D'accordo, alla Boškov, "partita finisce quando arbitro fischia". Eppure, come spesso accade, non è finita anche quando è finita. Se si presenta qualcosa di nuovo al pubblico, è lecito pensare che questo sia destinato a non cambiare almeno per un po': si presume che sulla soluzione si sia lavorato insieme fino a raggiungere una mediazione e che, se l'accordo è degno di questo nome, terrà, almeno per un po'.
In politica, però, questo frequentemente non accade e il campo simbolico non è diverso, da questo punto di vista. Capita che emblemi, frutto di una trattativa tra alcune forze politiche, siano superati nel giro di pochi giorni o addirittura di una manciata di ore (si pensi al cartello Udc-Popolari per l'Italia, nato alla vigilia delle elezioni europee, presentato in conferenza stampa e subito archiviato, per la successiva intesa elettorale tra Nuovo centrodestra e Udc). Altre volte il passaggio è un po' più morbido: magari si presenta l'emblema e poi si fa un ritocchino, a una posizione o a un colore, giusto per renderlo più efficace o per accontentare i desideri di qualcuno.
Pochi giorni fa qui si è raccontato il nuovo simbolo della Destra sociale, conch una svolta grafica che lasciava alle spalle (o, se si preferisce, al patrimonio della memoria) fiamme e altri segni simili, per lasciare solo a una reinterpretazione dei quattro colori nazionali l'idea della destra che guarda al futuro. Da ieri, però, il blu scuro - praticamente blu di Prussia - che colorava il fondo all'inizio (e che aveva sostituito il nero) ha lasciato il posto a un tono più chiaro, quasi bluette ma non troppo elettrico, molto più simile al colore della maglia della Nazionale italiana di calcio. Forse a qualcuno la tinta originaria sembrava troppo nera (e magari temeva che, in fase di stampa, potesse diventare tale), magari c'era chi vedeva un contrasto più efficace con il nuovo colore; come che sia, ora il fondo del simbolo di Destra sociale si è ufficialmente schiarito.
Qualcun altro, del resto, aveva già fatto un esperimento sull'emblema disegnato (e in seguito "aggiustato") da Alfio Di Marco. Già dall'inizio della settimana, infatti, Lamberto Iacobelli, coordinatore della Destra sociale per il Lazio, sul suo profilo Facebook aveva proposto una versione un po' differenziata del contrassegno, con il fondo ancora più chiaro, quasi brillante, e soprattutto con la freccia verde cui era stato dato un effetto tridimensionale, in rilievo. "E' solo una prova per evidenziare la freccia, che simbolicamente ha un significato, dalla scia tricolore che indica il percorso", ha spiegato al blog, quando è stata segnalata la sua "variazione sul tema". Un esperimento grafico, dunque, che ancora si può trovare sul profilo di Iacobelli. La nuova versione del simbolo di Destra sociale può apparire, se si vuole, un piccolo compromesso tra l'approdo originale e l'esperimento tentato: un blu più chiaro (ma non brillante) e la freccia rimasta com'era già prima. Così ora, sistemati i colori, si può continuare a pensare alla politica.
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