Sperava certamente di diventare presidente degli Stati Uniti d'America, ma probabilmente Donald Trump non poteva immaginare che sarebbe finito, con tutta probabilità, sulle schede elettorali di Carrara. Il cognome del neopresidente degli Stati Uniti, infatti, sarebbe pronto a essere trasformato in un brand elettorale, per un progetto che parte dai territori, ma che potrebbe espandersi, fino a raggiungere dimensoni ben più ampie.
L'idea di presentare una Lista Trump è venuta a Gianni Musetti, 31 anni, Lui, che vive a Carrara, la politica la pratica da tempo, sempre all'interno del centrodestra: in passato è stato consigliere comunale per An, in seguito ha aderito a La Destra e oggi è segretario nazionale di Gioventù italiana, il gruppo giovanile legato a quel partito. Per lui, Donald Trump è un modello, dal quale il centrodestra italiano dovrebbe ripartire per rigenerarsi.
"Fino a poche settimane fa - mi spiega - mi sentivo un po' orfano, politicamente quelli come me erano in una sorta di limbo, non si sapeva più che cosa succedeva davvero nel centrodestra. Bada, l'Italia è una nazione che ha votato centrodestra e che in maggioranza è tuttora di quell'area, ma è divisa in tante sigle politiche, da Forza Italia a Fratelli d'Italia, fino alla Lega Nord, ma in tanti hanno votato e votano anche il MoVimento 5 Stelle: non è un caso che molti di noi, se non hanno un loro candidato al ballottaggio, finiscono per preferire quello del M5S e fanno bene, sempre meglio loro che la sinistra. Resta il fatto che tutto questo grande patrimonio di centrodestra va raccolto, in qualche modo".
Ci voleva un'idea, un'ispirazione, e quell'uomo appena diventato presidente era l'occasione che Musetti cercava: "La vittoria di Trump, prima sbeffeggiato poi votato dalla maggioranza degli americani, ha raccolto tutto l'interesse del centrodestra italiano: si sono tutti ritrovati in lui, sui social network ma non solo. Da più parti si chiedeva a gran voce un Trump italiano, si invocava uno come lui: ovviamente siamo in un altro paese e non è possibile avere uno come lui, ma possiamo partire da lui e dare un primo segnale, a chi è di quest'area e al resto della politica. Il problema è che noi di centrodestra abbiamo sempre avuto l'idea del leader, abbiamo voluto e vorremmo un capo forte; quando però il leader non c'è più, perché muore o viene messo in condizione di non poter più operare, come è accaduto a Berlusconi, beh, siamo smarriti. A quel punto, se non c'è un leader, serve almeno un modello forte e Trump certamente lo è".
Certo, per evocare Trump, ci voleva un emblema adatto e qualcuno ci ha già pensato, con un contrassegno a stelle e strisce in salsa tricolore e, manco a dirlo, col cognome di Trump ben in vista: "Ammetto che il simbolo è un po' il mio orgoglio - continua Musetti - ed è partito da un'idea di fondo chiara che avevamo: volevano i colori dell'Italia, ma proponendoli con una grafica, con un motivo che rimandasse immediatamente agli Stati Uniti e al loro presidente. Graficamente il logo è stato studiato da Roberto Bianchi, una persona legata al nostro gruppo: obiettivamente è un emblema molto efficace e in grado di parlare da sé, è facile da riconoscere e in più volutamente non somiglia a nessun simbolo tra quelli già esistenti".
Ci si prepara dunque a far scendere un po' di America nella competizione italiana? "In realtà no. - precisa - Vedi, noi non siamo pro-America, siamo per Trump: ci piacciono molte cose di lui, compreso il fatto che non vuole più che gli States facciano la polizia del mondo, non giudica positivamente la Nato e dice che gli Stati devono cavarsela da soli. Ne siamo convinti, il mondo così può crescere senza conflitti. Poi, anche grazie a Trump, dobbiamo considerare morto e sepolto il politichese: ormai nel centrodestra si può dire che abbiamo smesso di dire quello che pensavamo per non farci chiamare "fascisti" dalla sinistra che dà dei fascisti, forse anche per questo la gente non ci vota più come un tempo. Trump, invece, dice esattamente quello che la gente pensa, sarà provocatorio ma lo votano, mentre una buona parte dei leader italiani non fa cosi; si distingue giusto Salvini, in qualche modo dice quello che pensa, ma per ora ha radici essenzialmente al nord e avrebbe bisogno di costruire una Lega nazionale, ci sta comunque provando ma restando al Nord è difficile andare oltre".
E a proposito di partiti nazionali, qualcuno si sarebbe già interessato per non lasciare l'esperimento della Lista Trump a livello locale: "Oggi, per esempio, ho sentito Francesco Storace: mi ha proposto di vederci a Roma e parlarne. Mi ha cercato anche un altro leader, su posizioni maggiormente di centro, ma per ora non posso dire il nome: mi limito a dire che questa persona poco tempo fa aveva l'idea di fondare un partito anche se poi non lo ha fatto. Se il centrodestra recupera anche i moderati, può vincere". E se accostare il nome di Trump ai moderati appare azzardato, Musetti è pronto a precisare: "Guarda che Trump è un moderato: il suo parlare certo non lo è, ma lui è liberale: fa solo gli interessi americani e quello che ha detto nel suo programma".
A livello nazionale è già stato preparato l'emblema con il solo cognome di Trump, mentre potranno modificare quello coniato a Carrara i gruppi che nei vari comuni vorranno presentare liste: "Mi hanno chiamato da La Spezia, da Lucca, da Sicilia e Sardegna. Ovviamente noi non ci sentiamo i leader di una lista che possono decidere chi usa il simbolo e come questo deve comportarsi: a chi ci contatta diciamo che, se un gruppo ha determinate idee, in sintonia con quelle di Trump e con le nostre, e se il simbolo viene giudicato efficace, può usarlo senza problemi".
Certo, presentare una lista non è una passeggiata, servono comunque le sottoscrizioni dei sostenitori e a Carrara ne occorrono almeno 200: "La cosa non mi spaventa - chiarisce Musetti - mi è capitato altre volte di mettere in piedi liste e 200 firme si raccolgono piuttosto bene; del resto, non riuscire a raccogliere nemmeno queste significherebbe non poter guardare a traguardi più ambiziosi. Pensiamo che il simbolo possa avere successo, lo dimostrano il successo mediatico della mia iniziativa e i commenti che sta ricevendo sui social". Anche il fattore tempo non è troppo a favore di Musetti, ma lui non si perde d'animo: "Abbiamo poco tempo, è vero, ma Trump è riuscito a vincere anche se si è candidato dal giorno alla notte e a lungo è stato solo contro tutti. A Carrara ovviamente correremmo per vincere, come tutti, ma noi siamo stati sinceri dall'inizio: la sfida è difficile, in un comune molto rosso come questo, anche se il malcontento qui è forte e la sinistra rischia di perdere. Chiediamo comunque alla gente di votarci, anche se non dovessero ritenerci in grado di approdare al ballottaggio: l'importante è costruire un'opposizione forte di centrodestra, per evitare che, chiunque vinca, possa compiere scelte che fanno male a Carrara".
Chissà che faccia faranno i funzionari chiamati a ricevere i materiali delle liste, davanti alle prime liste che, per far presa sugli elettori, sfrutteranno il nome di un politico di un'altra nazione (difficile che qualcuno vada a chiedere al neopresidente di autorizzare la sua presenza nell'emblema). E se per le europee ci si era limitati a citare nel simbolo il candidato alla guida della Commissione europea, nessuno aveva mai osato spingersi oltreoceano. Almeno fino a oggi...
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