Per trovare un altro comune superiore del Nord che non abbia avuto bisogno di andare al ballottaggio, occorre recarsi a Piove di Sacco, in provincia di Padova. Lì si è avuta la riconferma del sindaco uscente, Davide Gianella, sostenuto dal centrosinistra (ma cinque anni fa aveva avuto bisogno del secondo turno); si è dovuto misurare con due sfidanti (compresa la stessa persona sconfitta al ballottaggio nel 2013) su una scheda relativamente poco affollata: le liste in competizione, infatti, erano soltanto sette.
Davide Gianella
5) Piove civica
La lista più votata in assoluto è risultata essere Piove civica, scelta da oltre un votante su tre (30,72%). Graficamente - segmenti rossi in alto e in basso, fascia centrale blu, testo in Helvetica Bold Compressed - la lista ricorda molto la civica Un nuovo inizio, che sempre Gianella aveva schierato a proprio favore cinque anni fa (con discreto successo, visto il 9,14% ottenuto). Questa volta il gradimento è stato decisamente superiore; da segnalare che il nome "Piove civica" nel 2013 era stato utilizzato da un'altra formazione, ma non sembra proprio che le due - a parte qualche cognome identico - abbiano legami tra di loro, visto che quel gruppo ha poi sostenuto il centrodestra.
7) Piove democratica
A differenza di quanto è avvenuto altrove, a Piove di Sacco il Pd ha scelto di non presentare una propria lista con il simbolo ufficiale. Ovviamente però i dem non erano assenti dalla competizione elettorale: quasi certamente hanno scelto di partecipare attraverso la lista Piove democratica, che non ha nulla dell'emblema nazionale del Pd, al di là - e forse non è così poco - della sigla del nome stesso (che richiama anche la provincia di Padova) e dell'uso del tricolore ricordando un po' i conci di un arco e un po' l'emiciclo del consiglio comunale. Alla fine la lista ha raccolto il 15,41%(e tre consiglieri): non male, se si considera che Piove civica ha sostanzialmente fatto il pieno.
6) Lista per Corte
L'ultima lista presentata a sostegno di Gianella non era una novità, anzi, era l'unico simbolo della coalizione identico a quello presentato cinque anni prima. Lista per Corte, infatti, si riferisce a una delle frazioni di Piove, rappresentata da uno dei suoi segni territoriali più noti, il "casone Rosso", raffigurato su un terreno verde, mentre si staglia su un cielo azzurro sfumato. La formazione, evidentemente, si riferiva essenzialmente agli abitanti di quell'area, quindi non stupisce che abbia ottenuto meno delle altre due liste, fermandosi al 4,6% (ma cinque anni fa il suo 3,38% fu comunque superiore alla quota dell'Italia dei valori); quel risultato le ha comunque permesso di entrare in consiglio comunale.
Andrea Recaldin
3) Lega
Il centrodestra, in opposizione a Gianella, ha scelto di ripresentare il suo principale avversario di cinque anni fa, Andrea Recaldin, allora sostenuto dalla Lega e da Forza Piove di Sacco. Nella sua coalizione a tre, questa volta il risultato migliore l'ha fatto proprio la Lega, arrivando al 22,8% (un balzo in avanti significativo, se si considera che nel 2013 si era dovuta accontentare di meno della metà). Come da tradizione nei comuni veneti, qui il simbolo presentato comprende anche la dicitura della Liga Veneta e il simbolo del Leone di san Marco con il vangelo aperto (senza che sia stato tolto il leon da guèra in bianco sullo scudo del guerriero di Legnano).
2) Forza Piove di Sacco - Fratelli d'Italia
Subito dopo la Lega, di poco sopra al 20% (ma solo con due consiglieri e non tre), si è posizionata l'altra lista che già aveva sostenuto Recaldin nel 2013, anzi, l'unico simbolo che contenga - ed è difficile non vederlo, "sottolineato" da una fascia tricolore - il nome del candidato sindaco. Si tratta di una "bicicletta" che contiene Forza Piove di Sacco (cui stavolta è stato tolto ogni altro riferimento al nome nella parte inferiore blu del simbolo, ma è rimasto l'arcobalenino tricolore stile Pdl che era presente sulle schede anche cinque anni fa, quando il Popolo della libertà era una lista concorrente) e Fratelli d'Italia, ovviamente qui senza alcun riferimento a Giorgia Meloni. Forse all'ottimo risultato della lista (e, in misura maggiore, alla percentuale del candidato sindaco) ha contribuito pure il sostegno del meetup locale del MoVimento 5 Stelle, che non ha potuto presentare la lista per mancanza di certificazione, ma ha scelto di appoggiare Recaldin che ha accolto parte del programma.
4) Forza Italia
Niente consiglio comunale, invece, per i candidati della lista di Forza Italia, che alla fine dello spoglio sono riusciti a raccogliere soltanto il 3,13% dei voti espressi nelle urne. Un risultato lontanissimo, per intendersi, da quel 17,16% che nel 2013 aveva permesso al Pdl di entrare in consiglio comunale e di far eleggere il proprio candidato sindaco, Pietro Giorgio Zampieri. Sul piano grafico, si tratta dell'ennesima variante del simbolo presentato quest'anno alle politiche, con il riferimento al comune che va alle elezioni adagiato (in font Arial e non in Helvetica) sulla parte inferiore della circonferenza, probabilmente per non dover ridurre troppo il corpo del testo.
Chiara Patrizia Tardivello
1) Partito della rifondazione comunista
Il sorteggio l'aveva collocata "in alto a sinistra", proprio dove per anni avevano cercato sempre di arrivare le liste del Pci per farsi riconoscere bene dagli elettori; alla fine, però, la lista del Partito della rifondazione comunista - una delle poche del Prc viste in questo turno elettorale - ha raccolto meno voti di tutti, dovendosi accontentare solo dell'1,27% e la sua candidata sindaca, Chiara Patrizia Tardivello, si è fermata all'1,18%. Cinque anni fa era andata leggermente meglio: era stata sempre Tardivello a correre per Rifondazione e tanto lei quanto il partito avevano ottenuto poco più del 2%, sempre senza riuscire a entrare in consiglio comunale. Stavolta hanno voluto riprovarci, ma non si può dire che sia andata bene.
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