quattro, giusto uno in meno della Lega. Un miglioramento significativo, tutto legato al successo del candidato sindaco.

14) Forza Italia

Nel sorteggio era stata collocata tra le due liste appena considerate; nel conteggio finale, invece, Forza Italia è risultata la terza lista più votata della coalizione (e la quarta di tutto il comune). Cinque anni fa, naturalmente, sulle schede era finito il simbolo del Pdl, che allora aveva ottenuto il 17,63%; questa volta la lista di Fi - che, a differenza di quanto avvenuto nel 2013, sul simbolo derivato dalle politiche ha inserito solo il riferimento alla città e non al candidato, che evidentemente proviene da un'altra storia - si è dovuta accontentare dell'11,33% e di tre consiglieri comunali. Evidentemente la concorrenza della lega e della civica del sindaco si è fatta sentire.

19) Fratelli d'Italia

Certamente da segnalare la prestazione elettorale ad Anzio di Fratelli d'Italia, che anche cinque anni fa aveva scelto di sostenere la candidatura di De Angelis. Allora la lista aveva ottenuto il 5,47% (che aveva garantito l'elezione di un consigliere di opposizione), ma questa volta la quota si è quasi raddoppiata, arrivando al 9,09%. Tra i fattori che possono aver influito su questo risultato, il consolidamento di Fdi a livello nazionale e il ritorno della fiamma ben visibile nel simbolo (nel 2013 non c'era ancora, essendoci solo il nodo tricolore delle origini). Un rafforzamento davvero significativo, che ha portato anche al raddoppio della rappresentanza in consiglio.

18) Unione di centro

Non era presente cinque anni fa sulle schede una lista dell'Unione di centro, mentre questa volta ha partecipato ed è riuscita a ottenere il 5,14%, cosa che le ha permesso di entrare in consiglio con un eletto. L'emblema è chiaramente stato fatto sul calco di quello nazionale, al di là di un paio di modifiche: salta agli occhi la sostituzione del riferimento all'Italia con quello - ancor più visibile - ad Anzio nel segmento rosso superiore, ma a ben guardare si vede che anche il nome del partito è stato riscritto, utilizzando la stessa font Arial Bold impiegata in alto. Il simbolo è rimasto comunque del tutto riconoscibile, ovviamente innanzitutto per gli elettori che lo hanno scelto.

17) Noi con Anzio

Le presenze politico-partitiche non sono finite con l'Udc in questa coalizione: subito dopo, infatti, si ritrova la lista di Noi con Anzio, che tanto nel nome quanto nella grafica ricorda l'esperienza di Noi con l'Italia. A differenza di quanto avvenuto alle elezioni politiche, le strade del gruppo di Fitto e Lupi sono distinte da quelle dell'Udc (anche se il candidato sostenuto era lo stesso): qui l'emblema - che mantiene l'arcobalenino tricolore, all'apparenza non pennellato - contiene il riferimento sia al comune di Anzio, sia a De Angelis, dunque è un simbolo che "rappresenta il nostro attaccamento al territorio", come segnalato dal coordinatore regionale Luciano Ciocchetti. Il 4,04% ottenuto, se non altro, ha consentito l'ingresso in consiglio e ha contribuito alla vittoria di De Angelis.

16) Il popolo della famiglia

L'unica lista della coalizione di De Angelis che non è riuscita a eleggere un proprio rappresentante in consiglio comunale risulta essere Il popolo della famiglia: il suo 0,25% non è stato assolutamente sufficiente ad avere una rappresentanza anche minima nell'organo assembleare del comune. Il simbolo presentato ad Anzio, ovviamente, è lo stesso che Mario Adinolfi, Gianfranco Amato e altri hanno utilizzato fin dal 2016 in varie consultazioni elettorali locali, generalmente senza troppa fortuna: la famigliola tradizionale a pastelli e il monito a tenere lontana la (fantomatica) ideologia gender nelle scuole hanno trovato pochissimi sostenitori anche ad Anzio.

Rita Pollastrini

1) MoVimento 5 Stelle

A una certa distanza da Candido De Angelis, ma pur sempre al secondo posto, si è posizionata Rita Pollastrini, candidata sindaca per il MoVimento 5 Stelle. Nel 2013 per il M5S si era già presentato come aspirante primo cittadino Cristoforo Tontini, il quale era riuscito a sfiorare il 6%; questa volta, invece, dalle urne è uscito per Pollastrini un risultato più che doppio, il 13,88% e il 13,37% per la lista. Ciò ha permesso a Pollastrini di essere eletta e di formare un gruppo con due dei candidati della lista; risultato molto diverso rispetto a cinque anni fa, mentre il simbolo è rimasto quasi uguale, fatta eccezione per il sito Beppegrillo.it, sostituito dal nuovo indirizzo web Ilblogdellestelle.it.

Giovanni Del Giaccio

11) Partito democratico

Si è posizionato solo al terzo posto Giovanni Del Giaccio, candidato del centrosinistra (cinque anni fa era capitato anche al suo predecessore, Ivano Bernardone). Al suo 9,87% - che comunque gli ha garantito l'elezione - ha contribuito soprattutto il Partito democratico, con il suo 6,96%, che però è decisamente più basso del 14,26% di cinque anni fa: allora erano arrivati due consiglieri comunali, questa volta ne è stato eletto uno soltanto. Eppure, rispetto al voto del 2013, era stato aggiunto anche il nome del candidato sindaco nel simbolo, senza che questo abbia minimamente toccato le dimensioni del logo di Nicola Storto: il segmento verde inferiore e il testo lì contenuto, infatti, sono letteralmente "attaccati" all'emblema.

12) Anzio #unaltracittà

Il resto dei consensi ricevuti da Del Giaccio sono dovuti alla lista civica Anzio #unaltracittà, progetto che ha sostenuto la medesima candidatura. Nessun segno di natura politica è apparso all'interno del simbolo del movimento d'opinione che è nato fin dal 2016 per perseguire l'idea di una "città moderna, aperta, solidale, proiettata in Europa e nel mondo", attenta allo sviluppo sostenibile, a eventi di qualità e a servizi per tutti: c'erano soltanto le onde del mare stilizzate, con un risultato grafico per lo meno gradevole. Il 2,28% ottenuto alle elezioni, tuttavia, non consente in alcun modo alla lista di ottenere seggi in consiglio comunale (al di là, ovviamente, del candidato sindaco eletto).

Roberta Maria Maddalena Cafà

7) Il Faro

In perfetta sintonia con il sorteggio, è la lista civica Il Faro la formazione più votata delle quattro che hanno sostenuto la candidatura a sindaca di Roberta Cafà, già assessora ai servizi sociali di questo comune (che alle ultime regionali aveva rifiutato la candidatura sotto le insegne di Forza Italia). Il Faro, dunque, era ed è il progetto civico - ed era tutto meno che un caso che l'elemento più riconoscibile nel contrassegno, oltre al nome, fosse proprio un'immagine del faro bianco di Anzio - guidato da Cafà, che ha contribuito per la maggior parte al 6,98% della candidata: lei è stata eletta, mentre nessuna delle sue liste avrà rappresentanti in consiglio. Nemmeno Il Faro, fermatosi al 2,99%.

10) Angelita

I segni del territorio sembrano essere la cifra della coalizione che ha appoggiato la candidatura di Cafà: la seconda lista più votata, infatti, risulta essere la formazione civica Angelita. Il nome fa evidentemente riferimento al noto personaggio di Angelita di Anzio, immortalato dalla canzone dei Los Marcellos Ferial; anche il simbolo - evidentemente concepito dallo stesso grafico che ha elaborato il precedente - rappresenta il nome stesso attraverso la silhouette della statua della bambina trovata sulla costa dagli alleati quando sbarcarono proprio ad Anzio. Il 2,29% raccolto dalla lista, tuttavia, non è stato sufficiente a eleggere nemmeno un consigliere.

8) Italia patria nostra

Non lo si vede spesso alle elezioni (e in ogni caso appare solo a livello locale), ma nella compagine elettorale di Cafà ha fatto la sua comparsa anche Italia patria nostra, il "Movimento politico forze di polizia ed armate in congedo", come si legge sullo stesso simbolo - di cui si era già parlato due anni fa - in cui domina il tricolore leggermente mosso, oltre al nome del soggetto politico. Al di là del nome altisonante, occorre dare conto del fatto che la lista ha ottenuto lo 0,77%, quindi non ha avuto alcuna possibilità di entrare in consiglio; in qualche modo, però, ha permesso a Roberta Cafà di avvicinarsi di più al 7% con il suo risultato finale.

9) Democrazia cristiana

Il risultato minore (lo 0,51%). tra le liste che appoggiavano la corsa di Cafà, lo ha conseguito la Democrazia cristiana. Ovviamente, avendo evocato questo nome, occorrerebbe subito precisare di quale Dc si stia parlando, vista la coesistenza (litigiosa) di vari soggetti che vorrebbero chiamarsi così. Il simbolo impiegato - una bandiera bianca mossa con una croce rossa sopra su fondo blu - è quello presentato dalla Dc guidata da Gianni Fontana al Viminale a gennaio, dopo che era stato ricusato l'emblema originale dello scudo crociato; non è dato però sapere se i presentatori siano legati al gruppo Fontana-Coroni o piuttosto al gruppo "dissidente" di Giovanni Paolo Azzaro.

Luca Brignone

2) Alternativa per Anzio

E' riuscito a centrare l'obiettivo dell'elezione in consiglio (nel 2013 era stato eletto) anche Luca Brignone, che si presentava sostenuto da una sola lista, Alternativa per Anzio, che ambiva a rappresentare buona parte della sinistra, in particolare di Liberi e Uguali (con Articolo 1 e Sinistra italiana) e dell'associazione AnzioDiva. Il radicamento sul territorio era assicurato sul piano grafico dalla presenza di un particolare del patrimonio archeologico della città; il fondo rosso doveva dare conto della collocazione a sinistra, al pari del nome scelto per la lista. Il 5,49% ottenuto, pur consentendo l'elezione del candidato sindaco, non ha però attribuito alcun consigliere alla lista.

Roberto Palomba

4) Onestà e lavoro

Ultimo dei candidati alla poltrona di sindaco a ottenere almeno l'elezione in consiglio è stato Roberto Palomba, cui è bastato ottenere il 4,03% per riuscire a tornare in consiglio comunale dopo esserci stato per quattro mandati (e avere presieduto anche l'assemblea). Palomba, in base a quanto si trova in rete, risulta essere legato al Psdi, ma ha comunque scelto di farsi rappresentare dalle parole "onestà" e "lavoro", affiancandole a un altro emblema artistico territoriale, la fanciulla di Anzio proveniente dalla villa di Nerone che si trova proprio lì. Il 3,04% della lista, peraltro, non ha permesso di eleggere nessun altro rappresentante in consiglio comunale.

5) Italia madre

A sostenere la candidatura di Palomba c'era anche Italia madre, il partito fondato e guidato da Irene Pivetti e che aveva avuto una prima tribuna nazionale a gennaio, in occasione del deposito del contrassegno al Viminale in vista delle elezioni politiche di marzo. In questo caso, Pivetti assieme al suo partito ha sostenuto di "credere nel cambiamento e sostenere una persona dai sani ideali e proposte concrete". I cittadini hanno così trovato sulla scheda il simbolo con l'Italia turrita e i quattro colori nazionali; solo lo 0,45% dei votanti, tuttavia, ha scelto di porre la croce sul simbolo di Italia madre, ovviamente non consentendo al partito di accedere al consiglio.

Umberto Spallotta

3) Partito della rifondazione comunista

Non è riuscito entrare in consiglio comunale Umberto Spallotta, che si era candidato a sindaco per il Partito della rifondazione comunista. Come si è visto, se parte della sinistra (quella che è rimasta in un modo o nell'altro parlamentare) aveva candidato Luca Brignone, Rifondazione comunista ha scelto una strada autonoma con un proprio aspirante sindaco, che dunque si è presentato da solo agli elettori, sostenuto solo dal suo partito. Lui ha solo sfiorato il 2% (1,99%), il Prc si è fermato all'1,79%: decisamente troppo poco per aspirare a un seggio e meno di quanto aveva ottenuto nel 2013 la lista Sinistra per Pollastrini, presentata con Verdi e Idv (2,39%).

Manuela D'Alterio

20) CasaPound Italia

Non ha avuto accesso all'assemblea consiliare nemmeno la candidata sindaca Manuela D'Alterio, che si era presentata sostenuta dalla sola lista di CasaPound Italia. Si è trattato della prima partecipazione di quel gruppo alle elezioni amministrative di Anzio, mentre prima gli elettori avevano potuto votarlo solo alle consultazioni di livello superiore; ecco dunque che il simbolo tricolore con la tartaruga dal carapace-casa ottagonale e istoriato ha fatto la sua comparsa sulle schede. Alla fine dei conti, però, solo l'1,34% dei votanti ha scelto D'Alterio e solo l'1,27% ha dato fiducia a CasaPound, dunque l'esordio non è stato troppo fortunato per quel gruppo.

Raffaele Madonna

6) Il sole delle periferie

A chiudere l'elenco dei candidati che si erano proposti per la carica di sindaco di Anzio si trova Raffaele Madonna, che per vent'anni ha fatto politica nell'area del centrodestra. Questa volta si era presentato con il simbolo della sua associazione nata nel 2017, Il sole delle periferie, con l'idea di "riportare Anzio ad essere la perla del Tirreno come negli anni '80" sulla base di un programma contenuto e attento alla quotidianità. Il simbolo, al di là del tricolore sulla bandiera e sulle impronte di mano, non è di semplice lettura; devono avere pensato la stessa cosa gli elettori, visto che solo lo 0,88% dei votanti ha scelto Madonna e lo 0,84 ha votato per la lista. 

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