domenica 27 gennaio 2019

Lega Rieti, una provincia che fa molto Umbria

In questo sito ci si è occupati raramente delle elezioni provinciali, per lo meno da quando si tratta di mere votazioni di secondo grado, in cui possono votare solo gli eletti all'interno dei consigli comunali: si tratta infatti, spesso, di elezioni divenute di scarso interesse anche sul piano simbolico, visto che di solito gli emblemi depositati denotano poca fantasia e ancor meno impegno nella realizzazione, considerata la platea ridottissima di persone che li vedranno. A volte però possono succedere fatti che non possono sfuggire all'attenzione dei #drogatidipolitica: è il caso del voto per rinnovare il consiglio della provincia di Rieti, che si terrà il 3 febbraio.
Le liste in corsa sono 4, Rieti provincia, Territorio e partecipazione, Lega Rieti e Forza Italia. Ma l'occhio di chi ha visto il manifesto delle candidature è caduto immediatamente sull'emblema della lista Lega Rieti. E non solo - o non tanto - perché un profilo montuoso a tre cime copre l'immagine di Alberto da Giussano (quindi il simbolo è del tutto privo del guerriero a spadone sguainato) o perché sul manifesto l'emblema appare schiacciato in altezza (qui si è scelto di riportarlo in forma circolare); né c'entra l'inserimento della parola "Rieti", in una font Arial Bold poco in linea con l'identità grafica leghista. Il problema, casomai, è dato dalla silhouette posta sotto al nome della provincia: difficile negare che quella sagoma sia quella dell'Umbria (la parte superiore è inconfondibile), quando Rieti è una provincia del Lazio.
Era inevitabile che si scatenassero contestazioni e ironie su quella grafica, con il fuoco aperto dal consigliere regionale umbro Pd Andrea Smacchi ("Non sapevamo che nel contratto di governo e nel programma della Lega ci fosse nel breve periodo l’annessione della Regione Umbria alla Provincia di Rieti: è chiaro che se la cosa non fosse tragicomica, a dimostrare quanto gli appartenenti a quel partito siano inadeguati e incapaci, si tratterebbe di una umiliazione rispetto alla storia e alla nostra identità"), ma a quel punto era difficile per chiunque fosse stato tra i promotori di quella lista dire qualcosa a giustificazione dell'accaduto senza rischiare una gragnuola di contumelie. 
Ci ha provato Umberto Fusco, coordinatore leghista in Lazio, intervistato dal Corriere della Sera: "Sul simbolo – ribadisce – non compare la scritta Noi con Salvini premier. Da quanto mi è stato riferito, non è la cartina dell’Umbria, ma una porzione del territorio di Rieti rimpicciolita per esigenze tipografiche. Ho chiesto allo stampatore di inviarmi le immagini di entrambi i territori, per dimostrare che sono simili ma non uguali. Poi, certo, ognuno può vederci quello che vuole... Io mi ritengo una persona seria... È una figura che non so definire, in ogni caso non l’abbiamo commissionata noi ma una lista civica che riunisce una dozzina di persone".
Non si capisce bene, in effetti, cosa c'entri "Noi con Salvini premier", un emblema che nemmeno esiste (esiste Noi con Salvini, esiste la Lega - Salvini premier); quando alla raffigurazione di parte del territorio provinciale, è difficile capire sulla base di cosa possa essere stato delimitato lo spazio, con la parte nord sorprendentemente simile a quella dell'Umbria. Vero è che, probabilmente, la Lega del Lazio ("nazionale"?) c'entra poco, perché mancando il riferimento grafico ad Alberto da Giussano potrebbe non esserci nemmeno stato bisogno della concessione del simbolo da parte del competente organo del partito (anche se la font Optima di "Lega" è la stessa, ma non hanno sempre detto i giudici che la parola "Lega" di per sé è un nome comune su cui nessuno può avere l'esclusiva?). La figuraccia, in ogni caso, resta e la spiegazione che si è cercato di dare, con le migliori intenzioni, appare una toppa a colori. Si deve poi escludere che il simbolo sia stato frutto di un errore di chi ha composto i manifesti (e magari le schede con cui si voterà il 3 febbraio): in quel caso ci sarebbe stato margine per rifare tutto con il simbolo giusto. In passato è successo più di una volta, ma qui non sembra esserci spazio: l'emblema consegnato dai presentatori della lista sarebbe proprio quello più umbro che reatino... 

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