giovedì 21 giugno 2018

Villafranca di Verona, simboli e curiosità sulla scheda

Sempre in Veneto, anche Villafranca di Verona è riuscita a eleggere al primo turno il proprio sindaco: la città, dopo il doppio mandato di Mario Faccioli, è rimasta in mano al centrodestra con la vittoria molto ampia di Roberto Luca Dall'Oca. La competizione è stata comunque piuttosto affollata: 6 i candidati alla guida della città, per un totale di 11 liste.

Roberto Luca Dall'Oca

6) Lega

Ennesimo pienone di voti per la Lega in un comune veneto amministrato dal centrodestra: con il 19,83%, infatti, si tratta della lista più votata all'interno della nutrita coalizione (cinque formazioni) a sostegno di Roberto Luca Dall'Oca, alla sua prima vittoria con una maggioranza schiacciante (63,41%); risultato notevole, specie se confrontato con il 3,05% di cinque anni fa (ma allora il partito sosteneva un candidato autonomo) Il simbolo utilizzato dalla Lega è lo stesso impiegato in tutti i comuni del Veneto, con l'aggiunta visibile del riferimento alla Liga Veneta, con il nome e il leone di san Marco a vangelo aperto (accanto al leon da guera raffigurato sullo scudo di Alberto da Giussano).

5) Forza Italia

Quasi a sorpresa, almeno mettendo a confronto il risultato di Villafranca con quello di molti altri comuni, al secondo posto nella coalizione si è posizionata Forza Italia, con il 16,53%. Anzi, al partito è andata ancora meglio rispetto al risultato del 2013, quando il Pdl - pur con la riconferma di Faccioli - aveva ottenuto "solo" il 12,45% (mentre nel 2008 aveva avuto più del doppio). Salute più che buona, dunque, per il gruppo locale forzista, che per presentarsi alle elezioni si è servito del simbolo presentato alle politiche, con il riferimento a Dall'Oca al posto dell'epiteto "presidente" al di sotto del cognome di Berlusconi. Perché lui c'è sempre, dappertutto (come sta facendo Salvini, del resto).


8) Insieme si può

Al terzo posto, ma poco al di sotto di Forza Italia, si è classificata la lista civica Insieme si può. La si può in qualche modo considerare la "lista personale" dell'assessore uscente, visto che - a parte quello forzista - questo è l'unico altro simbolo a contenere il nome di Dall'Oca, peraltro in grande evidenza. Il concetto di impegno collettivo, di "insieme" appunto, è dato dai quattro anelli che finiscono per intrecciarsi e formare un tutt'uno: contrassegno nuovo, idea semplice, ma graficamente gradevole. Alla fine le urne hanno premiato questo progetto: 14,77% e quattro seggi (tanti quanti ne ha presi anche Forza Italia), un bottino niente male per un simbolo esordiente e per un sindaco al primo mandato. 


4) Fratelli d'Italia

Più distanziato rispetto alle prime tre liste risulta il gruppo di candidati che si riconoscono in Fratelli d'Italia. La lista, infatti, ha ottenuto l'8,53%, ma per il partito si tratta di una percentuale di tutto rispetto, quasi doppia rispetto alla quota ottenuta alle ultime elezioni politiche: i voti ottenuti, infatti, hanno permesso alla lista di entrare in consiglio comunale con due rappresentanti. In questo caso, a differenza di altri casi visti in precedenza, il partito ha scelto di utilizzare il simbolo ufficiale, allegato allo statuto, e non la variante inaugurata alle elezioni politiche con il nome di Giorgia Meloni all'interno. Il mancato riferimento alla leader o al candidato locale, però, non sembra avere danneggiato la lista.

7) Villafranca domani

La lista meno votata tra quelle a sostegno di Dall'Oca è risultata essere Villafranca domani. Il simbolo ricorda moltissimo (anche nella forma della V) quello di Verona domani, visto alle comunali dell'anno scorso a sostegno di Federico Sboarina: in effetti si tratta della declinazione in senso locale dell'associazione Verona domani, con il suo referente provinciale Matteo Gasparato che ha partecipato alla campagna elettorale. Al posto del Ponte Pietra veronese, qui c'è il Castello Scaligero di Villafranca, uno dei segni territoriali più riconoscibili; la lista ha portato a casa il 4,55% e questo è bastato per eleggere un consigliere, facendo sì che tutte le forze della coalizione siano rappresentate.

Isabella Roveroni

2) Progetto Villafranca

Tra le persone candidate, al secondo posto si è collocata Isabella Roveroni, proposta dal centrosinistra; lei si è dovuta accontentare del 17,12%, con un distacco notevole dal vincitore. A suo sostegno aveva presentato due liste e la più votata è risultata essere Progetto Villafranca. Sulle schede non è arrivato il simbolo del Partito democratico, ma non è difficile individuare proprio in questo emblema una grafica che rimanda al logo del Pd: i colori sono gli stessi e c'è persino un rametto simil-ulivo (che però non somiglia di certo a quella pianta), al di sotto della torre dell'orologio del già citato Castello Scaligero. Con il suo 10,39%, Progetto Villafranca è riuscita ad avere due consiglieri; non è escluso che si attendesse qualcosa di più.

3) Idee in cantiere

L'altra lista presentata all'interno della coalizione di Roveroni era Idee in cantiere, altra formazione civica, nata in realtà già nel 2012 - con lo slogan "Costruiamo insieme il domani" - e impegnata l'anno dopo nella costituzione della lista Paolo Martari sindaco (e il loro candidato arrivò al ballottaggio, andando vicino alla vittoria). Questa volta è stato utilizzato proprio il nome del laboratorio politico-culturale che ha puntato molto sulla partecipazione; graficamente, anche qui si è scelto di puntare sul Castello Scaligero, in una stilizzazione più completa ma "piatta". Alla fine, comunque, la lista ha raccolto il 6,55%, ottenendo un consigliere: non male, ma pur sempre la metà del 13,36% del 2013. 

Clara Zanetti

1) MoVimento 5 Stelle

Ufficialmente queste elezioni sono state le prime amministrative cui a Villafranca abbia partecipato il MoVimento 5 Stelle. E' altrettanto vero, tuttavia, che nel 2013 sulle schede finì il simbolo di Villafranca comune Virtuoso, con le stelle disposte a cerchio e nel mezzo i concetti chiave che volevano significare; quella lista, guidata da Silvana Bicego, era la stessa che non aveva ottenuto la certificazione dallo staff di Grillo e, dunque, aveva scelto di proseguire con un emblema diverso. Contemporaneamente era sorto un altro meetup guidato da Clara Zanetti che questa volta è stata candidata a sindaca: il 6,65% ottenuto le ha consentito, se non altro, essere eletta in consiglio.

Lino Massagrande

11) Noi per voi

Da un'iniziativa precisa e delimitata (una raccolta di firme per chiedere alla Regione di completare la strada Grezzanella) era nato un progetto amministrativo che andava al di là dei riferimenti politici nazionali, volto a far "rinascere" Villafranca, paese a loro dire "abbandonato dalla politica e dai politicanti". Così era nata la lista Noi per voi, che alle elezioni ha sostenuto la candidatura di Lino Massagrande: anche questa lista ha scelto come immagine una stilizzazione del Castello Scaligero, stavolta visto di scorcio e con l'orologio nella torre al posto di un anonimo buco. Le urne hanno assegnato al candidato sindaco il 5,21%, garantendogli dunque l'accesso al consiglio.

Andrea Cordioli (Zontà)

10) Borgo libero

Non è riuscito invece a farsi eleggere consigliere Andrea Cordioli, candidato sindaco - il più giovane di tutti, classe 1993 - della lista civica Borgo liberocostituita tra giovanissimi di Rosegaferro, Pizzoletta e Villafranca. I media hanno parlato di "lista della generazione Erasmus" e, a guardare l'età dei candidati, era davvero la più bassa immaginabile; il simbolo, fatto essenzialmente di fasce di colori (e con una fogliolina nel contorno dell'ultima "o"), voleva semplicemente dare l'idea del rinnovamento e della voglia di rendere dinamica la città. Avere sfiorato il 4%, tuttavia, non è stato sufficiente a portare in consiglio nemmeno un rappresentante.

Ennio Chiaramonte

9) Il popolo della famiglia

Completava il quadro dei candidati al ruolo di primo cittadino di Villafranca Ennio Chiaramonte, aspirante sindaco per Il popolo della famiglia. Il simbolo, che nel 2016 ha iniziato a comparire su varie schede elettorali in giro per l'Italia, era dunque arrivato anche a Villafranca, perfettamente identico a quello visto anche in occasione delle ultime elezioni politiche: la famigliola tradizionale disegnata su fondo blu, con l'appello affinché la fantomatica ideologia gender sia tenuta fuori dalle scuole. Alla fine, però, il candidato sindaco ha raccolto solo il 3,61%, un risultato decisamente insufficiente per aspirare anche solo a ottenere un posto da consigliere comunale.

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