domenica 22 gennaio 2017

Sinistra comune, con Orlando per re-immaginare Palermo

Il simbolo votato ieri mattina
Si avvicina il tempo per le elezioni amministrative a Palermo e il sindaco uscente, Leoluca Orlando, che aprirà la sua campagna elettorale per il mandato di riconferma (in caso di vittoria sarebbe il quinto, anche se ovviamente i precedenti non sono stati consecutivi), può già contare sul sostegno sicuro di una lista messa in campo dalle forze di sinistra. Al progetto si lavorava da mesi, ma ieri il gruppo che raccoglie Sinistra italiana, Rifondazione comunista, L’Altra Europa, come pure movimenti ambientalisti e di altra natura, reti associative operanti sul territorio e non pochi singoli, si è riunito a Palazzo Cefalà e si è dato un nome, un manifesto e un simbolo, ufficializzando il loro impegno a favore del nuovo mandato di Orlando. 
Il gruppo di lavoro, pronto a tradursi in una lista, si chiama Sinistra comune, senza connotazioni territoriali nel nome, ma con due parole di sicuro richiamo identitario: la parola "comune", tra l'altro, sembra riferirsi tanto all'obiettivo di prendersi cura del comune (e della città come "bene comune") e di entrare in municipio, quanto all'impegno a tenere insieme forze diverse, non sempre concordi nella loro azione pur essendo piuttosto omogenee, innanzitutto nel loro ritenersi "di sinistra".
Ciò emerge anche da una nota emessa a margine dell'incontro di ieri: "Sinistra comune - si legge - nasce dopo un lungo e faticoso lavoro, iniziato circa due anni fa, perché riteniamo che in Sicilia sia necessario costruire una forza di alternativa che passi da una nuova idea di governo delle città, capace di legare la visione globale al progetto locale. [...] pensiamo che a Palermo sia necessario uno sforzo che metta insieme le forze politiche della Sinistra e le tante e varie esperienze di civismo democratico presenti sul territorio [...]. L’insieme di soggettività plurali, che animano già la nostra città, è stato, infatti, decisivo per cominciare un cammino che non solo guardi alle prossime amministrative, ma sappia anche andare oltre, costruendo una soggettività politica di Sinistra. Non è stato facile ma, mettendo da parte i vecchi rancori, ce l'abbiamo fatta, perché abbiamo capito che uniti possiamo essere una forza determinante". 
I simboli in gioco (foto di Gaspare Semprevivo
- grazie a Maruzza Battaglia per l'indicazione)
Per contrassegnare davvero un percorso unificante, probabilmente, l'emblema votato in maggioranza dagli oltre 200 presenti di questa mattina - tra tre possibili opzioni - non contiene falci e martelli o altri simboli tradizionali della sinistra: a farla da padrone, in ogni caso, è il colore rosso, che tinge (ovviamente) la parola "Sinistra" e la parte superiore del cerchio di sfondo. In quel semicerchio, un po' obliquo, trova posto la S di "Sinistra" (stavolta bianca, per farla risaltare sullo sfondo) e, al fianco, una X gialla tendente all'arancione, stile pennellato, un po' per ricordare la croce del voto (e, visto il colore e le dimensioni, non c'era alcun rischio di confonderla con il segno della matita copiativa), un po' per far leggere Sx (come abbreviazione di "Sinistra") e un po' per evocare il concetto di "per", del lavoro e dell'impegno a favore di Palermo.  
C'era soddisfazione tra i partecipanti - compresi il deputato di Sinistra italiana Erasmo Palazzotto, l'assessore uscente alla mobilità Giusto Catania e il segretario provinciale del Prc Vincenzo Fumetta - per essere arrivati a definire l'identità e i segni per individuare questo percorso comune. Del resto, la prima scelta qualificante aveva riguardato il tempo e il luogo della riunione di ieri: "I simboli sono importanti – scriveva su Facebook Catania - Non è un caso che, per presentare il simbolo e il manifesto della Sinistra Unita palermitana, abbiamo scelto luogo e data simbolici. A Palazzo Cefalà, nel maggio del 1893, si svolgeva il congresso fondativo del Partito socialista dei lavoratori italiani e del Movimento dei fasci dei lavoratori siciliani; il 21 gennaio del 1921, a Livorno, nasceva il Partito comunista italiano".
Il progetto è ambizioso, non certo al ribasso: "Vogliamo provare a ripensare la nostra città - continua la nota precedente - osservando anche tutti i limiti che vorremmo contribuire a superare e le potenzialità ancora inespresse. E re-immaginare Palermo vuol dire, innanzitutto, ripartire dalla comunità, affidandole il potere decisionale, l’organizzazione dello spazio urbano, la bellezza dei luoghi da difendere e valorizzare, la promozione e lo sviluppo di forme di mutualismo e welfare dal basso".
Tutto questo, per chi ha dato vita all'iniziativa, può essere fatto a fianco di Orlando, che avrebbe lavorato bene fin qui, ma non in collaborazione con il Pd, soprattutto dopo le ipotesi dei giorni scorsi, che ritenevano plausibile un sostegno dem al sindaco uscente, ma senza simbolo di partito. Se per Palazzotto, al di là dei simboli, conta il fatto che "Noi non condividiamo con i democratici né idee né programma. Privatizzazioni e disattenzione per le classi più deboli, iniziative e atteggiamento costante dei dem al governo, non ci appartengono. E poi come si può pensare di riunire il centrosinistra quando a livello regionale e nazionale il Pd va a braccetto con un partito che si chiama Nuovo centrodestra?", per altri i dem sono semplicemente "ospiti non graditi" e su questo chiederanno garanzie a Orlando. Il percorso, in ogni caso, è iniziato e chissà che, da Palermo, l'idea di camminare insieme a sinistra non si estenda anche altrove... 

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