Dopo la chiamata delle idee, ora tocca scegliere: come annunciato nei giorni scorsi, La Destra e Azione Nazionale, nel loro percorso verso il congresso del prossimo fine settimana che sancirà la nascita di un "polo sovranista", hanno pubblicato sul sito tanto gli esiti del sondaggio sui segni distintivi del nuovo soggetto politico, come pure le proposte ricevute per il nome e il simbolo. Su queste militanti e simpatizzanti dei soggetti politici legati a Francesco Storace e Gianni Alemanno saranno chiamati a esprimersi, per poi lasciare la scelta finale al congresso.
Come c'era da aspettarsi, c'è veramente di tutto e, soprattutto sul piano grafico, la varietà è ampia, al punto tale che sarà necessario dividere gli emblemi proposti in categorie.
I risultati del sondaggio
Innanzitutto vale la pena vedere gli esiti del sondaggio che gli amministratori del sito avevano proposto per orientare la scelta della denominazione e dell'emblema, coinvolgendo anche chi non fosse stato in grado di presentare una proposta grafica. Premesso che i risultati della survey sono forniti solo in chiave relativa (cioè senza riferimento al numero assoluto dei voti, totali e per le singole risposte), i risultati sono stati variegati a seconda delle domande poste e, in qualche caso, sorprendenti.
Se il 44,3% dei partecipanti, ad esempio, vorrebbe l'inserimento della parola "destra" nel nome, il fronte dei contrari arriva al 44%, dunque con una sostanziale parità. In più, quasi due interpellati su tre (il 63,2%, contro il 32,32% dei 'no') vogliono la fiamma nel simbolo, a differenza della fiaccola (non la vuole il 45,9%, a fronte del 37,5% del 'sì'), ma oltre due terzi dei votanti ritengono inopportuno richiamare il simbolo di An (67,1%, contro il 26,4% del 'sì'); c'è comunque la convinzione che il nuovo emblema non debba essere l'elaborazione né di quello della Destra (59,9%, mentre i 'sì' sfiorano il 25%) né di quello di Azione nazionale (57,3%, contro quasi il 26,7% di favorevoli).
Il 47,2% si pronuncia contro l'inserimento di "sovranità/sovranismo" nel nome (i favorevoli sono il 41,4%) e anche di "patria" (è a favore il 36,8%), segno che i tempi sono davvero cambiati, ma la stessa battaglia sovranista sembra interessare nei contenuti più che nel nome. Da ultimo, il 55,9% preferisce chiamare "movimento" il nuovo soggetto politico, piuttosto che "partito".
Quale nome?
Se questi sono i risultati del sondaggio, vanno subito dopo passate in rassegna le proposte nominali e grafiche di chi ha partecipato alla call for ideas: conviene partire dai nomi, anche perché alcuni saranno proposti soltanto qui, senza essere trasformati in qualche proposta di emblema. Si contano in tutto 43 proposte di nomi. Qualcuno ovviamente ha suggerito di utilizzare uno dei nomi dei gruppi politici che stanno costruendo il nuovo soggetto (La Destra e, volendo, La Destra Sovranista), oppure di accostarli (Azione Nazionale - La Destra Sovranista; Destra Azione Nazionale e poi Andi, che non si riferisce ai dentisti italiani ma sta per Azione Nazionale di Destra Italiana) o ancora di fonderli in qualche modo (DestrAzione, che però sembra avere poche speranze, vista la fin troppo evidente affinità a "distrazione").
Altri hanno preferito guardare ad altre forme di "usato sicuro", ad esempio rispolverando Prima l'Italia (il gruppo vicino a Gianni Alemanno: lo rivedremo in seguito) o Destra Nazionale (facendo forse contenti i nostalgici missini dal 1972 in avanti, ma sicuramente col rischio di irritare Gaetano Saya e Maria Cannizzaro, che rivendicano per il "loro" Msi quell'espressione); c'è anche un Patria Sociale, che ricorda il Movimento patria sociale, la cui storia però non è molto lunga (quindi può anche darsi che non sia noto a chi ha proposto quel nome). Restando in "area destra", ci sono poi una Nuova Destra Nazionale, un Movimento a Destra e una Destra Confederata a completare il quadro.
Altre proposte hanno fatto leva sui concetti di sovranità o di sovranismo: SovranItalia; Italia Sovrana; Movimento per la Sovranità Italiana e Movimento Sovranista Italiano (e chissà come mai la sigla di queste ultime due è Msi...); Italiani Sovrani; Fronte Sovranista italiano. C'è persino un Movimento Sovranista Cristiano, per caratterizzare ulteriormente l'azione e l'identità del nuovo soggetto politico, anche se non è detto che tutti possano riconoscersi in quell'aggettivo.
C'è chi ha lavorato sull'idea di Italia: Impegno Italiano; Missione Italia (sembra quasi fare il verso a Direzione Italia di Fitto); Rinascita Italiana, L'Italia s'è desta (quasi in sfida a Fratelli d'Italia), Partito italiano (nome ancora più generico di quanto fu accusato di essere Forza Italia; sarebbe legittimo, ma non potrebbe impedire a nessuno in seguito di usare quelle due parole nella denominazione), Programma Italia (già utilizzato in politica nel 1994 da una lista, che peraltro si beccò gli strali dell'omonima società del gruppo Fininvest) e Ricostruiamo l'Italia. Altri hanno insistito sul concetto di patria (La Patria, appunto) o di nazione (con la variante del nazionalismo), magari accompagnato al tema identitrio: Partito Nazionale Repubblicano; Orgoglio Nazionale; Movimento di Identità Nazionale; Movimento Indipendenza Nazionale; Movimento Nazionale; Identità Nazionale; Polo Nazionale Italiano; Fronte Sociale Identitario; Nazionalisti Italiani; Unione per la Nazione e Area Nazionale (e anche qui la sigla An non sembra affatto lasciata al caso...).
Completano l'elenco dei nomi da votare il generico Partito Conservatore, Nuova Linea (quasi a voler riprendere la testata fondata da Pino Rauti negli anni '70); il dinamico (ma non connotato politicamente) Cambiamento, Paese Futuro (con un risvolto quasi aziendal-produttivo) e l'articolato Partito Populista Lavoro e Dignità (non facile da chiudere in una sigla pronunciabile, ma questo è un altro discorso).
Quale simbolo?
Dopo la carrellata dei nomi, è giunto il momento di passare ai simboli: ne sono stati messi in votazione 42. A prescindere dalla loro qualità (il livello non sembra altissimo), la varietà delle soluzioni offerte richiede una divisione delle proposte in categorie: quella che segue, ovviamente, è solo una delle classificazioni possibili. Si comincia!
Déjà vu
La prima categoria di simboli da vedere è facilmente battezzabile come déjà vu, proprio perché di fatto guardarli non può non dare la sensazione di "già visto", sia pure per ragioni diverse. Qualcuno, ad esempio, ha proposto di riutilizzare il simbolo di Prima l'Italia, la già citata associazione politica che faceva riferimento a Gianni Alemanno; altri hanno conservato il nome della sua ultima creatura politica, Azione nazionale, accompagnandolo però al disegno della fiamma del Front National ultima versione, in cui l'autore ha avuto cura di ricavare due "lingue appuntite", per richiamare il vecchio simbolo della destra italiana.
Decisamente da dimenticare il simbolo - ovale - di Sovranità nazionale, che attorno alla rosa dei venti tricolore pone le miniature quasi invisibili - sull'azzurro del fondo - dei simboli di Azione nazionale e della Destra. Molto meglio, allora, il contrassegno disegnato per La Destra nazionale che unisce in modo molto più armonico i due emblemi.
Continuando nell'analisi del "già visto", a qualcuno è venuto in mente persino di recuperare il simbolo di Destra sociale - Fiamma tricolore, che quest'ultima aveva presentato per correre alle europee del 2009 (e che era stato bocciato perché nella struttura somigliava troppo a quello di An). Destra sociale appare anche su un altro emblema, molto semplice ma forse tra i migliori, con la scritta traforata su fondo blu sfumato e con un tricolore piegato, di buon effetto. Almeno passabile è il risultato grafico del Movimento nazione Italia, che - al di là delle parole, scritte in marrone e nero - si affida alla sola fiaccola del Fronte della Gioventù. Male, decisamente male il Fronte sovranista italiano, che offre alla valutazione un emblema (ovale) molto vuoto e sbilanciato, davvero di difficile appeal per elettori, militanti e dirigenti.
Decisamente da dimenticare il simbolo - ovale - di Sovranità nazionale, che attorno alla rosa dei venti tricolore pone le miniature quasi invisibili - sull'azzurro del fondo - dei simboli di Azione nazionale e della Destra. Molto meglio, allora, il contrassegno disegnato per La Destra nazionale che unisce in modo molto più armonico i due emblemi.
Continuando nell'analisi del "già visto", a qualcuno è venuto in mente persino di recuperare il simbolo di Destra sociale - Fiamma tricolore, che quest'ultima aveva presentato per correre alle europee del 2009 (e che era stato bocciato perché nella struttura somigliava troppo a quello di An). Destra sociale appare anche su un altro emblema, molto semplice ma forse tra i migliori, con la scritta traforata su fondo blu sfumato e con un tricolore piegato, di buon effetto. Almeno passabile è il risultato grafico del Movimento nazione Italia, che - al di là delle parole, scritte in marrone e nero - si affida alla sola fiaccola del Fronte della Gioventù. Male, decisamente male il Fronte sovranista italiano, che offre alla valutazione un emblema (ovale) molto vuoto e sbilanciato, davvero di difficile appeal per elettori, militanti e dirigenti.
ANcora
Tra gli emblemi che ricordano decisamente qualcosa di già visto, spiccano quelli che si rifanno, senza troppi giri di grafica, a quello di Alleanza nazionale. Quest'operazione in qualche caso è fatta con un minimo di stile ed eleganza: si vedano, per esempio, i due emblemi di Azione nazionale, con il fondo in gran parte blu e la fiamma del Front National prima maniera ricolorata di verde, con o senza l'aggiunta della scritta "Movimento sovranista italiano"; peccato per i contorni dei cerchi sbocconcellati e per l'impressione non proprio perfetta data dal nome, se solo lo si guarda da più vicino.
Altre realizzazioni sono meno gradevoli, soprattutto perché rendono evidente un'opera di "taglia e incolla" (a giudicare da come alcune lettere sono state maltrattate) che non pare troppo soddisfacente.
Un po' meglio il simbolo di Identità nazionale, che mette la fiaccola intera del Fronte della Gioventù al posto della "pulce" del Msi e sostituisce "Alleanza" con "Identità" (ma si vede a occhio che la font è diversa); meno bene il simbolo di Alleanza per l'Italia (nome molto rutelliano) che mostra come il "per" sia un'evidente "pecetta", mentre la fiamma della fiaccola appena citata viene più o meno incastrata nella parte bianca del simbolo (in cui è ancora presente la dicitura "Centrodestra nazionale" dismessa da Fratelli d'Italia). Davvero da dimenticare, poi, il simbolo di Identità nazionale - La Destra Sociale, con scritte invisibili e un improponibile contorno nero persino intorno al quadrato che contiene il cerchio con la fiamma.
Altre realizzazioni sono meno gradevoli, soprattutto perché rendono evidente un'opera di "taglia e incolla" (a giudicare da come alcune lettere sono state maltrattate) che non pare troppo soddisfacente.
Un po' meglio il simbolo di Identità nazionale, che mette la fiaccola intera del Fronte della Gioventù al posto della "pulce" del Msi e sostituisce "Alleanza" con "Identità" (ma si vede a occhio che la font è diversa); meno bene il simbolo di Alleanza per l'Italia (nome molto rutelliano) che mostra come il "per" sia un'evidente "pecetta", mentre la fiamma della fiaccola appena citata viene più o meno incastrata nella parte bianca del simbolo (in cui è ancora presente la dicitura "Centrodestra nazionale" dismessa da Fratelli d'Italia). Davvero da dimenticare, poi, il simbolo di Identità nazionale - La Destra Sociale, con scritte invisibili e un improponibile contorno nero persino intorno al quadrato che contiene il cerchio con la fiamma.
Nostalgici
Tra le molte proposte ricevute, due sembrano davvero guardare al passato, e nemmeno quello di An o del Msi, ma ben più indietro. A suggerirlo è la corona d'alloro che campeggia - con tanto di parola latina Victrix, "vincitrice" - sul simbolo di Azione destra nazionale, basato su uno stendardo tra il vermiglio e il terra di Siena, con tanto di frange in canottiglia, al quale è stato discutibilmente sovrapposto il nome scelto per il soggetto politico. La stessa corona, o almeno qualcosa di molto simile (anche se è tinta coi colori della bandiera) appare sul simbolo del Fronte sociale identitario, che sul fondo blu - sul quale spicca il nome imperdibilmente scritto in font Algerian... - contiene anche tre diverse fiammelle e due elementi geometrici non meglio precisati (e se, volendo spararla grossa, somigliassero alle due lame di una scure?).
Artigianali e 0.0
Almeno il primo dei due emblemi visti ora, a dire il vero, oltre che nostalgico pareva molto artigianale (nel senso di "fatto in casa" e "a mano"), con pochi mezzi grafici e magari usati male. In tale categoria rientrano vari simboli (oltre ad alcuni segnalati prima), sia pure per motivi piuttosto diversi tra loro.
Nessun dubbio sull'artigianalità di Destra nazionale, che su un fondo blu dai contorni sbocconcellati colloca la fiaccola ritagliata e altrettanto vale per il nome (peraltro tratto dal simbolo di Destra nazionale che doveva sostenere Storace alle ultime comunali di Roma e che questo sito aveva ricavato da una foto). Altrettanto artigianale e di scarsa efficacia appare il simbolo di Nazione Italia, con le lettere del nome collocate nella corona bianca come se fossero trasferelli e con una grafica quadricolore e decisamente indecifrabile nel cerchio centrale. Leggermente più curati, ma dall'effetto grafico non proprio esaltante - anche per la loro forma rettangolare, comunque da inserire in un cerchio - sono i simboli di Italia repubblicana (con il nome ondeggiato e ombreggiato e la frase "L'Italia del 21° secolo" che quasi spariscono nell'immensità del tricolore, unico elemento del cerchio) e del Movimento sovranista cristiano, che accanto a due scie di gesso o "spruzzate" utilizza l'immagine delle due mani che si toccano (decisamente tornata di moda dopo il Rinascimento di Vittorio Sgarbi) e in un angolo piazza la fiammella tricolore, senza apparenti ragioni per metterla proprio lì.
L'elenco prosegue con le sagome umane tricolori di Popolo sovrano, graficamente più corrette e più pulite di altre soluzioni, ma oggettivamente non di grande impatto per chi si trova a guardare l'emblema. Ci sono poi due contrassegni di forma ovale, inseriti qui per ragioni grafiche: il Fronte sociale italiano denota un uso poco appetibile dei colori (anche se usa in modo interessante il tricolore come S) e del Times New Roman; la doglianza del carattere - lo stesso - vale anche per il Movimento sovranista italiano, che appesantisce e invecchia il simbolo a contenuto fotografico con il nome in Times. Ed è, anche qui, solo una ragione di font che ha portato in questa categoria un simbolo come quello di Azione destra, tutto meno che artigianale e graficamente mal congegnato: carini la circonferenza e il contorno dell'Italia "pennellati", fine il carattere scelto, ma proprio per questo poco adatto a una rappresentazione d'impatto come dovrebbe essere quella di un emblema politico.
Restano da vedere poi due emblemi unici, nel loro genere. Il primo, di Il popolo italiano - Partito nazionale sovrano, sarebbe anche curato, con una fiammella alla Le Pen e due archetti verdi, ma è impossibile da leggere (nella figura e nel nome) a causa del rettangolo nero che confonde tutto (sarà che la grafica è stata mandata in formato gif o png e, quando è stata trattata per la pubblicazione, le trasparenze sono diventate nere?). Il secondo, del tutto privo di nome, riporta soltanto la parte centrale dello stemma della Pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori, tra l'altro ricavata da una placchetta metallica scontornata: è di tutta evidenza, per giunta, che un emblema come questo è inutilizzabile nell'agone politico come nelle competizioni elettorali.
Nessun dubbio sull'artigianalità di Destra nazionale, che su un fondo blu dai contorni sbocconcellati colloca la fiaccola ritagliata e altrettanto vale per il nome (peraltro tratto dal simbolo di Destra nazionale che doveva sostenere Storace alle ultime comunali di Roma e che questo sito aveva ricavato da una foto). Altrettanto artigianale e di scarsa efficacia appare il simbolo di Nazione Italia, con le lettere del nome collocate nella corona bianca come se fossero trasferelli e con una grafica quadricolore e decisamente indecifrabile nel cerchio centrale. Leggermente più curati, ma dall'effetto grafico non proprio esaltante - anche per la loro forma rettangolare, comunque da inserire in un cerchio - sono i simboli di Italia repubblicana (con il nome ondeggiato e ombreggiato e la frase "L'Italia del 21° secolo" che quasi spariscono nell'immensità del tricolore, unico elemento del cerchio) e del Movimento sovranista cristiano, che accanto a due scie di gesso o "spruzzate" utilizza l'immagine delle due mani che si toccano (decisamente tornata di moda dopo il Rinascimento di Vittorio Sgarbi) e in un angolo piazza la fiammella tricolore, senza apparenti ragioni per metterla proprio lì.
L'elenco prosegue con le sagome umane tricolori di Popolo sovrano, graficamente più corrette e più pulite di altre soluzioni, ma oggettivamente non di grande impatto per chi si trova a guardare l'emblema. Ci sono poi due contrassegni di forma ovale, inseriti qui per ragioni grafiche: il Fronte sociale italiano denota un uso poco appetibile dei colori (anche se usa in modo interessante il tricolore come S) e del Times New Roman; la doglianza del carattere - lo stesso - vale anche per il Movimento sovranista italiano, che appesantisce e invecchia il simbolo a contenuto fotografico con il nome in Times. Ed è, anche qui, solo una ragione di font che ha portato in questa categoria un simbolo come quello di Azione destra, tutto meno che artigianale e graficamente mal congegnato: carini la circonferenza e il contorno dell'Italia "pennellati", fine il carattere scelto, ma proprio per questo poco adatto a una rappresentazione d'impatto come dovrebbe essere quella di un emblema politico.
Restano da vedere poi due emblemi unici, nel loro genere. Il primo, di Il popolo italiano - Partito nazionale sovrano, sarebbe anche curato, con una fiammella alla Le Pen e due archetti verdi, ma è impossibile da leggere (nella figura e nel nome) a causa del rettangolo nero che confonde tutto (sarà che la grafica è stata mandata in formato gif o png e, quando è stata trattata per la pubblicazione, le trasparenze sono diventate nere?). Il secondo, del tutto privo di nome, riporta soltanto la parte centrale dello stemma della Pattuglia Acrobatica Nazionale Frecce Tricolori, tra l'altro ricavata da una placchetta metallica scontornata: è di tutta evidenza, per giunta, che un emblema come questo è inutilizzabile nell'agone politico come nelle competizioni elettorali.
Pennarellisti
Una menzione a parte, nella categoria dei simboli "artigianali", va riservata ai cosiddetti "pennarellisti", che prevedono un uso massiccio - o comunque ben identificabile - dei pennarelli per colorare l'emblema.
Il tutto è evidente soprattutto con l'emblema di Destra nazionale, che ricostruisce il setting del simbolo della Destra quasi tutto a pennarello, lasciando addirittura molti tratti di matita ben in vista. Più discreto è l'uso degli stessi colori a feltro per la Destra confederata - Stato Sovrano, almeno nella parte che colora la fiamma (mentre non è dato sapere cosa sia il fregio rosso che le sta dietro); lascia perplesso, invece, il nome incollato con due pecette nella parte superiore. Si accontenta di molto meno Movimento a destra, che traccia in un rettangolo un arcobalenino tricolore e scrive il nome a destra (ovviamente), rigorosamente a mano: difficile che quest'ultima idea sfondi e, nel caso, avrebbe bisogno di essere profondamente ripensata...
Il tutto è evidente soprattutto con l'emblema di Destra nazionale, che ricostruisce il setting del simbolo della Destra quasi tutto a pennarello, lasciando addirittura molti tratti di matita ben in vista. Più discreto è l'uso degli stessi colori a feltro per la Destra confederata - Stato Sovrano, almeno nella parte che colora la fiamma (mentre non è dato sapere cosa sia il fregio rosso che le sta dietro); lascia perplesso, invece, il nome incollato con due pecette nella parte superiore. Si accontenta di molto meno Movimento a destra, che traccia in un rettangolo un arcobalenino tricolore e scrive il nome a destra (ovviamente), rigorosamente a mano: difficile che quest'ultima idea sfondi e, nel caso, avrebbe bisogno di essere profondamente ripensata...
Tedofori
Se le fiamme hanno richiamato l'attenzione di molti, c'è anche chi ha preferito puntare sulla fiaccola come elemento centrale delle proprie creazioni; generalmente, tuttavia, il disegno scelto per l'oggetto (essenzialmente per la sua forma), più che richiamare il passato del Fronte della Gioventù o il presente della Destra di Storace, sembra rimandare alle fiaccole che i tedofori delle Olimpiadi si passano tra loro per portare a destinazione la fiamma olimpica. E' il caso, ad esempio, della grafica adottata da Italia sovrana, che alla sagoma quasi impalpabile dello Stivale sovrappone le due fiaccole le cui fiamme s'intrecciano (quasi come fossero mani); il segmento superiore verde, con il nome in una "lunetta", e le iniziali del nome scritte in una font molto ricercata, tuttavia, sembrano davvero poco efficaci.
Altri tre emblemi con le fiaccole, invece, sono certamente frutto della stessa mano, per l'identico disegno delle fiaccole, per la forma ovale e perché condividono lo stesso nome, Sovranità nazionale (la sagoma dell'Italia scelta, a dire il vero, potrebbe far pensare che anche l'emblema visto prima abbia il medesimo autore). Due sono a fondo tricolore e si distinguono solo per il colore con cui è presentata l'Italia nel cerchio posto nella parte inferiore (in bianco o in nero); un terzo sceglie la versione in nero, ma la inserisce in un emblema che ricorda molto il simbolo di An e ancora di più quello di Fratelli d'Italia, grazie alla fascetta tricolore ripiegato presente al centro, a mo' di diametro. Quest'ultimo simbolo esiste anche in un'altra versione, che pone l'Italia bianca su fondo blu e mette al di sotto anche due nastrini, uno rosso e uno verde, quasi identici - tranne che per i colori, ovviamente. - a quelli appena sfoggiati da Rosario Crocetta nel suo #RiparteSicilia.
Altri tre emblemi con le fiaccole, invece, sono certamente frutto della stessa mano, per l'identico disegno delle fiaccole, per la forma ovale e perché condividono lo stesso nome, Sovranità nazionale (la sagoma dell'Italia scelta, a dire il vero, potrebbe far pensare che anche l'emblema visto prima abbia il medesimo autore). Due sono a fondo tricolore e si distinguono solo per il colore con cui è presentata l'Italia nel cerchio posto nella parte inferiore (in bianco o in nero); un terzo sceglie la versione in nero, ma la inserisce in un emblema che ricorda molto il simbolo di An e ancora di più quello di Fratelli d'Italia, grazie alla fascetta tricolore ripiegato presente al centro, a mo' di diametro. Quest'ultimo simbolo esiste anche in un'altra versione, che pone l'Italia bianca su fondo blu e mette al di sotto anche due nastrini, uno rosso e uno verde, quasi identici - tranne che per i colori, ovviamente. - a quelli appena sfoggiati da Rosario Crocetta nel suo #RiparteSicilia.
NazionalPolari
Non c'è alcun dubbio che altri tre emblemi siano stati proposti dalla stessa persona. Il nome scelto per questa sezione deriva inevitabilmente dalla denominazione scelta, Polo nazionale italiano, ma guardando alla grafica si sarebbe tentati di ribattezzarla "Neon dall'alto".
Se si guarda bene, infatti, sembra scritto con luci (tricolori) al neon il nome scelto per il partito, è definito al neon (stavolta, più classicamente, in giallo e con l'alone intorno) il confine dell'Italia e sembra sempre al neon la luce gialla che, in una delle varianti, rende possibile la lettura delle parole "Patria Sovranità", mentre l'Italia questa volta è sagomata in azzurro (e la sigla nella fascia chiara in basso si allarga, da Pni a Pnit); in tutti i casi, la prospettiva data agli elementi suggerisce una visione dall'alto, leggermente "da dietro". La realizzazione è curata, anche se l'effetto non è dei più eleganti e identitari.
Se si guarda bene, infatti, sembra scritto con luci (tricolori) al neon il nome scelto per il partito, è definito al neon (stavolta, più classicamente, in giallo e con l'alone intorno) il confine dell'Italia e sembra sempre al neon la luce gialla che, in una delle varianti, rende possibile la lettura delle parole "Patria Sovranità", mentre l'Italia questa volta è sagomata in azzurro (e la sigla nella fascia chiara in basso si allarga, da Pni a Pnit); in tutti i casi, la prospettiva data agli elementi suggerisce una visione dall'alto, leggermente "da dietro". La realizzazione è curata, anche se l'effetto non è dei più eleganti e identitari.
Triangolisti
Tra gli emblemi che sono evidentemente frutto della stessa mente e delle stesse mani ci sono i quattro simboli a fondo blu, con un triangolo equilatero inscritto nel cerchio. Messa subito da parte ogni tentazione di riferire quella forma geometrica a significati massonici, non sembrerebbe improbabile trovare qualche significato religioso (cristiano-cattolico) al triangolo; non sarebbe da scartare nemmeno l'ipotesi di riferirlo alla triade Dio-Patria-Famiglia, non certo lontana da quest'area politica.
Il triangolo, peraltro, se ben riempito può ricordare la vecchia fiamma, oppure può essere lo spazio per inserire la stessa fiamma o la fiaccola del Fronte della Gioventù. In ogni caso, si mantiene sempre la base trapezoidale, con la sigla Mdn, che sta per Movimento destra nazionale. Con la possibilità che, in una crasi dei due nomi esistenti, si costruisca invece Azione destra nazionale (Adn). Si tratta, in ogni caso, di emblemi che mostrano una certa cura grafica.
Il triangolo, peraltro, se ben riempito può ricordare la vecchia fiamma, oppure può essere lo spazio per inserire la stessa fiamma o la fiaccola del Fronte della Gioventù. In ogni caso, si mantiene sempre la base trapezoidale, con la sigla Mdn, che sta per Movimento destra nazionale. Con la possibilità che, in una crasi dei due nomi esistenti, si costruisca invece Azione destra nazionale (Adn). Si tratta, in ogni caso, di emblemi che mostrano una certa cura grafica.
Scudi italiani
Gli ultimi due emblemi da analizzare provengono sempre verosimilmente dallo stesso creatore, come sembra suggerire la struttura grafica e cromatica simile e anche il segno di copyright, non visibile in altre proposte. Il concetto è sempre quello della sovranità nazionale, che sia espresso come Italia sovrana o come Italiani sovrani: in entrambi i casi il testo sul simbolo ha l'effetto tridimensionale, anche se risulta molto più fine e moderno quello "metallizzato" del primo emblema rispetto a quello con le "scie" del secondo. Quando allo scudo tricolore - in entrambi i casi su fondo azzurro - è interessante la versione dell'insegna tridimensionale e tagliata al centro per ricavare una freccia, mentre è meno gradevole la seconda soluzione (che in più non potrebbe in alcun modo portare l'immagine dello stemma della Repubblica italiana).
Impossibile ovviamente sapere quali ipotesi di queste saranno poi considerate al congresso (dopo, si suppone, un'adeguata "cura grafica"). Di certo non ci sarà la proposta, volutamente esagerata e provocatoria, che Marco D'Ambrosio, in arte Makkox, ha realizzato per Gazebo (Rai3) nella puntata del 7 febbraio. Davanti a un esterrefatto Diego "Zoro" Bianchi, infatti, è comparso il simbolo che cercava di inserire tutti gli elementi che il conduttore e Andrea Salerno avrebbero voluto inserire nel simbolo in base alla compilazione del sondaggio presente sul sito ("Se Alemanno te chiede 'na mano, ma che fai, nun gliela dai?"). Il risultato, inquietante, è il Movimento del partito di destra sovranista per il fronte alleato della Patria non so, un guazzabuglio nominale e grafico che se non altro fa sorridere, sia pure con molta amarezza...
Immagine tratta dalla pagina Facebook di Gazebo. Diritti riservati |
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