sabato 2 maggio 2020

Lavoro Ecologia Democrazia Diritti, nuovo progetto a sinistra (da ex Leu ed eViva)

Da pochi mesi in rete si trova traccia di una nuova "associazione politica - laboratorio", come essa stessa si autodefinisce, nell'area della sinistra italiana. Il suo nome è Lavoro Ecologia Democrazia Diritti, la sigla è Ledd o, come si vede su Facebook, Ledd2, forse con l'idea di rafforzare il concetto plurale dei diritti. Dev'essere lo stesso motivo per cui, nel simbolo del gruppo politico, la seconda D della sigla è raddoppiata, con una lettera rossa quasi sovrapposta a quella dell'acronimo giallino su fondo verde. Sotto la sigla, quattro frecce di quattro tinte diverse - una per lettera, una per idea portante - che puntano in alto e avanti.
L'uso della freccia viene dunque tentato anche a sinistra, non senza coraggio visto che altrove (da Fare per Fermare il declino ai Popolari per l'Italia) non aveva portato esagerata fortuna, sebbene in passato la tripla freccia fosse stata legata all'antifascismo (si pensi anche all'antico simbolo del Psli). Ma, al di là di questo, chi - dalla fine di gennaio di quest'anno - ha dato vita al nuovo progetto che si è dato questo simbolo? La figura più nota è probabilmente quella di Francesco Campanella, senatore nella scorsa legislatura, eletto con il MoVimento 5 Stelle e in seguito tra le file di Articolo Uno e di Liberi e Uguali; con lui ci sono pure Lucrezia Ricchiuti (già senatrice Pd, con un passato nella sinistra dal Pci ai Ds, poi passata ad Articolo Uno), Filippo Carrozzo, Maurizio Cosenza, Gianluca Eusebi Borzelli, Luigi Ferrante, Marina Grazioli, Guido Marinelli, Marcello Pianigiani e Adele Vignola. Loro, assieme ad altre persone, hanno condiviso la nascita di Leu come formazione elettorale e politica e, attraverso il progetto #perimolti/#ilmiopartito, hanno in seguito concorso al sorgere di eViva, ma da alcune settimane hanno sentito il bisogno di un nuovo inizio, come hanno spiegato in un appello circolato di recente.  
Ci siamo uniti in Liberi e Uguali, nel 2017, nella splendida promessa di riorganizzare tutte le forze progressiste di questo paese per scoprire poi che questo è stato soltanto l'espediente di una piccola casta politica per salvarsi. Abbiamo riempito il Ghione - nel novembre 2018 - nell'ingenua convinzione che gli errori fossero stati compresi ma anche in questo caso la nostra indulgenza è stata tradita. Ci siamo autoconvocati, mettendoci al servizio di un progetto che non fosse il mero risultato elettorale; ci siamo dati - nella primavera 2019 - un nome, èViva, che identificasse la nostra comunità, senza rendite di posizione, senza compromessi, senza capi: qualcuno ha invece inteso utilizzarlo per crearsi il proprio comitato elettorale. Oggi ti contattiamo perché questo paese non avrà mai la possibilità che si realizzino politiche progressiste finché lasceremo la politica in mano a classi dirigenti che hanno sulle spalle la responsabilità di trent'anni di fallimenti. "Non è il tempo della cautela e dei compromessi con i propri principi. Non c'è più tempo per differire scelte che non potranno aggiustare l'esistente ma dovranno riformularlo con coraggio e radicalità".
Sul piano visivo, in effetti, la comune partecipazione al processo costituente di eViva rimanda almeno in parte a una delle due opzioni grafiche poi non prese in considerazione (Plus, che conteneva una freccia e vari tratti paralleli, anche se ovviamente non si tratta di un plagio o della stessa soluzione grafica). Sul piano delle idee, i fondatori di Ledd2 - che forse, con quella sigla, si sono voluti distanziare anche da Led, nel senso di Libertà e diritti, il gruppo che da Sel si avvicinò al Pd - ritengono urgente "che la comunità progressista si ricompatti e si riorganizzi in modo nuovo, superando gli schemi dei partiti attuali costruiti intorno al gruppo dirigente". La politica dovrebbe essere intesa come "elaborazione condivisa che indirizzi i processi di trasformazione con il consenso di una società consapevole". Una trasformazione che dovrebbe puntare a "un diverso modello di società e un'economia diversa, basata sul benessere sociale, sui beni comuni, sull'uguaglianza, sui diritti e non esclusivamente sul profitto", mentre non dovrebbe riguardare in nessun caso la Costituzione "per qualsivoglia accordo politico, neppure per la formazione di un governo" (ma si ritiene necessario intervenire sul Titolo V riformato nel 2001, per "superare quei rigurgiti di egoismo territoriale che sottendono alle richieste di autonomia differenziata").
Ancora, nell'idea programmatica di Ledd2 trovano posto "una politica fiscale fondata su una reale progressività e sulla redistribuzione della ricchezza anche tramite strumenti come la patrimoniale", l'attenzione contemporanea ai diritti sociali e alla tutela dell'ambiente come "bene comune, collettivo e imprescindibile", la destinazione dei beni pubblici a finalità pubbliche e l'idea che l'iniziativa economica privata debba "sempre essere subordinata all'utilità comune", soprattutto se "si muove nel settore dei servizi di necessità collettiva", come sanità, scuola, assistenza sociale e trasporti. Da ultimo, c'è il perseguimento della pace come "affermazione dei diritti di tutte le persone, senza distinzione di razza, colore, religione", con conseguente rifiuto dei nazionalismi, impegno per raggiungere un'effettiva parità di genere, lotta alle mafie e alla corruzione, nonché "dovere dell’accoglienza di chi arriva da altri luoghi per lavorare e conquistare una nuova vita". Quanto all'Europa, essa "ha garantito per 70 anni la pace sul suo territorio ma ha, in larga parte, tradito gli ideali di fratellanza e di eliminazione delle diseguaglianze su cui era nata": occorre uniformare i sistemi fiscali, i diritti dei lavoratori, le politiche ambientali e della giustizia.
Si vedrà in seguito se il progetto riuscirà a conquistare spazio e attenzione, con la condivisione dei temi trattati e la visibilità delle proposte e dei loro sostenitori. Un simbolo per distinguere tutto questo già c'è, anche se ovviamente in seguito potrebbe evolvere (un po' di precarietà nella definizione della grafica è suggerita dall'uso del carattere Calibri, quello proposto di default da Microsoft Office). Da apprezzare, in ogni caso, la mancata creazione del tricolore attraverso l'ordine delle frecce.

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