lunedì 4 giugno 2018

Messina, simboli e curiosità sulla scheda

Difficile, davvero difficile battere il record di liste presentate in questo turno elettorale a Messina: se nel 2013 gli elettori avevano trovato 17 simboli sulla scheda, questa volta sgraneranno gli occhi vedendone quasi il doppio, ben 29, in appoggio a "soli" sette aspiranti primi cittadini. Anche il sindaco uscente, Renato Accorinti, che era arrivato alla guida del comune (al ballottaggio, da secondo più votato) con una lista sola, stavolta cerca la riconferma sostenuto da tre liste; il primato assoluto, però, spetta al centrodestra che schiera addirittura dieci liste in appoggio al suo candidato, Dino Bramanti. E gli elementi imperdibili messinesi non sono finiti.

Cateno De Luca

1) Giovani x De Luca sindaco

Il sorteggio ha scelto per aprire le schede la candidatura di Cateno De Luca e, in realtà, la prima peculiarità è proprio lui. Già sindaco di Fiumedinisi, in provincia di Messina, eletto nel 2012 e nel 2017 consigliere regionale in Sicilia, ora si candida a primo cittadino del capoluogo di provincia, sostenuto da sei liste; la prima è Giovani x De Luca sindaco, con tanto di pollice recto tratto da Facebook. La scelta di dedicare una lista ai giovani sembra dettata dal cursus honorum dello stesso De Luca: sul sito ricorda di essersi iscritto "a quattordici anni ai pulcini della Democrazia Cristiana diventando l’attacchino ufficiale della sezione DC di Fiumedinisi" e c'è chi lo ricorda - nel 2004 - poco più che trentenne segretario nazionale del Partito democratico cristiano, fondato da Flaminio Piccoli e proseguito da Clelio Darida. 


2) Messina Nord

Subito dopo è stato indicato il simbolo di Messina Nord e, già a guardarlo anche distrattamente, si capisce che il pollicione non era rivolto semplicemente ai giovani: quello, infatti, è riportato in modo esattamente identico qui, al pari della parte inferiore del contrassegno. Questi due contrassegni, alla pari degli altri in appoggio a Cateno De Luca, appaiono decisamente prodotti in serie (altro che immagine coordinata...), con variazioni minime, dei nomi e dei colori di fondo (qui è stato scelto il blu scuro). In questo caso, la lista sembra rivolgersi soprattutto agli abitanti dei quartieri settentrionali della città, con un interessante tentativo di connotare territorialmente il proprio elettorato. Una scelta che penalizza la singola lista, ma forse può premiare il candidato sindaco.


3) Messina Sud

Dopo il Nord, viene quasi naturalmente il Sud, anche se qui di naturale c'è poco, visto che la disposizione è frutto del solo sorteggio. Anche per Messina Sud la struttura è perfettamente uguale, semplicemente il colore di fondo si schiarisce leggermente e, come detto, cambia il riferimento territoriale alla zona della città. Sembra quasi di cogliere la sicurezza del candidato sulla sua capacità di raccogliere (o rastrellare?) voti in ogni angolo di Messina, cercando di non lasciare fuori proprio nessuno dal suo ventaglio di liste (sia mai che si scontenti qualcuno). Viva Messina, Messina tutta intera, dunque; ma perché accontentarsi delle zone della città, quando si può andare oltre?


4) La svolta per Messina

Al quarto posto il sorteggio ha collocato la lista La svolta per Messina, che mantiene ovviamente lo stesso format per il simbolo: unica differenza qui, oltre al nome (con "La" in corsivo, per dare un po' di movimento all'emblema e caratterizzarlo un po'), riguarda il colore della parte superiore, in questo caso tinta di rosso. E' tutt'altro che nuovo, invece, il concetto di svolta, spesso evocato a livello locale da candidati e forze politiche che puntano a distinguersi da chi ha amministrato il comune nel mandato giunto al termine. Non stupisce dunque che il candidato De Luca voglia proclamarsi come "persona della svolta", tra l'altro con un simbolo che, per la sua grafica, si presta a essere facilmente ruotato.


5) Messina Centro

Procede lo sguardo sulla scheda e ci si rende conto che questa volta il sorteggio ha rovinato tutto o, per lo meno, ha fatto un bello scherzetto a chi ha preparato le liste con cura e studio. Perché va bene che il Nord stia più in alto del Sud, ma se due simboli più in giù spunta Messina Centro geograficamente c'è qualcosa che non funziona. Non succede nulla, ovviamente, e non ci sono riflessi sul risultato del voto, ma il vero drogato di politica non può non notare anche queste curiosità (compresa la scelta cromatica del verde, che doveva stare tra il blu scuro e l'azzurro) che danno inevitabilmente sapore alla competizione e la rendono unica. 


6) De Luca sindaco di Messina

Il sorteggio ha riservato per l'ultimo posto il simbolo più personale tra quelli legati a Cateno De Luca: fondo tutto giallo (con manica del "pollicione" rossa per potersi vedere) e nome in evidenza, mentre in basso ci sono cinque pallini con i colori usati per il fondo degli altri contrassegni della coalizione. Dunque è questo lo schieramento in appoggio a De Luca, lui che "il sindaco lo sa fare!" e punta a una "Messina bella, protagonista e produttiva". E visto che fin dall'inizio non ci si è fatti mancare nulla, non si può davvero perdere la rassicurazione ospitata sulla prima pagina del programma: "il nostro impegno per Messina è per i prossimi dieci anni e non un giorno in più!" Ah beh...


Gaetano Carmelo Maria Sciacca

7) MoVimento 5 Stelle

Secondo estratto tra i candidati sindaci è Gaetano Carmelo Maria Sciacca, indicato come aspirante primo cittadino dal MoVimento 5 Stelle. Ecco che, puntualmente, sulla scheda appare il simbolo del M5S nella sua ultima versione (inaugurata alle elezioni politiche e replicata in tutte le elezioni amministrative da quel momento in avanti), dunque con il nuovo sito "ilblogdellestelle.it" collocato nella parte inferiore del contrassegno. E, come ormai di consueto, l'emblema della forza politica di Luigi Di Maio si presenta in corsa solitaria sulle schede, non accoppiato ad alcun altro simbolo nel sostegno al proprio candidato alla guida del comune. 


Placido Bramanti

8) Ora Messina

Il terzo candidato estratto è Placido (Dino) Bramanti, indicato come aspirante sindaco dal centrodestra. E' lui, come si è detto, il top scorer delle liste, avendone addirittura 10 (che riempiono in altezza l'intera scheda). La prima formazione in base al sorteggio è Ora Messina, il cui nome è reso graficamente anche dalla trasformazione della "O" in un orologio da taschino con tanto di lancette (come a dire che il momento è questo), sovrapposto alla Sicilia tratteggiata in grigio (tranne per l'area che più o meno corrisponde alla provincia di Messina, campita con tratto blu). Si tratta di una delle liste che, pur civiche, sono espressione dei dirigenti locali di Forza Italia (questa, in particolare, fa riferimento a Luigi Genovese.


9) Peloro 2023

Al secondo posto, nella coalizione di centrodestra, si colloca Peloro 2023 (chiaro monito a ottenere il mandato di amministrare la città fino ad allora). Il nome, di per sé, è un segno territoriale ben riconoscibile per i messinesi: Capo Peloro infatti è la punta estrema nord orientale della Sicilia, la sede di Cariddi, il punto d'ingresso nord dello stretto di Messina; il faro stilizzato all'interno dell'emblema, sulla "punta" di uno dei due lembi di terra, è proprio quello di Capo Peloro, fondamentale per chi naviga da quelle parti. Anche questa formazione, peraltro, a dispetto del suo look civico è in realtà legata a Forza Italia e, in particolare, al gruppo che fa capo a Francantonio Genovese (padre di Luigi).  


10) Insieme x Messina

L'elenco della coalizione prosegue con Insieme x Messina, altra formazione che si presenta come civica, ma in effetti è accreditata come lista che fa riferimento a Forza Italia, in particolare al deputato messinese Nino Germanà. Come per il simbolo precedente, il colore dominante è il blu scuro, ma c'è anche l'azzurro (quasi a voler ricreare l'alternanza tra cielo e mare) sotto la parola manoscritta "me", che un po' richiama la sigla di Messina, un po' porta l'elettore a identificarsi proprio con quel simbolo. Il nome ricordato, invece, punta più sul fattore aggregante del gruppo (e, non a caso, "insieme per" si ritrova di solito in liste di centrosinistra, ma non è detto); da segnalare il "per" reso in giallo e "pennellato", quasi a invitare chi entra in cabina a fare la croce lì sopra.

11) #diventeràbellissima

Ecco spuntare sulla scheda, al quarto posto nella coalizione di centrodestra, il primo simbolo già noto a livello più ampio tra quelli schierati a sostegno di Bramanti. Si rivede infatti il contrassegno di #diventeràbellissima, la formazione che lo scorso autunno era stata varata per sostenere la candidatura a presidente della Regione Sicilia di Nello Musumeci. La presentazione qui mostra il sostegno a Bramanti delle stesse forze civiche che sono riuscite pochi mesi prima a riportare il centrodestra alla guida della regione. Stessa grafica minimal, con il nome-hashtag su fondo giallo e l'indicazione del candidato nel segmento inferiore blu, con la struttura semplicemente ribaltata in orizzontale.

12) Noi con Salvini

Le elezioni comunali messinesi si distinguono, tra l'altro, per la scelta della Lega-non-più-Nord di non presentare il proprio simbolo, com'è invece avvenuto in vari comuni del centro e del sud, preferendo invece l'emblema di Noi con Salvini. Si tratta, in qualche modo, di un ritorno che non passa inosservato: erano stato in molti, in fondo, a pensare che l'emblema filo-salviniano elaborato alla fine del 2014, dopo la trasformazione affrontata dalla Lega nei mesi scorsi, sarebbe stato accantonato, anche in considerazione dei risultati non eccelsi ottenuti nelle consultazioni in cui ha corso. E invece rieccolo qui, pronto a fare la sua parte per portare voti a Bramanti.

13) Idea sicilia - Popolari e autonomisti

Le scorse elezioni regionali siciliane hanno fatto conoscere sull'isola un altro simbolo, quello di Idea Sicilia, l'associazione simboleggiata dalla mongolfiera fondata da Roberto Lagalla (già rettore dell'università di Palermo), accostato ai Popolari e autonomisti, ove i "popolari" sono quelli che fanno riferimento al Cantiere popolare - già Popolari di Italia Domani - di Saverio Romano (la struttura del simbolo, con la corona blu e la bandiera "a onda" nella parte bassa del cerchio centrale viene da lì) e quel che resta del Movimento per l'autonomia di Raffaele Lombardo, che al contrassegno complessivo ha apportato la colomba. L'emblema, che alle regionali aveva superato il 7%, si ripresenta qui, sperando di raccogliere una parte importante del voto moderato e autonomista.

14) Fratelli d'Italia

Non poteva certo mancare, all'interno della coalizione di centrodestra, il simbolo di Fratelli d'Italia. Ed eccolo qui, estratto al settimo posto della compagine che sostiene Bramanti. In questo caso il partito di Giorgia Meloni ha scelto di utilizzare il proprio emblema ufficiale, senza corde e con la sola fiamma senza base a trapezio, ma anche senza il nome della leader nazionale e senza altre indicazioni anche solo territoriali. Se nel 2013 la competizione non era andata benissimo (Fdi aveva raccolto solo l'1,65%), il clima politico attuale potrebbe favorire almeno in parte anche questo partito (che alle regionali si era presentato con Noi con Salvini e ora corre da solo).

15) Forza Italia

Altro caposaldo irrinunciabile della coalizione, dopo le tre liste civiche ben riconducibili (ma non sul piano grafico) all'ambiente forzista, è il simbolo vero e proprio di Forza Italia. Se altrove il partito di Silvio Berlusconi ha scelto di caratterizzare almeno in parte in chiave territoriale il proprio emblema, qui è stato utilizzato il simbolo adottato alle elezioni europee del 2014, che al di sotto della bandierina (ridotta, ma intera) del partito pone il cognome del leader (di dimensioni decisamente più contenute rispetto all'emblema visto alle ultime elezioni politiche), ma senza altre indicazioni sulla città o sulla candidatura locale. Nella speranza che il simbolo puro e semplice basti a convincere i messinesi.

16) Il Popolo della famiglia

La penultima posizione, all'interno della coalizione che sostiene Dino Bramanti, è toccata alla lista del Popolo della famiglia. Il simbolo presentato è quello consueto, che appare sulle schede di molte città (oltre che su quelle delle ultime elezioni politiche) a partire dal 2016, con la famigliola tradizione (padre, madre e due bimbi) a tinte pastello e il monito "No gender nelle scuole". Si tratta ovviamente della prima partecipazione a livello locale della formazione guidata da Mario Adinolfi; il risultato potrebbe non essere troppo soddisfacente (come del resto è stato fin qui nelle altre competizioni elettorali affrontate), ma il centrodestra potrebbe comunque beneficiarne.

17) Bramanti sindaco per Messina

Il sorteggio ha collocato in ultima posizione la lista personale di Dino Bramanti, denominata Bramanti sindaco per Messina. Anzi, bisognerebbe includere anche il punto finale all'interno del nome, visto che nella "pezza" arancione - un colore, lo si ammette, di solito sfruttato di recente a sinistra - è scritto "Per Messina.". In questo caso il nome del candidato sindaco è il vero elemento distintivo dell'emblema (oltre che il più evidente, grazie anche al grassetto, in questa costruzione grafica e cromatica); è assolutamente neutro invece lo sfondo (equamente diviso tra azzurro e blu), che sembra messo lì essenzialmente per far risaltare - grazie soprattutto al tocco di bianco posto sotto a "Bramanti sindaco". 

Giuseppe Trischitta

18) Noi per Messina

Quarto candidato estratto per queste elezioni amministrative è Giuseppe "Pippo" Trischitta, a lungo consigliere comunale e già capogruppo di Forza Italia, che si presenta sostenuto da due liste. La prima, Noi per Messina, è quella con l'immagine più "araldica" in assoluto: contiene infatti, nel cerchio blu centrale, il leone coronato, emblema dell'ex provincia - ora città metropolitana - di Messina, che regge in mano uno stendardo, il cui vessillo è tinto dei colori cittadini. Gli stessi colori che tingono la corona circolare (rossa) che racchiude il contrassegno e il testo contenuto in essa. Tra i candidati in lista, anche vari artisti legati al territorio che hanno scelto di prestare il loro volto e il loro impegno a questa campagna elettorale.

19) Messina splendida

La seconda lista a sostegno di Trischitta (di cui, anzi, lui stesso è capolista) è stata denominata Messina splendida: il concetto è lo stesso visto alla base di #diventeràbellissima, ma qui in realtà si vuole dire che già Messina è bellissima e merita "semplicemente" di essere valorizzata. Il concetto di bellezza è reso anche in modo figurato: la Sicilia (stilizzata), infatti, è rappresentata attraverso la bellezza di un volto femminile (quasi alato), che si staglia su un mare scuro dipinto a pennello o forse a pennarello. L'intenzione è sicuramente apprezzabile, la resa grafica probabilmente non è la migliore possibile, ma di certo il simbolo che ne esce è unico e inconfondibile.

Renato Accorinti

20) Renato Accorinti sindaco

Quinto candidato a finire sulla scheda è il sindaco uscente, Renato Accorinti, divenuto primo cittadino di Messina nel 2013 al ballottaggio (ma dopo che al primo turno il candidato del centrosinistra Felice Calabrò si era fermato al 49,93%, mentre la sua coalizione aveva ottenuto più del 65% dei voti). Accorinti riuscì nell'impresa pur potendo contare su una sola lista, Renato Accorinti sindaco. Quel simbolo ritorna, come segno di continuità, a distanza di cinque anni: nessuna modifica al contrassegno, quindi stesso arcobaleno su fondo bianco - i colori della pace spesso indossati dal sindaco anche in occasioni ufficiali - e stesse font utilizzate per l'emblema che ha vinto l'ultima volta.

21) Cambiamo Messina dal basso

Rispetto a cinque anni fa, peraltro, Accorinti ha voluto arricchire la propria coalizione: a sostenere la sua ricandidatura, infatti, questa volta ci sono altre due liste. Il sorteggio ha individuato, dopo il ritorno della lista personale del sindaco, innanzitutto CMdB, sigla poco leggibile che sta per Cambiamo Messina dal Basso. Il contrassegno sembra in qualche modo imparentato con quello visto subito sopra: c'è sempre l'arcobaleno, ma questa volta occupa tutto lo sfondo e ha un andamento curvo; a muovere l'immagine provvedono anche le frecce che puntano verso l'alto, sia per sollevare Messina sia per simboleggiare l'idea di cambiamento "dal basso".

22) Percorso comune

Terza lista presentata in appoggio alla conferma di Accorinti è Percorso comune: una lista strettamente legata a una delle battaglie più importanti dell'amministrazione uscente, quella sulla mobilità. La giunta Accorinti rivendica infatti i grandi investimenti in mezzi pubblici, quintuplicati nel giro di cinque anni. Non è affatto un caso che a lavorare per la presentazione e il successo di questa lista sia stato il vicesindaco uscente con delega alla mobilità Gaetano Cacciola e che sul simbolo, su una strada litoranea stilizzata, sia posto proprio un autobus stilizzato (anche se, per come è stato disegnato, in modo molto schematico e staccato dal fondo stradale, sembra quasi che stia volando o sia sospeso).

Emilia Barrile

23) Leali - Progetto per Messina

Dopo Renato Accorinti, il sorteggio ha indicato il nome di Emilia Barrile, unica donna tra coloro che aspirano a guidare il comune di Messina. Lei, presidente uscente del consiglio comunale (e autosospesasi da tempo da Forza Italia), ha scelto una corsa autonoma e, soprattutto, solitaria: si presenta infatti appoggiata da una sola lista, Leali - Progetto per Messina, un nome che ha spiegato lei stessa alla presentazione della sua candidatura: "Leali perché può far pensare alle ali per volare ma anche alla lealtà che mi ha sempre contraddistinta nel compiere le mie battaglie politiche a partire dall'aiuto alle persone semplici e per tornare a loro che saranno sempre il mio punto di riferimento". Il tutto su fondo giallo (con piccoli inserti rossi, per non dimenticare che siamo a Messina) e con una spruzzatina di blu e di tricolore.

Antonio Saitta

24) LiberaMe

Ultimo estratto tra i candidati alla carica di sindaco è Antonio Saitta, proposto dal centrosinistra: con sei liste, la sua è la compagine più nutrita dopo quella in appoggio a Bramanti. Il sorteggio ha indicato come primo simbolo quello di LiberaMe"una lista variegata, giovane, una lista di persone perbene", nelle intenzioni di chi l'ha presentata. Il nome, ovviamente, si vale della sigla di Messina (dando luogo peraltro a una denominazioni quasi spagnoleggiante); quanto alla grafica, non ci sono veri segni territoriali sul contrassegno, ma c'è il mare di Messina, volutamente mosso e con un'onda ben visibile, per dire che la città dovrebbe essere liberata e non tenuta ferma, in modo che possa - sempre secondo i proponenti - riacquistare vita. 

25) Antonio Saitta sindaco di Messina

La seconda casella dell'ultima parte di scheda è occupata dalla formazione personale di Saitta, che si chiama appunto Antonio Saitta sindaco di Messina. I colori sono praticamente quelli della città, anche se il rosso qui sembra più che altro granata; elemento decisamente dominante del contrassegno qui è il cognome del candidato, scritto in corpo ben più grande rispetto a ogni altra parola contenuta nel cerchio. Quel nome, però, non vuole essere solo: la parte superiore del simbolo, infatti, è occupata da un gran numero di sagome di persone, a simboleggiare che l'aspirante primo cittadino è a capo di una squadra e come tale si presenta agli elettori.

26) Pdr - Sicilia futura

La terza lista della coalizione di centrosinistra rappresenta una peculiarità del territorio siciliano: si tratta infatti del Pdr - Sicilia futura, ossia della forza risultante dall'unione tra il Patto dei democratici per le riforme fondato dall'ex ministro Salvatore Cardinale (presente alle scorse elezioni comunali messinesi) e Sicilia democratica di Lino Leanza. Il simbolo che ha la Sicilia ombreggiata su fondo rosso, con un arco verde sotto per ricreare il tricolore è ormai noto da tempo, così come la particolarità di quel nome graficamente non in equilibrio (per la sigla - ormai difficile da intendere - scritta assai più piccola rispetto al resto del nome e comunque, molto spostata a destra, lasciando molto spazio vuoto a sinistra).

27) Articolo Uno - Movimento democratico e progressista

Subito dopo il Pdr - Sicilia futura, il sorteggio ha collocato un emblema che in molti probabilmente pensavano di non trovare più da nessuna parte: quello di Articolo Uno - Movimento democratico e progressista. Dopo l'esperienza di Liberi e Uguali alle elezioni politiche (dall'esito non felicissimo, per la verità), si poteva pensare che il progetto di far camminare insieme le tre anime fondamentali che l'avevano costituita fosse da proseguire, senza partecipazioni autonome locali. Così qui non è accaduto: non c'è il simbolo di LeU, ma c'è quello di Articolo Uno, a fondo bianco, con "Uno" scritto a caratteri cubitali. Un test di rilevanza territoriale, giusto per vedere l'effetto che fa.

28) Partito democratico

Tra i simboli del centrosinistra non poteva mancare quello del Partito democratico, che si aggiunge dunque agli altri di cui Antonio Saitta si può avvalere. In questo caso i dirigenti locali del Pd hanno scelto di presentare proprio il simbolo nazionale, senza alcuna caratterizzazione territoriale e senza inserire nel contrassegno il simbolo del candidato sindaco: c'è quindi solo il logo disegnato da Nicola Storto, senza nomi o altre grafiche. Cinque anni fa l'emblema superò di poco il 12%, ma il simbolo dei Democratici per le riforme prese l'11,5%: ora è più difficile ipotizzare il risultato che sarà determinato da questo turno elettorale, specie dopo l'esito delle elezioni politiche.

29) Impegno civico per Messina

Ultima lista della coalizione e, per inciso, anche ultima formazione a essere inserita su manifesti delle candidature e schede per il voto è Impegno civico per Messina. Si tratta della lista messa in piedi da Giovanni Lazzari e qualificata come "strumento di partecipazione per tutti coloro che si riconoscono 'cittadini politici'". La grafica è caratterizzata da due elementi curvilinei - verde e rosso, per richiamare il tricolore, così come la sottolineatura rossa e gialla sotto "per Messina" cita i colori cittadini - che, oltre a rendere inconfondibile il contrassegno, riprendono in qualche modo le iniziali del nome (o per lo meno del suo nucleo fondamentale) scelto per la lista.

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