sabato 14 maggio 2022

"Rinasce il Psdi": sì, ma quante volte?

Mentre si stanno consumando le ultime ore disponibili per il deposito dei documenti relativi alle liste e alle candidature per le elezioni amministrative previste il 12 giugno (dunque anche dei contrassegni di lista), chi si mettesse a scorrere le notizie disponibili online in materia di partiti e simboli scoprirebbe, con non poca sorpresa, che a distanza di pochi giorni è "rinato" almeno due volte il Partito socialista democratico italiano. Le virgolette sono d'obbligo, visto che il termine non è tecnico; anzi, occorre spiegare subito cosa si intenda, dal momento che in materia di "rinascita" dei partiti la confusione è già parecchia (come sa bene chiunque si sia avvicinato anche solo per poco alla vicenda della Democrazia cristiana).
Partendo dalla fine, il 12 maggio è apparso sul sito DaBitonto.it il seguente comunicato stampa:
Il 9 maggio u.s. si è riunita l'assemblea del Partito Socialista Democratico Italiano, in sigla PSDI, attraverso la piattaforma Google Meet, presenti: Renato D'Andria, segretario dimissionario, l’on. Carlo Vizzini, Paolo Preti, Maurizio Miceli, Vincenzo Fiore, Antonio Giammarelli, Domenico Antonio Ciocia, Raffaele Valente, Gino Sciotto, Daniele Schuster, Achille Felli, Vito Brunetto, Eduardo Cacciatore, Gioacchino Mamone.  
L'Assemblea, dopo ampia discussione, ha preso atto delle dimissioni di Renato D'Andria ed ha accettato all'unanimità la proposta dello stesso di nominare l’on. Carlo Vizzini, già ministro e segretario socialdemocratico, nuovo segretario del PSDI, nonché depositario del simbolo dello stesso PSDI, contraddistinto da un cerchio rosso con all'interno le onde del mare e il sole che sorge con la scritta Socialdemocrazia.
L’on. Carlo Vizzini prendendo la parola ha ringraziato accettando la carica e proponendo di nominare un gruppo lavoro al fine di predisporre l'organizzazione di una assemblea nazionale in presenza da tenersi entro il mese di giugno a Roma. Componenti del gruppo sono risultati i sig.ri Paolo Preti, Vincenzo Fiore, Domenico Antonio Ciocia, Vito Brunetto, Raffaele Valente.
Il testo proseguiva con le parole di Carlo Vizzini - che era stato effettivamente segretario dal 1992, dopo Antonio Cariglia, e il 1993, prima della militanza in Forza Italia, nel Pdl e (più di recente) nel Psi - dedicate alla storia e alla figura di Giuseppe Saragat, primo leader del partito. Vale giusto la pena ricordare che Renato D'Andria, nel corso degli anni, ha fatto depositare il simbolo alle politiche del 2013, alle europee del 2014 e di nuovo alle politiche del 2018 (in quel caso il delegato fu Piero Lamberti, scomparso all'inizio del 2020).
Chi appartiene alla schiera dei #drogatidipolitica, pur continuando a leggere, sente però montare in sé una sensazione di déjà-vu, che lo porta a chiedersi: "Ma non avevo già letto da poco del ritorno sulla scena del Psdi, con altre persone però?". La sensazione è assolutamente fondata. Il 4 maggio, infatti, su vari siti di informazione locale era apparso un altro comunicato, che dava notizia della nascita del Partito dei socialdemocratici, dunque con un nome almeno in parte diverso. Ecco di seguito il comunicato, nella versione riportata dal sito MoliseProtagonista.it:
Si riorganizzano i socialdemocratici italiani, a settantacinque anni dalla scissione di Palazzo Barberini, nel solco tracciato da Giuseppe Saragat e con lo sguardo rivolto ad una socialdemocrazia europea desiderosa di rialzare la testa, dopo il recente successo alle elezioni tedesche. 
Attraverso il rilancio del Partito dei Socialdemocratici (SD), gli eredi della lezione saragattiana intendono concorrere al necessario processo di ristrutturazione della sinistra italiana, nel dialogo con tutte le forze laiche e del centro riformatore. Nuovo segretario nazionale dei Socialdemocratici è Umberto Costi, 64 anni, chirurgo e docente universitario romano, da sempre impegnato a difesa delle idealità e dei valori del socialismo democratico, nonché figlio del deputato e sottosegretario Silvano. 
Presidente del partito è l’ex sottosegretario messinese Dino Madaudo, anch’egli storico dirigente della socialdemocrazia italiana. Nelle intenzioni del neoeletto segretario, la riorganizzazione dei Socialdemocratici serve a rilanciare la sfida democratica e riformista alle fallimentari pratiche liberiste, al sovranismo e al populismo, in coerenza con la tradizione europeista di Turati, di Matteotti e dello stesso fondatore.  
Ambizione non nascosta dei socialisti democratici di Costi è però anche quella di raccogliere le odierne sollecitazioni provenienti da una domanda politica ispirata all'ecosocialismo. Il partito, che frattanto ha formato i primi organismi, si è dotato del sito Internet www.socialdemocratici.it.
Ora, sul sito scelto - appunto www.socialdemocratici.it - appare però sempre il simbolo storico (lo si può vedere attraverso le pagine archiviate), il che sembra preparare all'apertura di un nuovo contenzioso se entrambi i Psdi volessero proseguire l'attività. Lo stesso nome scelto, "Partito dei socialdemocratici", non è certo nuovo: era stato usato nel 2006 dal progetto politico creato da Luigi Preti, Vittorino Navarra (già fondatori di Rinascita socialdemocratica) e Franco Nicolazzi, poi quest'ultimo lo avrebbe utilizzato anche in seguito. 
La presidenza attribuita per acclamazione a Madaudo, deputato per quattro legislature, riporta peraltro alla mente un episodio che risale all'inizio di quest'anno, quando - proprio nei giorni del 75° anniversario della scissione di Palazzo Barberini - era stata data la notizia della "rinascita" del Partito socialdemocratico (quindi il nome visto anche in questa occasione), ma con un simbolo diverso: rimanevano i raggi del sole (solo sette, non più quindici), ma -il mare era diventato "pieno" (al punto che poteva sembrare un profilo di terra); tanto il nuovo nome quanto la nuova sigla, poi, erano riportate in bianco su fondo rosso. Per quel progetto in un primo tempo era stato scelto come segretario Mimmo Magistro, che già era risultato segretario del Psdi dal 2007 al 2011 (tra la prima ordinanza che aveva sospeso 
la delibera che aveva indicato D'Andria come segretario - e vari atti della sua segreteria - e la sentenza di primo grado che invece lo ha ristabilito alla guida del partito) per poi continuare il suo impegno a capo del partito I Socialdemocratici. Con il tempo non si è avuto più notizia del coinvolgimento di Magistro (che in passato, a quanto si sa, aveva cercato di recuperare direttamente da D'Andria la disponibilità del simbolo del Psdi), mentre il progetto a quanto pare è andato avanti.
Se la situazione vi sembra già abbastanza complicata, bisogna ugualmente considerare anche il sorgere a Roma - come riportato nei primi giorni di maggio da alcuni siti, incluso PensaLibero, diretto da Nicola Cariglia (fratello di Antonio e presidente della Fondazione Filippo Turati
) e tradizionalmente attento a quell'area politica - dell'associazione politico-culturale Proposta Socialista Democratica Innovativa - P.S.D.I., "realtà che rappresenta un laboratorio d'idee e di valori in grado di garantire al socialismo democratico di ritrovare, finalmente, posto ed autorevolezza all’interno dell’asfittico dibattito italiano. Il gruppo dirigente del nuovo sodalizio, che al suo interno conta già diversi protagonisti di primo piano del progressismo italiano come Mario Calì, Antonello Longo, Sergio Rizzo, Vincenzo Drago e Mario Ricca, propone di offrire alle cittadine ad i cittadini uno spazio nuovo di riflessione ed analisi sui principali temi dell’innovazione politica ed economica, oltre a rappresentare un luogo di incontro tra le diverse tradizioni culturali del riformismo italiano da tempo prive di rappresentanza". Al comunicato è allegato un simbolo che altro non è che l'ultimo emblema storico del Psdi, con la dicitura "Socialismo democratico" al posto di "Socialdemocrazia" (o del precedente "Socialismo") e, soprattutto, si apprende che il sito della fondazione è www.psdi.it, con il rischio che questo possa portare ulteriore confusione in un panorama già complesso. 
C'è da sperare che queste tre iniziative (due partitiche, una politica in senso lato, che a ben guardare sembrerebbe legata al progetto di Costi e Madaudo) possano trovare punti di equilibrio e accomodamenti, anche nominali e simbolici (con o senza sole nascente): se però si dovesse arrivare a contenziosi, dentro o fuori dai tribunali, se ne darà conto.

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