martedì 10 gennaio 2017

Frosinone, se basta una lettera (socialista) per riconoscersi

In certi luoghi, in alcuni contesti, il tempo sembra non essere mai passato, anzi, sembra di vedere un fermoimmagine che resta anche se intorno e davanti molto cambia e si evolve (non necessariamente in meglio). Le idee, per esempio, possono restare in netta minoranza, inchiodate dalla dittatura dei numeri; nonostante questo resistono e, a volte, basta un segno ben leggibile da tutti per farle riemergerle. 
A livello nazionale, per esempio, i fasti dei socialisti sono finiti da tempo, si direbbe da poco meno di un quarto di secolo: l'ultima percentuale a due cifre, infatti, si è vista alle elezioni politiche del 1992, mentre le amministrative dell'anno dopo furono l'inizio della débâcle, proseguita con la frammentazione in diverse sigle, tra tentativi (poco fortunati) di corse solitarie e scelte di alleanze e "asili elettorali" nella speranza di ottenere comunque qualche seggio; eppure, non mancano i luoghi in cui rose e garofani non sono appassiti, anzi, sono ancora vivi tra gli elettori e, nelle occasioni giuste, sanno trovare nuova linfa. 
Uno di questi luoghi è certamente Frosinone, città legata al nome di Gian Franco Schietroma, figlio di Dante (già senatore e ministro della Funzione Pubblica), avvocato e da anni attivo in politica: già consigliere regionale, deputato per due legislature, membro laico del Csm e sottosegretario alle Finanze con D'Alema e Amato, Schietroma era stato segretario del Psdi dal 1995 al 1998 (anno in cui contribuì a far nascere lo Sdi, anche se altri in seguito si sarebbero ripresi il sole socialdemocratico), attualmente è coordinatore della segreteria nazionale del Psi guidato da Riccardo Nencini.
Nel frusinate i rapporti tra socialisti e Pd non sono i migliori da tempo: in provincia, addirittura, negli ultimi due anni aveva finito per crearsi una "maggioranza innaturale" che ai dem vedeva affiancata Forza Italia. Non c'è da stupirsi, dunque, che il Psi - che al comune di Frosinone, al voto nei prossimi mesi, ha schierato un candidato sindaco autonomo rispetto alla coalizione del Pd, il segretario cittadino Vincenzo Iacovissi - abbia lavorato per presentare una lista autonoma alle elezioni provinciali che si sono svolte nei giorni scorsi: la lista A difesa del territorio. Una formazione che si proponeva di dare una svolta più incisiva all'amministrazione provinciale (puntando alla provincia come un ente fondamentale per il territorio, costituendo una commissione antimafia provinciale e una cabina di regia sul tema del lavoro, nonché lavorando sul marketing territoriale) e per ricostruire il centrosinistra senza che questo si appiattisca sul solo Pd.
Oltre al Psi, la lista è stata costituita da esponenti di Sinistra Italiana, Possibile e Sinistra Tricolore, con anche l'appoggio del Pci; la "trazione" socialista, tuttavia, era inequivocabile, per la presenza della "A" di Avanti!, la storica testata legata al partito (e solo da pochi anni tornata nelle mani del Psi, dopo la "parentesi" di Lavitola). La foggia inconfondibile di quella lettera ha dato un'impronta molto netta - al di là del nome civico - a un simbolo che, per il resto, era piuttosto neutro dal punto di vista grafico (al di là dell'uso interessante del Bodoni, a fronte dell'uso molto più frequente di caratteri "bastoni" rispetto a quelli "graziati").
Gli elettori - o meglio, quella platea particolare di elettori prevista dalla legge per le elezioni provinciali, dunque sindaci e consiglieri comunali - devono comunque aver riconosciuto con nettezza l'emblema: A difesa del territorio, infatti, ha portato a casa quasi il 13% dei voti (ponderati), ottenendo un consigliere e rischiando di ottenerne un altro. Il che, probabilmente, rappresenta l'unico vero motivo di rammarico per il Psi: a essere eletto in consiglio provinciale, infatti, non è stato un socialista, ma il candidato di Sinistra italiana Luigi Vacana. La A di Avanti!, in ogni caso, non è passata inosservata: in futuro, il Psi interessato a progetti civici potrà tenerne conto.

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