sabato 28 maggio 2022

Rieti, simboli e curiosità sulla scheda (di Antonio Folchetti)

Sembra doveroso ed è sicuramente un piacere, prima di procedere con un'altra tappa del viaggio tra le elezioni amministrative 2022 nei capoluoghi, ringraziare di cuore Antonio Folchetti: da appassionato aderente alla schiera dei #drogatidipolitica, frequentante questi lidi da ben otto anni (con una resistenza ai limiti delle possibilità umane!), anche questa volta ha accettato di partecipare al viaggio elettorale non solo come lettore curioso (averne come lui è già una gran fortuna), ma anche come voce scritta narrante. Il suo contributo al sito va ben oltre gli articoli che lui ha firmato e firma (quasi sempre ricchi di sfumature politologiche): anche per questo (oltre che per una milionata di altre ragioni per cui non basterebbe un giorno intero - tze tze! - a dirle tutte), la gratitudine verso Antonio non sarà mai sufficiente.

Fra i comuni capoluogo al voto il prossimo 12 giugno, troviamo anche Rieti: benché la città sia spesso collocata in secondo piano dalle cronache politiche, quest'anno l'abbiamo ritenuta meritevole di un'analisi più approfondita (e scorrendo le liste capirete perché). Storicamente vicina al centrodestra, Rieti vedrà per la prima volta contendersi la fascia tricolore da soli tre candidati, in competizione per succedere ad Antonio Cicchetti, rieletto sindaco nel 2017 dopo aver già ricoperto la carica dal 1994 al 2002.
In totale, gli elettori reatini troveranno sulla scheda 19 liste (7 per il centrosinistra con candidato a sindaco Simone Petrangeli, 9 per il centrodestra in appoggio a Daniele Sinibaldi, 3 per la coalizione che sostiene Carlo Ubertini). Procediamo ad analizzarne i simboli, seguendo l'ordine con cui sono stati sorteggiati.

Simone Petrangeli

1) Si può!

La coalizione di centrosinistra sostiene la candidatura di Simone Petrangeli, eletto sindaco nel 2012 (in area Sel) dopo aver vinto le primarie con il suo progetto Mettici del tuo e rimasto alla guida della città fino al 2017, mancando la rielezione al ballottaggio per appena 100 voti. Le primarie svoltesi qualche settimana fa lo hanno consacrato nuovamente a capo della coalizione, così quest’anno tenterà di 'vendicare' l’amara sconfitta del 2017. La prima lista sulla scheda sarà Si può!: questa si definisce come "unione di anime e di espressioni diverse e multiformi che è oggi in grado di esprimere una città ancora ricca di risorse umane competenti e piene di voglia di fare", rivendicando un'impronta progressista. Sul simbolo - che gioca sul contrasto bianco/rosso adeguatamente bilanciati - si distingue la torre comunale di Rieti, sorretta dal palmo di una mano: una trovata senz'altro originale.

2) Simone sindaco

Al secondo posto è stata sorteggiata la lista Simone sindaco, identificabile come la civica direttamente collegata a (e allestita da) Petrangeli stesso. Balza all'occhio certamente la policromia che ne caratterizza il contrassegno, con il semicerchio in basso ricolmo di colori differenti in stile "pavimento multicolore", leggermente inclinato a destra. La stessa inclinazione è seguita dalla denominazione della lista, dove appare soltanto il nome del candidato a sindaco, secondo una tendenza di familiarizzazione verso l'elettorato già sperimentata negli ultimi anni in numerose elezioni amministrative.

3) Rieti Città futura

Gli stessi colori che campeggiano nel fregio della lista Simone sindaco li ritroviamo nel simbolo di Rieti città futura, anche se sono rimescolati nella figura che vi campeggia al centro, da interpretare verosimilmente come una stella in movimento. Il resto del simbolo riprende invece i colori bianco e rosso già visti nella lista Si può!. Vale tuttavia la pena precisare che Rieti città futura è un movimento politico che esiste da ben prima delle imminenti elezioni comunali: si è costituito già da tempo come gruppo consiliare, a capo del quale vi è lo stesso Petrangeli. 

4) Rieti con te (o Rieti ConTe)

Scorrendo le liste della coalizione, al quarto posto ci imbattiamo in un simbolo in grado di assumere una valenza che va ben oltre i confini territoriali. Stiamo parlando di Rieti con te, un nome (e un emblema) che certo non passano inosservati, e non solo per i #drogatidipolitica. Si scorgono un’autostrada ed elementi paesaggistici all'orizzonte (una catena montuosa: forse i Monti Reatini col Terminillo?), ma il rimando al MoVimento 5 Stelle - che col suo simbolo non si presenta - è fin troppo chiaro: lo indicano le cinque stelle in alto (disegnate nel modo consueto), i tratti cromatici, ma anche il gioco di parole che viene a crearsi unendo "con" e "te", offre, ossia il cognome dell'attuale presidente del partito che ha Beppe Grillo come garante. Che il M5S - ormai in forte calo di consensi da tempo - voglia sfruttare la popolarità di Giuseppe Conte è ben noto (del resto si parlava già lo scorso anno di una lista Conte/con te, da proporre per le elezioni politiche). L'operazione, però, sembra aver provocato malumori tra i ranghi del partito, tanto che i vertici pentastellati hanno fatto sapere che non c'è alcuna certificazione della lista: si può quindi parlare piuttosto di una "lista ufficiosa" (il capolista, d’altronde, è l’attuale consigliere del M5S Roberto Casanica e varie persone elette del M5S sosterranno con i loro comizi quelle candidature). Saranno le urne a dire se l'esperimento avrà funzionato o meno.

5) SìAmo Rieti 

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un contrassegno che, pur mostrando una connotazione civica, ha in sé un richiamo a un soggetto politico esistente ed effettivamente operante a livello nazionale. SìAmo Rieti, infatti, è la versione locale del Partito Gay (fondato nel 2020 da Fabrizio Marrazzo), di cui riprende quasi in toto il simbolo, compreso il ventaglio arcobaleno, pur rimuovendo ogni rimando all’orientamento sessuale (e anche cambiando carattere al nome). Cambiano, inoltre, le parole-chiave del taglio viola "a onda" in basso: "Solidale - ambientalista - liberale" diventa "ambiente - diritti - solidarietà", termini che si rivelano chiaramente più efficaci in una competizione di tipo locale. 

6) Partito democratico - Progressisti

Al sesto posto ecco il Partito democratico, che presenta come contrassegno il suo simbolo tradizionale con l'aggiunta, in basso, di una dicitura rossa con la scritta “Progressisti”. Probabilmente, il riferimento è volto al "Campo progressista" che ha rappresentato la formula vincente per la rielezione in regione di Zingaretti nel 2018 - il simbolo, del resto, non è troppo diverso da quello visto alle ultime suppletive di Roma - e che i maggiorenti del Pd intendono sperimentare nuovamente nei tre capoluoghi al voto (Viterbo e Frosinone, oltre a Rieti) come prova generale in vista delle regionali 2023. A conferma di tale propensione al coinvolgimento, all’interno del Pd hanno trovato ospitalità otto candidati (equamente divisi per genere) appartenenti al movimento Rieti in comune, attualmente presente in Consiglio comunale attraverso Giovanni Ludovisi (consigliere del gruppo Possibile) e a sua volta sostenuto dal parlamentare Alessandro Fusacchia, eletto nella Circoscrizione Estero (con +Europa, poi passato a Facciamo Eco), ma reatino di nascita.

7) T'immagini

Ultima lista della coalizione di centrosinistra è risultata essere un’altra civica, T'immagini, che - spiegano i promotori - nasce "dal desiderio di essere il più inclusivi possibile verso le idee di tutti per migliorare Rieti". Un’attenzione particolare alle idee è suggerita anche dalla lampadina accesa che emerge nella parte superiore del simbolo: certo questo non corre il rischio di essere confuso con altri, visto il predominio del giallo, con scritte in rosso e, in minima parte, alleggerito da rifiniture bianche. In basso troviamo scritto "Controvento", non con funzione di slogan bensì come segno riconoscibile del sostegno alla lista da parte di un movimento associativo del territorio – chiamato appunto Controvento – impegnato su temi sociali e culturali e decisamente schierato a sinistra.

Carlo Ubertini

8) Nome - Officina politica

Il secondo raggruppamento che passiamo in rassegna, essendo il secondo in ordine di sorteggio, fa capo a Carlo Ubertini. A risaltare è senza dubbio la prima delle tre liste che ne fanno parte. Nome - Officina politica, infatti, raccoglie una serie di esperienze civiche raggruppatesi come associazione politico-culturale nel 2017. Il simbolo, molto particolare, gioca su diverse tonalità di blu/azzurro su sfondo bianco ed è privo di segni distintivi, ad eccezione della “O” centrale che, con la sua forma esagonale, ricorda chiaramente il dado di cui necessita una vite per bloccare un bullone. Non a caso i promotori si autodefiniscono "meccanici in politica" che vogliono "un motore civico nella città che amiamo": si può dire quindi che, dopo la mancata presentazione della lista cinque anni fa, questa volta dall’officina è venuto fuori il prodotto finito.

9) Partito socialista italiano

Troviamo al nono posto (e al secondo della coalizione) il Partito socialista italiano, che nella città di Rieti può vantare una lunga tradizione di consolidamento anche nella storia recente: è infatti sempre apparso sulla scheda elettorale con il proprio simbolo per le comunali da quando c'è l'elezione diretta del sindaco (anche nel 1998, 2002 e 2007, quando i socialisti di sinistra facevano riferimento allo Sdi - Socialisti democratici italiani) e con risultati sempre lusinghieri rispetto alla media nazionale (mai sotto il 3,5% e con almeno un seggio in consiglio). Lo stesso candidato a sindaco Ubertini, attuale consigliere di opposizione, è un esponente storico del Psi reatino: in quanto tale, c’è da scommettere che si aspetti un effetto-traino in grado di fare la differenza e costringere i due blocchi principali al ballottaggio. 

10)
 Rieti in salute

Terza e ultima lista sorteggiata nella coalizione di Ubertini è Rieti in salute, che già dal nome fa presagire un soggetto politico single-issue: si tratta, infatti, di una lista composta esclusivamente da persone operanti del settore sanitario, per cui va da sé che il benessere sanitario rappresenti il principale punto del programma. In effetti non si tratta di una novità assoluta (soprattutto nell’era post-Covid-19): abbiamo già incontrato, lo scorso anno, il caso assai simile di Milano in salute, sempre in occasione delle elezioni comunali. Nel simbolo - complessivamente gradevole e ben equilibrato - sul fondo verde acqua non passa inosservato un fonendoscopio, teso a ribadire l'estrazione professionale dei candidati in lista.

Daniele Sinibaldi

11) Rieti al centro

Occupiamoci ora del centrodestra, che si affida al vicesindaco uscente Daniele Sinibaldi per centrare l’obiettivo di restare al governo della città. La prima lista sorteggiata è Rieti al centro, che al suo interno raccoglie una serie di forze di area riformista e liberale: dall'Unione di Centro a Italia viva, passando per Cambiamo-Coraggio Italia. Se il nome può rimandare al progetto Italia al Centro di Toti, è più opportuno guardare ad altri indizi di una presenza partitica rinvenibili nel simbolo: fra i tanti colori in basso (ben otto linee colorate che, partendo per metà da destra e per metà da sinistra, convergono non a caso verso il centro) – prevalgono il fucsia del partito renziano e l’azzurro dell’Udc (ma della stessa Italia viva, guardando al nome per come è scritto nel simbolo ufficiale). 

12)
 #ioCIsto

Dodicesima estratta è un'altra associazione politico-culturale: #ioCIsto è già nota agli elettori reatini, essendo apparsa sulle schede elettorali già alle comunali del 2017, sempre all'interno della coalizione di centrodestra. Il simbolo presenta uno stile minimal: su sfondo bianco, si staglia semplicemente il nome della lista (in forma di hashtag e con "CI" in maiuscolo) e un arco tricolore che riprende il rosso e l’azzurro, colori dominanti sullo stemma cittadino. Cinque anni fa, la lista superò l'8% portando in Consiglio tre consiglieri: si suppone che stavolta punti a confermare (e, volendo, a migliorare) il risultato.

13) Moderati per Rieti

Scorrendo, troviamo ancora un'aggregazione civica, anche se politicamente connotata. I Moderati per Rieti, infatti, raccolgono - da ciò che si legge sulla stampa - "uno storico nucleo di cittadini impegnati già dai tempi del Ccd" e rivendicano un'ispirazione cattolica e centrista. Anche in questo caso, nel simbolo ritroviamo il rosso e l’azzurro: se in un primo tempo era stato elaborato come elemento grafico principale un anello formato da due cerchi (uno rosso scuro e uno azzurro) che si abbracciavano, posti in secondo piano rispetto al nome della lista, si è poi ripreso il fregio già visto cinque anni fa legato alla lista Uniti per Rieti, con due mani stilizzate che proteggono altrettante figure umane disposte e tinte "a tricolore" (lo stesso fregio che, secondo alcuni, avrebbe avuto un'ispirazione egiziana). Lo sfondo bianco viene spezzato in basso dal nome del candidato a sindaco, impostato secondo una tradizionale dicitura di centrodestra, all’interno della quale trova spazio anche il tricolore. 

14) Fratelli d'Italia

Il primo partito vero e proprio della coalizione che incontriamo è Fratelli d’Italia, che - a differenza di quanto visto in vari altri capoluoghi - presenta il contrassegno ufficiale, senza alcun riferimento a Giorgia Meloni. Questa scelta, tuttavia, non è da interpretare come un tentativo di "sconfessare" Daniele Sinibaldi, che anzi è il coordinatore provinciale del partito erede della destra missina. Piuttosto, i vertici del partito puntano ad imporsi come prima lista della coalizione: qualora ciò dovesse verificarsi anche a Viterbo e Frosinone, potrebbero mettere un'ipoteca sulla candidatura di un esponente di Fdi alla presidenza della regione il prossimo anno.

15) Forza Italia

Analogamente a quanto visto poco fa, anche Forza Italia si presenta con il simbolo classico (sia pure nella variante che riduce un po' la bandierina e accosta il nome del comune chiamato al voto al cognome di Silvio Berlusconi): benché il riferimento a Berlusconi non rappresenti più il traino sperimentato in passato, si è visto che anche in altre città appare ben in vista, accostato a quello del candidato sindaco o della città stessa. Nel 2017, Forza Italia superò il 10%, risultando il primo partito della coalizione e in secondo in assoluto dopo il Pd: un risultato che oggi appare molto difficile da replicare, vista anche la mancata ricandidatura del sindaco uscente Cicchetti (iscritto a Fi) anche solo come consigliere comunale, cosa che avrebbe certamente rappresentato un valore aggiunto per il voto di lista.

16) Socialisti riformisti

Un altro caso a dir poco singolare che ci ha indotto ad approfondire la città di Rieti, preferendola ad altre assai più popolose, riguarda la presenza sulle schede elettorali di ben due garofani. Oltre al Psi già esaminato, infatti, ecco rispuntare i Socialisti riformisti, nati a metà degli anni 2000: la loro collocazione nel centrodestra non dovrebbe far stupire più di tanto i #drogatidipolitica, considerando anche il non irrilevante dettaglio che l’ispiratore di questa lista (e il riferimento di questa forza politica) è Donato Robilotta, già dirigente del Nuovo Psi (prima di fondare i Sr) e assessore regionale sotto la presidenza di Storace. Proprio Robilotta ha raccontato con soddisfazione di un'opposizione presentata dagli esponenti del Psi che ritenevano troppo simili i due contrassegni: per la commissione elettorale circondariale, però, il garofano dei Socialisti riformisti (è l'immagine raddoppiata di quello elaborato da Ettore Vitale per il congresso socialista del 1978 e già recuperato dal Nuovo Psi) non sarebbe stato confondibile col (nuovo) garofano del Psi. Insomma, dall’Appennino laziale si aggiunge un nuovo tassello a una guerra "dei trent'anni" che i socialisti italiani combattono a suon di simboli, sgambetti, e carte bollate (e ora anche di post su Fb, vista la risposta di Oreste Pastorelli a Robilotta).

17) Generazione Rieti

Sicuramente ignara delle infinite diatribe in casa socialista è la maggioranza dei componenti della lista Generazione Rieti, un gruppo di under 40 tra i quali si contano numerosi candidati nati dopo il 2000. Il simbolo è occupato per due terzi da uno sfondo viola (colore che, negli ultimi anni, sta riscuotendo un discreto successo soprattutto fra le realtà più giovanili: basti pensare a Volt) sul quale è posta una G maiuscola ritorta, la cui curvatura finale assume la forma di una freccia verso l’alto. Felice anche la scelta dei colori bianco e giallo, che ben si integrano su un colore di per sé impegnativo come il viola. In basso, poi, la didascalia con il nome del candidato a sindaco: è di fatto la stessa già vista nei Moderati per Rieti, ma a colori invertiti.

18) Lega

È formalmente una novità anche la presenza sulle schede della Lega di Salvini, il cui simbolo non era mai apparso per le elezioni comunali a Rieti. Nel 2017, d'altronde, la transizione verso quella che Ilvo Diamanti ha definito la "Lega nazionale" era ancora non del tutto compiuto, tanto che sotto Firenze il Carroccio faticava a comparire, e - laddove possibile - al suo posto spuntava qua e là il "surrogato" di Noi con Salvini. Negli anni, comunque, il partito si è radicato nel territorio al punto da costituire anche un gruppo consiliare, che attualmente conta cinque membri, tutti originariamente eletti sotto altre “bandiere”: tre di loro si ricandidano, cercando stavolta la riconferma sotto il simbolo classico della Lega.

19) Agire

La sorte ha riservato l’ultima casella disponibile sulla scheda alla lista civica Agire, che si era già presentata cinque anni fa, riportando un risultato notevole (6,5% e tre seggi in consiglio). La differenza, però, questa volta sta proprio nel simbolo: alle comunali del 2017, esso ospitava in basso la "pulce" di Fratelli d’Italia, ora sostituita dal marchio "Daniele Sinibaldi sindaco" da noi già incontrato in precedenza. Per il resto - ad eccezione della dicitura "lista civica", prima assente - non cambia nulla, con la riproduzione delle montagne (elemento geomorfologico caratterizzante l’area del reatino) dipinte in tricolore, che generano un effetto visivo di sicuro impatto (e la struttura grafica del simbolo, in ogni caso, richiama pur sempre quella di Fdi).

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