Si dovesse pensare a un'arma, difficilmente verrebbe in mente una pigna, non proprio immediata nemmeno come corpo contundente (a meno che caschi in testa direttamente da una pianta, si capisce); difficile, dunque, anche immaginarla come emblema elettorale bellicoso, per di più in una zona di pianura. Eppure è quasi certo che una pigna tenterà di andare alla conquista di Ravenna.
Bisognerebbe, in realtà, fare ammenda subito: quella di cui si parla qui non è una pigna qualunque, bensì la Pigna. Innanzitutto perché siamo a Ravenna, che può vantare una delle pinete più importanti in tutta l'Italia, nota da secoli - ne parlavano già Boccaccio e Dante - e tutelata come "monumento naturale".
Non è un caso che, in quella città, le pigne spuntino un po' dappertutto: oltre che negli stemmi locali, anche e soprattutto nell'architettura. Non stupisce quindi che, alcuni mesi fa, sia nata un'associazione culturale denominata "La Pigna": nel sito si legge che il cono è stato scelto come emblema "perché significa immediatamente Ravenna, attraverso una delle sue eccellenze universalmente riconosciuta", ma allo stesso tempo è "un segno identitario da troppo tempo non utilizzato e rimosso, a cui va ridata vitalità e futuro"; c'è poi un fascio di significati realmente simbolici, per cui "la pigna è un contenitore di frutti (ma in realtà sarebbero semi, ndb), di sviluppo, di utilità, di progetti; è un insieme solido, unito, poliedrico, plurale; è strumento di riproduzione, di fertilità e di sviluppo; è compatta, utile, concreta, tamugna". A parte l'ignoranza del sottoscritto che ignorava cosa significasse l'aggettivo "tamugna" - a quanto leggo, vuol dire "tosta, massiccia" - le ragioni per la scelta dell'emblema sono del tutto comprensibili.
Fin dall'inizio La Pigna si è posta come "un gruppo di ravennati liberi e coraggiosi, che non si arrendono di fronte alla crisi delle varie rappresentanze, né alla stagnazione della nostra economia e della nostra cultura", puntando piuttosto a "ricostruire finalmente una nuova cittadinanza attiva e utile al cambio di passo nel governo della città", anche attraverso l'elaborazione di una identità urbana territoriale. Facile pensare che quello potesse essere il germoglio di una nuova avventura politica, cosa che si è puntualmente verificata ad alcuni mesi di distanza. A incarnare la sfida è il presidente (e fondatore) dell'associazione, l'imprenditore Maurizio Bucci, non nuovo alla politica ravennate: rappresentante del centrodestra molto attivo in consiglio comunale, a ottobre ha lasciato Forza Italia e ha detto di voler lavorare a un progetto civico che possa essere espressione unitaria del centrodestra.
Per questo a novembre - dopo che qualcuno aveva fatto il nome del ferrarese Vittorio Sgarbi - Bucci ha iniziato la sua campagna elettorale, in chiave di parte ma non di partito. E se "La Pigna" resta attiva come associazione, la lista messa in campo per le prossime elezioni è La Pigna per la Rinascita di Ravenna: il cono c'è, con la stessa forma, mentre sul fondo blu nella parte bassa si vedono delle fasce irregolari più chiare, probabilmente per richiamare il mare, essendo Ravenna città costiera. Quel mare in cui Bucci conta di non restare impantanato: anche lui, come gli altri, correrà per vincere.
Bisognerebbe, in realtà, fare ammenda subito: quella di cui si parla qui non è una pigna qualunque, bensì la Pigna. Innanzitutto perché siamo a Ravenna, che può vantare una delle pinete più importanti in tutta l'Italia, nota da secoli - ne parlavano già Boccaccio e Dante - e tutelata come "monumento naturale".
Non è un caso che, in quella città, le pigne spuntino un po' dappertutto: oltre che negli stemmi locali, anche e soprattutto nell'architettura. Non stupisce quindi che, alcuni mesi fa, sia nata un'associazione culturale denominata "La Pigna": nel sito si legge che il cono è stato scelto come emblema "perché significa immediatamente Ravenna, attraverso una delle sue eccellenze universalmente riconosciuta", ma allo stesso tempo è "un segno identitario da troppo tempo non utilizzato e rimosso, a cui va ridata vitalità e futuro"; c'è poi un fascio di significati realmente simbolici, per cui "la pigna è un contenitore di frutti (ma in realtà sarebbero semi, ndb), di sviluppo, di utilità, di progetti; è un insieme solido, unito, poliedrico, plurale; è strumento di riproduzione, di fertilità e di sviluppo; è compatta, utile, concreta, tamugna". A parte l'ignoranza del sottoscritto che ignorava cosa significasse l'aggettivo "tamugna" - a quanto leggo, vuol dire "tosta, massiccia" - le ragioni per la scelta dell'emblema sono del tutto comprensibili.
Fin dall'inizio La Pigna si è posta come "un gruppo di ravennati liberi e coraggiosi, che non si arrendono di fronte alla crisi delle varie rappresentanze, né alla stagnazione della nostra economia e della nostra cultura", puntando piuttosto a "ricostruire finalmente una nuova cittadinanza attiva e utile al cambio di passo nel governo della città", anche attraverso l'elaborazione di una identità urbana territoriale. Facile pensare che quello potesse essere il germoglio di una nuova avventura politica, cosa che si è puntualmente verificata ad alcuni mesi di distanza. A incarnare la sfida è il presidente (e fondatore) dell'associazione, l'imprenditore Maurizio Bucci, non nuovo alla politica ravennate: rappresentante del centrodestra molto attivo in consiglio comunale, a ottobre ha lasciato Forza Italia e ha detto di voler lavorare a un progetto civico che possa essere espressione unitaria del centrodestra.
Per questo a novembre - dopo che qualcuno aveva fatto il nome del ferrarese Vittorio Sgarbi - Bucci ha iniziato la sua campagna elettorale, in chiave di parte ma non di partito. E se "La Pigna" resta attiva come associazione, la lista messa in campo per le prossime elezioni è La Pigna per la Rinascita di Ravenna: il cono c'è, con la stessa forma, mentre sul fondo blu nella parte bassa si vedono delle fasce irregolari più chiare, probabilmente per richiamare il mare, essendo Ravenna città costiera. Quel mare in cui Bucci conta di non restare impantanato: anche lui, come gli altri, correrà per vincere.
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