mercoledì 25 gennaio 2017

Verso il ritorno della Dc: spedite le convocazioni per l'assemblea

Un altro passo verso il ritorno alla Democrazia cristiana, per chi ci crede veramente, è stato fatto. Le lettere di convocazione degli oltre 1740 iscritti al partito - per lo meno secondo l'elenco prodotto dalle parti, quelli che risultavano aderenti in base all'ultimo tesseramento valido, datato 1992, e che nel 2012, nel tentativo di riattivazione della Dc guidato da Gianni Fontana, avevano confermato la loro iscrizione - sarebbero state spedite da Nino Luciani (primo firmatario della richiesta di convocare l'assemblea dei soci Dc e incaricato alla convocazione dal Tribunale di Roma a metà dicembre) o, per lo meno, risultano in via di spedizione da parte di Poste Italiane. 
A dare notizia del nuovo passaggio - dopo giorni in cui non erano mancate polemiche e proteste di alcuni soggetti nei confronti di Luciani, "reo" di non aver provveduto alla convocazione subito dopo la decisione del giudice sull'assemblea - è Pellegrino Leo, tra coloro che negli anni si sono spesi di più per cercare di "risvegliare" il partito dello scudo crociato e che, tra la sua Sicilia e Roma, ha continuato agguerrito la sua battaglia per far tornare la Dc, in un modo o nell'altro.
Una parte significativa del denaro che Luciani aveva chiesto per poter provvedere alla convocazione (con raccomandata) è stata versata, così come documentato sul sito curato dallo stesso Luciani, e alla fine le lettere sono state spedite: tutto, dunque, sembra sempre più pronto (o quasi) alla riunione che si terrà tra un mese, il 25 e il 26 febbraio, alla sala Leptis Magna dell'hotel Ergife di Roma. L'ordine del giorno, come è noto, si era già "cristallizzato" nei tre punti fissati nel decreto del giudice Guido Romano: nomina del presidente pro tempore dell'assemblea e del segretario verbalizzante; nomina del presidente dell’associazione (art. 36 c.c. e principi generali del diritto); varie ed eventuali. 
L'adempimento più importante sarà certamente la nomina - rectius: l'elezione - del presidente dell'associazione, che nell'ipotesi di Luciani guiderà la Dc fino alla celebrazione di una seconda assemblea che approvi un nuovo statuto per il partito, in modo da consentirgli di operare nuovamente; proprio sul nome del possibile presidente pare si siano consumati alcune incomprensioni, perché qualcuno avrebbe proposto fin dai giorni scorsi di eleggere a quella carica l'ex parlamentare ed eurodeputato di lungo corso Giuseppe Gargani, un nome non gradito a molti dei "rinnovati" democristiani, specie a chi ritiene che l'assemblea dei soci debba essere del tutto sovrana nel decidere il suo presidente e che chi aveva avuto ruoli di peso nella "vecchia" Dc non debba per forza riproporsi.
In ogni caso, a un mese dall'assemblea, il gruppo è determinato a riportare la Democrazia cristiana sulla scena politica, possibilmente "con un programma diverso e nuovo, perché parla al portafogli della gente", come rivendica Pellegrino Leo, che vorrebbe puntare soprattutto sull'introduzione della moneta complementare come biglietto di Stato a corso legale, "senza uscire minimamente dal sistema Euro, ma ovviando alla mancanza di danaro stampandolo e recuperando sovranità monetaria". Di certo il gruppo mostra di non aver paura di eventuali azioni legali da parte di coloro - dirigenti del Ppi compresi - che negli anni hanno ritenuto di rappresentare correttamente la Democrazia cristiana e i suoi interessi: "Loro ormai sono prossimi al rinvio a giudizio... divino - li liquida con sarcasmo Leo - ripeto per l'ennesima volta che noi il patrimonio che fu della Dc non lo vogliamo, se lo tengano pure se vogliono, risponderanno con la loro coscienza delle loro colpe. A noi interessa semplicemente riavere il nostro partito, dopo che per anni era stato dato per morto".  

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