venerdì 29 gennaio 2016

Fiamma, altolà della Fondazione An al Msi

Non mi si dia della cassandra o del facile profeta di sventura, ma qualche giorno fa, quando ho scritto del rilancio del Movimento sociale italiano - Destra nazionale, coordinato da Francesco Proietti Cosimi e (ri)fondato a suo tempo da Gaetano Saya, avevo sospettato che si mettesse di traverso la Fondazione Alleanza nazionale che, in qualità di soggetto giuridico titolare delle posizioni che erano state del Msi, nel 1995 rinominato Alleanza nazionale, risulta tuttora titolare dei segni distintivi del partito che fu di Almirante.
A volerlo fare apposta, due giorni fa è stata emessa una nota dalla Fondazione An - di cui ha dato ad esempio notizia il Secolo d'Italia - che non lascia adito a dubbi: "Sono apparsi in questi giorni a Roma manifesti riportanti abusivamente il simbolo del Movimento Sociale Italiano (la fiamma tricolore con l’acronimo Msi). Contestualmente notizie di stampa riferivano l’intento di utilizzare tale simbolo da parte di un nascente partito politico, con riferimenti sia ad una sede sia a persone fisiche in guisa tale da trarre in inganno i cittadini. Al riguardo la Fondazione Alleanza Nazionale informa di essere incontestabilmente l’unica legittima detentrice di tale simbolo e pertanto che agirà in giudizio ove perdurasse l’indebito uso dello stesso da parte di chiunque. Numerose pronunce giudiziali hanno infatti stabilito che il diritto alla utilizzazione del simbolo della fiamma tricolore, del nome Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale e dell’acronimo Msi spetta esclusivamente alla Fondazione Alleanza Nazionale". 
La stessa nota si preoccupa di indicare espressamente alcune di queste pronunce, che potrebbero essere dettagli da drogati di politica giudiziaria, ma è giusto riportare per completezza. Da una parte, tre decisioni del tribunale di Firenze (ordinanze cautelari del 4 aprile 2006 e - in sede di reclamo - 4 luglio 2006, con la successiva sentenza del 29 aprile 2008, n. 1660) hanno inibito l'uso della fiamma con sigla al Nuovo Msi di Saya e di Maria Antonietta Cannizzaro, dichiarando che Alleanza nazionale - allora pienamente operante - aveva su quel segno un diritto esclusivo. 
Più di recente, e comunque dopo la decisione di sciogliere An, un decreto ex art. 700 c.p.c. (quello con cui un giudice può emettere un provvedimento di urgenza) del 17 maggio 2013 del Tribunale di Avellino, confermato con successiva ordinanza (non impugnata) del 4 giugno 2013, ha affermato quanto segue: "È documentata la titolarità in capo alla ricorrente Fondazione (Alleanza Nazionale) del diritto di utilizzazione esclusiva degli emblemi, simboli, loghi e della denominazione Alleanza Nazionale e di ogni altro segno identificativo, compresi gli acronimi, già appartenuti all'associazione Alleanza nazionale ovvero alle aggregazioni e ai movimenti politici che vi hanno dato causa". Questo è bastato al tribunale a inibire a soggetti diversi dalla fondazione (e da coloro cui l'organismo lo abbia concesso, come Fratelli d'Italia) tanto l’uso del nome, del simbolo e dell’acronimo Msi, quanto quello "di nomi, sigle e emblemi con essi confondibili".
Una grana in più, ma davvero prevedibile, per il Msi-Saya, che nel frattempo ne ha scritto giusto ieri Carlantonio Solimene sul Tempo - ha fatto scalpore anche per avere scelto come nuovo tesoriere Francesco Belsito. Sì, proprio lui, il Belsito che nella Lega Nord finì al centro di uno scandalo legato all'uso dei finanziamenti pubblici ai partiti (scoppiato a pochi mesi dal "caso Lusi" legato alla Margherita). La via verso le amministrative di Roma sembra tutt'altro che comoda...

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