mercoledì 20 gennaio 2016

Il vortice elegante di Civicamente, a Olbia

Al prossimo turno si voterà anche in Sardegna e, tra i comuni chiamati alle urne, ci sarà anche Olbia. Al momento, per quanto se ne sa, c'è solo un candidato già certo, ma l'annuncio del suo nome sembra avere destato già molto interesse nel mondo politico olbiese. Si tratta di Jacopo Merlini, avvocato, indicato prima come possibile aspirante alla poltrona di sindaco in quota centrosinistra e ora candidato indipendente (non parteciperà alle primarie di Pd e dintorni), forte tra l'altro della sua distanza dai partiti. 
Distanza che Merlini marca fin dal nome scelto per il proprio progetto politico: Civicamente. Alla base, dunque, nessuna piattaforma politica classica, ma la consapevolezza "della necessità di una svolta" e l'intenzione di amministrare la città "con competenza, rispetto e trasparenza", coalizzando "le forze della società civile, dei partiti e dei movimenti che si identificano nella proposta di innovazione e rinnovamento del metodo con cui è stata gestita la cosa pubblica, superando gli steccati ideologici e politici".
Con questi presupposti, era inevitabile che l'emblema individuato per questa lista non avesse alcuna connotazione politica o partitica. La grafica è stata divulgata il 13 gennaio e fin dall'inizio ha riscosso commenti positivi: su Facebook si è letto che quello scelto è un "simbolo fascinoso" o, comunque, piuttosto elegante, deciso a non passare inosservato. Graficamente si è parlato di "un vortice blu" che "deve diventare il nucleo magnetico centrale di attrazione", mentre Olbia.it ha scritto genericamente di "un logo che richiama il mare".
In effetti, quello che con vari riccioli tinti di diverse tonalità (anche sfumate) di verde e blu si forma nel tradizionale tondo somiglia un po' a un vortice marino, anche se viene più facile parlare di un'onda di una certa potenza, una di quelle che un surfista cavalcherebbe volentieri con la sua tavola. Il segno grafico obiettivamente è molto pulito e sulla scheda di certo si distinguerebbe dagli altri simboli più legati alla politica tradizionale o alle esperienze civiche (niente strette di mano, niente monumenti o segni territoriali locali). Comunque vada a finire questa esperienza sul piano elettorale, graficamente la partenza è buona.

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