martedì 16 maggio 2017

Italia sovrana, il piano B di Salvini e Meloni? (prima che si rivelasse un gioco scambiato per realtà)

N.B. Questo articolo è frutto di un mio errore di valutazione, per aver ritenuto verosimile un simbolo che, in realtà, era totalmente prodotto della fantasia di un collaboratore della pagina Facebook Sinistra Cazzate Libertà. Alla fine dell'articolo - che lascio intatto, come era stato scritto all'inizio - darò conto, come è giusto, di cosa è accaduto.

Manca ancora l'ultimo atto - ossia il congresso - in casa della Lega Nord, ma la vittoria schiacciante di Matteo Salvini alle "primarie" del Carroccio rafforza ulteriormente la sua linea all'interno del partito. Una linea che consegna defintivamente al passato i "lunedì di Arcore" e l'immagine di "una Lega che chiede alleanze a Berlusconi con il cappello in mano". E se i rapporti di forza e i numeri per un eventuale voto con sistema maggioritario suggerirebbero di non chiudere del tutto il dialogo con l'ex Presidente del Consiglio, è innegabile che la forza politica parlamentare con cui la nuova Lega ha una maggiore affinità è Fratelli d'Italia.
Che tra i partiti guidati da Salvini e da Giorgia Meloni siano da tempo in atto tentativi di cammino comune non è un segreto. Che all'inizio di aprile si fosse parlato con una certa insistenza - dopo le indiscrezioni di Il Giornale e della Stampa - di una formazione sovranista unitaria a trazione Salvini-Meloni (con nome e simbolo allo studio) è cosa nota. Naturalmente allora i francesi non avevano ancora scelto Macron come nuovo presidente: l'idea che Marine Le Pen potesse vincere le elezioni poteva aver incentivato certe idee, poi messe da parte dopo l'esito delle presidenziali. Eppure, che qualcuno nell'entourage dei due leader sovranisti avesse realmente pensato a un progetto alternativo a una corsa unitaria del centrodestra sarebbe dimostrato da uno dei simboli circolati in privato nelle settimane scorse e che I simboli della discordia sceglie di mostrare.
Il nome ipotizzato, Italia sovrana, è lo stesso che personlmente avevo provato a immaginare in aprile per l'eventuale soggetto elettorale allo studio. La lettura grafica della bozza circolata è piuttosto semplice: la struttura di base è quella del simbolo di Noi con Salvini, con il fondo blu sfumato, la leggera circonferenza bianca interna e la "lunetta" in cui doveva trovare posto il nome della città alle amministrative. Oltre alla sostituzione del nome (con un'inversione dei colori tra alto e basso, ma si mantiene una font molto simile alla precedente, probabilmente Segoe UI Black), si nota l'aggiunta di una lunetta anche in alto, così da creare gli spazi per inserire due simboli: in alto la statua leghista di Alberto da Giussano, in basso la fiamma tricolore con base trapezoidale che fu del Msi e che nel 2015 Fratelli d'Italia si è fatta assegnare stabilmente dalla Fondazione An.
Proprio la presenza della fiamma, in realtà, fa pensare che questo emblema sia stato concepito essenzialmente in ambienti vicini al Carroccio (come, del resto, suggerirebbe l'uso del logo di Noi con Salvini come base): è noto che Meloni e una parte non trascurabile del partito non vedrebbero negativamente la dismissione del vecchio fregio, mentre per i leghisti Alberto da Giussano è da sempre irrinunciabile. Di certo, se la conservazione di entrambi i segni potrebbe far convergere gli elettori della Lega e di Fdi sul nuovo soggetto politico, la loro riduzione - rispetto all'imponenza del messaggio trasmesso dal nome - potrebbe attirare l'interesse di altre persone, soprattutto tra coloro che per il momento sono rimasti in Forza Italia e sono delusi dall'attuale corso berlusconiano (o vi sono entrati da poco, dopo anni di militanza difficile e poco fruttuosa in piccoli partiti di destra). 
Nell'ipotesi in cui si vada di nuovo verso un sistema maggioritario basato sulle liste (e non sulle coalizioni), magari con la previsione di un secondo turno aperto alle forze che abbiano superato una certa soglia, sarebbe interesse soprattutto della Lega preparare un "piano B" rispetto alla lista unitaria di centrodestra (con tutte le difficoltà del caso per trovare un simbolo che soddisfi tutti): se dal partito di Berlusconi arrivassero richieste considerate inaccettabili, a partire dal noto della leadership, il contrassegno sovranista concepito in "zona Salvini" potrebbe davvero tornare utile per costruire una proposta omogenea, che convinca gli elettori (specie i "forzaleghisti", bersellianamente parlando) e punti al secondo turno. 


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Il giorno dopo la pubblicazione, un amico mi ha segnalato che l'articolo del Tempo che aveva ripreso il mio pezzo era finito sulla pagina Facebook Sinistra cazzate libertà con la seguente didascalia: "Un nostro collaboratore per scherzo aveva creato questo simbolo, non sappiamo come sia arrivato alla redazione del Tempo, ma tutto questo ci diverte tantissimo ahaha. Ps. Nessun parlamentare l'ha visto". Ho cercato di capire cosa fosse accaduto, anche per respingere le accuse di fake news o bufale che erano già state attivate da qualche utente: una chiacchierata con chi amministra la pagina - non ne conosco l'identità, ma non per questo non lo ritengo credibile - ha fatto emergere quanto segue.
Un collaboratore della pagina Facebook, sulla chat privata degli amministratori, aveva pensato di creare un logo per l'eventuale cartello o coalizione sovranista, purché fosse plausibile: per suggerimenti e suggestioni successive, ne sono nati vari, compreso quello di "Italia sovrana" pubblicato su questo sito. Da lì quel simbolo sarebbe stato pubblicato sulla pagina Fb - cui non ero e non sono iscritto - e da lì avrebbe iniziato un viaggio poco controllabile su vari gruppi Facebook e Whatsapp; in uno di questi è stato notato da un collaboratore occasionale di questo sito che me lo ha voluto sottoporre. Fin qui i fatti.
Da parte mia, non c'è stato mai l'intento di dare notizie false o inattendibili: questo sito negli anni le bufale ha contribuito a smascherarle, non a crearle; quando ho creato simboli a supporto degli articoli ho sempre fatto capire che non erano "ufficiali", senza lasciare dubbi. In questo caso ho ritenuto opportuno pubblicare, pur con qualche cautela, il simbolo, un po' perché in passato quella fonte d'informazione si era dimostrata attendibile, un po' perché la conversazione nella chat di Whatsapp in cui il simbolo era circolato aveva fatto ritenere verosimile l'ipotesi che qualcuno - esterno agli staff dei vertici di Lega Nord e Fratelli d'Italia - avesse davvero concepito quel simbolo. A favore della verosimiglianza giocava la grafica, non perfetta ma certamente molto più curata rispetto a quella di altri emblemi (quelli sì "veramente falsi") circolati anche su testate nazionali; era meno plausibile la presenza della fiamma tricolore, proprio perché non troppo gradita a tutti coloro che stanno in Fdi, ma si poteva spiegare se a proporre il simbolo fosse stato qualcuno vicino ad altri soggetti politici e conoscesse le vicende politiche al punto da sapere che quella fiamma, pur essendo nella titolarità della Fondazione An, dal 2015 è nella disponibilità di Fratelli d'Italia quanto all'uso senza limiti di tempo e ben avrebbe potuto quel partito - in caso di cartelli elettorali - utilizzarlo in nuovi contrassegni.
Queste sono le ragioni per cui anche agli occhi dello studioso il simbolo di Italia sovrana è apparso plausibile: la buona fede, almeno, è salva. Detto questo, però, il mio errore va riconosciuto e lo faccio senza problemi: non conoscevo la genesi del simbolo e la pagina in seno alla quale è nato, le circostanze in cui mi è pervenuto (che potevano realmente farlo configurare come indiscrezione: altre me ne sono arrivate ed erano fondate) hanno fatto il resto. Chiedo scusa per l'errore e rettifico la paternità grafica, come è giusto e maturo fare.

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