L'obiettivo di eleggere il sindaco al primo turno è riuscito anche a Sestri Levante, in provincia di Genova: in particolare, la sindaca uscente Valentina Ghio (eletta nel 2013 al ballottaggio) è riuscita a ottenere la riconferma con il 52,2% dei voti. Alle urne Ghio ha battuto altri tre concorrenti in una competizione decorosamente affollata: sulle schede, infatti, erano presenti 12 liste.
Valentina Ghio
5) Valentina Ghio sindaco
Non sembra affatto sbagliato parlare di trionfo personale di Valentina Ghio, in queste elezioni amministrative. La sua lista "personale", Valentina Ghio sindaco (con l'appellativo non flesso al femminile), ha ottenuto infatti ben il 37,26%, una percentuale che difficilmente si è vista altrove per una lista parte di una coalizione (specie se ampia come questa). La grafica - non utilizzata in precedenza - tinge a fasce colorate un probabile panorama che si può vedere da qualche punto di Sestri, ma l'elemento caratterizzante di certo è costituito dal cognome della candidata, scritto a caratteri cubitali (così era avvenuto anche nel 2013, con la lista La Sestri che vogliamo, che però si era accontentata del 16,77%, mentre il Pd aveva primeggiato sfiorando il 19%: sembra quasi che la lista Ghio abbia raccolto i suoi voti in eredità).
2) Sestri al centro con Calabrò
Per trovare la seconda lista, occorre distaccarsi molto dal risultato della più votata: Sestri al centro, infatti, si è fermata al 5,25% e - visto che Valentina Ghio sindaco ha eletto ben 8 consiglieri - si è dovuta accontentare di un solo eletto. Questa formazione aveva già concorso cinque anni fa, ottenendo un po' di più (6,43%), anche se il simbolo era un po' diverso: il nome della lista non era verde ma tricolore, c'era sempre la ruota del timone (per indicare una direzione e omaggiare la tradizione marinara del luogo) al centro, ma era in primo piano davanti a una veduta della penisola di Sestri, non seminascosta in filigrana; soprattutto, questa volta era indicato anche il nome del capolista, Giorgio Calabrò, vicesindaco nell'amministrazione precedente il 2013.
1) Viviamo Sestri
A poca distanza si è collocato il risultato di un'altra lista civica, Viviamo Sestri: la formazione era nata con l'obiettivo di "rendere protagoniste le nuove generazioni del cambiamento della città", con candidate e candidati con meno di 40 anni di età nel tentativo di coinvolgerli nelle scelte dell'amministrazione. Il fondo del simbolo, a toni di giallo e a pezzature geometriche, fa risaltare sia il testo blu sia le parti campite in rosso, come se fossero state disegnate da una matita colorata a tratti; il risultato è gradevole, anche se l'abbinamento cuore-Amo (evidenziato nel verbo) è ormai un po' logoro. Con il suo 4,63%, la lista è riuscita a ottenere un consigliere.
4) Sinistra in Comune
Si è dovuta fermare davanti alle porte dell'aula consiliare la lista Sinistra in Comune, presentata con l'idea di tenere unita il più possibile la sinistra, raccogliendo molte forze su un unico emblema. Se cinque anni fa sulle schede era finito solo il simbolo di Sel, raccogliendo il 4,66% (ed eleggendo un rappresentante in consiglio), questa volta si è scelto un contrassegno non di partito ma certamente di area: fondo rosso e arcobaleno in basso (la struttura ricorda gli emblemi che nel 2015 avevano sostenuto la corsa a presidente di Regione di Luca Pastorino), con un nome che è anche una dichiarazione d'intenti. Il 3,1%, però, non è bastato per portare nessun candidato in consiglio comunale.
3) Cristiani riformisti
Appare d'indubbio interesse, almeno sul piano politico, il simbolo della lista meno votata della coalizione Ghio, quella dei Cristiani riformisti, guidati dall'assessore uscente Enrico Pozzo. Il nome somiglia a quello dei Cristiano riformisti, ma la collocazione qui non è certo nel centrodestra: si tratta della continuazione della lista Cristiani e riformisti di cinque anni fa, che nel contrassegno conteneva anche il simbolo dell'Udc. Questa volta il nome ha perso la "e", quasi a sottolineare che non c'era più alcuna distinzione tra le due qualità e componenti, e un altro arcobaleno sul fondo ricorda più i "beati i costruttori di pace" che l'Udc. Il 2,34% ottenuto, però, non ha permesso di accedere al consiglio comunale.
Gian Paolo Benedetti
10) Lega
Il principale avversario di Valentina Ghio, Gian Paolo Benedetti, ha cercato di presentarsi ad armi pari, schierando anch'egli cinque liste a proprio sostegno. Quella più votata dagli elettori, anche qui, è stata quella della Lega: pur appartenendo alla coalizione sconfitta, la lista è riuscita a raccogliere il 14,69%, tutt'altro che una percentuale trascurabile o insoddisfacente. Il simbolo, ovviamente, è quello utilizzato alle ultime elezioni politiche, senza la parola "premier" e con i riferimenti verbali e grafici alla Liguria a sinistra e a destra del guerriero di Legnano. Grazie ai voti presi, la lista ha ottenuto due consiglieri e mostra di avere molta forza autonoma.
11) Riprenditi Sestri
A poca distanza dalla Lega, si è collocata la lista Riprenditi Sestri, che ha raccolto tutte le componenti politiche del centrodestra diverse, appunto, dal Carroccio. Il contrassegno, a dire il vero, si presentava piuttosto affollato: la base grafica sembrava essere quella del Popolo della libertà, con l'arcobalenino tricolore a dividere in due il cerchio blu; nella parte superiore il nome della lista, nella parte inferiore il riferimento al sindaco e le tre "pulci" dei simboli di Noi con l'Italia (una vera rarità), Forza Italia (sullo stile del simbolo delle politiche, ma senza niente sotto il nome di Berlusconi) e di Fratelli d'Italia (anche qui nella versione delle elezioni politiche). In totale la lista ha raccolto il 12,61% dei voti (e due consiglieri); non sarebbe neanche male, ma se si divide il risultato tra le componenti, il raccolto appare più magro del previsto.
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