Morale, da ieri si fa sul serio. Tra i partiti della scena politica italiana da sabato - mentre i più erano distratti dalla seduta del Parlamento in seduta comune che ha eletto Sergio Mattarella al Quirinale - si può ufficialmente annoverare anche Italia unica. Formazione che ha anche un presidente, inevitabilmente identificato per acclamazione in Corrado Passera, che quel progetto lo aveva promosso fin dall'inizio, per l'esattezza da quasi un anno (l'aveva lanciato il 23 febbraio dell'anno scorso).
Il lancio è avvenuto in grande stile al Cavalieri Hilton a Roma, davanti ai rappresentanti di coloro che si sarebbero già tesserati (l'Ansa parla di 3mila persone in tutta l'Italia). L'idea è di schierare il nuovo partito alle elezioni politiche "quando ci saranno", per cui il battesimo elettorale rischia di dover aspettare fino a tre anni. Ma varrebbe la pena aspettare, visto che l'ambizione è quella di costruire "il maggior partito italiano".
Sull'area in cui il soggetto sarebbe impegnato non ci sono dubbi: "Italia Unica si pone come alternativa credibile alla sinistra e ai populismi e si ispira ai valori popolari e liberali, e si propone come offerta politica nuova e originale". Nei populismi, di fatto, lui infilza tutti, da Renzi a Berlusconi a Salvini a Grillo, cioè i soggetti che vanno per la maggiore.
"La rivoluzione è possibile. Insieme", si legge nel sito di Italia Unica, nella pagina dedicata al tesseramento. Insieme a chi? A persone poco note (ma certamente "professioniste della loro professione, compresi alcuni già impegnati in Fare), e a nomi già visti in altre formazioni. Ad esempio Renzo Tondo, l'ex presidente del Friuli, oppure Silvana Mura, già tesoriere dell'Italia dei valori; è già noto anche il coordinatore nazionale, Lelio Alfonso, già vicedirettore della Gazzetta di Parma, nonché tra i promotori di Scelta civica (e non eletto nel 2013 in Emilia Romagna).
Nel frattempo, la nascita di un "partito nuovo" ("non un nuovo partito", eppure questo slogan era già stato del Pd ai suoi inizi...) è segnata anche dalla trasformazione in simbolo del logo nato l'anno scorso. Certo, a dirla tutta, nelle scenografie il logo non era ancora stato "imprigionato" nel classico cerchio in cui tutti gli emblemi elettorali sono costretti. La forma circolare, però, è spuntata sull'esemplare di tessera che lo stesso sito riporta: sul fondo blu appare una macchia bianca con al centro il logo tricolore, simile a un tangram tutto speciale. E' un po' come se i riflettori fossero puntati tutti lì, per mettere in luce la nuova creatura politica. L'effetto non è spettacolare, anche se per lo meno la figura sembra proporzionata. Chissà se la rivoluzione di Passerà avrà inizio proprio da lì, oltre che dal logo personalizzato che ogni iscritto potrà sfoderare al bisogno, mostrando il retro della propria tessera.
P.S.: Curiosi di vedere il funzionamento, a suo tempo abbiamo provato a verificare il funzionamento dell'assegnazione del logo a un nuovo iscritto. Così, eccone uno fresco fresco. Che naturalmente non appartiene formalmente al titolare di queste pagine - che un partito per il momento ce l'ha e non ha intenzione di giocare a cambiarlo - bensì all'illustre signor Cassiodoro Vicinetti, in un omaggio battistian-panelliano alla creatività e agli "equivoci amici".
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