sabato 4 febbraio 2017

LiberaLucca, l'idea di Pera per la rinascita della città

Dopo la sua presenza in Senato per quattro legislature (le prime tre per Forza Italia, la quarta - in continuità - per il Pdl), una delle quali da presidente di Palazzo Madama, era difficile pensare che Marcello Pera volesse rimettersi in gioco in una dimensione locale. Lo ha fatto invece nella sua Lucca, mettendo in campo un progetto destinato a trasformarsi in una lista civica, dal nome significativo di LiberaLucca
Un progetto lanciato da un appello di Pera in piena regola, rilanciato dai giornali e dai social network: "È mia convinzione - inizia il filosofo, senza mezzi termini - che Lucca sia entrata da tempo in una stagione di declino e che solo una rinascita della sua antica coscienza civile possa salvarla". Una crisi non solo derivante da fattori esterni e non solo economica, secondo l'ex senatore, ma prima di tutto riguardante "la creatività, la capacità di intrapresa, l’innovazione, la prontezza di risposta, la voglia di inventare, sfidare, fare da sé. In una parola sola: la crisi riguarda l’orgoglio cittadino". 
Una città "inerte e senza voce", anche per colpa di una politica locale che "non sta facendo la sua parte", caratterizzandosi essenzialmente per "freni, ostacoli, divieti, chiusure, mancanza di visione, totale assenza di coraggio", che porta gli amministratori a subire e accettare "tutto ciò che accade, il buono come il cattivo, in modo occasionale e senza progetti" e a non aver risolto mancanze e problemi seri, a partire da quello della mobilità, una partita in cui sarebbe profondamente assente anche la regione, che secondo Pera "gioca ora lo scontro politico Renzi-Rossi sulla pelle dei lucchesi e con l’acquiescenza dell’amministrazione lucchese". Per lui la verità è che "i partiti di sinistra svendono Lucca" e quelli di centrodestra "non sanno contrapporsi": conclusione, "solo Lucca può salvare Lucca, solo lucchesi consapevoli della propria storia,orgogliosi dell’antica grandezza, convinti di potersi governare da sé e di ritornare protagonisti, possono ridare la carica alla città". 
Ecco spiegata la chiamata di Pera rivolta a lucchesi di ogni sorta e competenza "che vogliano partecipare alla rinascita della città", "intendano discutere insieme un’agenda seria e fattibile" e mettere in campo "idee innovative e coraggiose". Chiamata che si traduce, appunto, in LiberaLucca, "non per avere candidature o poltrone o rappresentanze o compensi, ma per offrire alla città un luogo e un servizio utili ad un esame collettivo di coscienza civica". Nessuna candidatura nell'immediato, men che meno autocandidatura ("semplicemente perché non ho più l'età", ha detto oggi al Tirreno, manifestando anche la preferenza per una donna, "finalmente"), ma una sferzata all'orgoglio dei suoi concittadini.
L'intervista di Barbara Antoni è stata l'occasione anche per dire che "tra lepenisti e Pd" c'è uno spazio di milioni di elettori, in gran parte delusi da Forza Italia, che questi potrebbero essere intercettati da un partito liberaldemocratico come si conquista una prateria e che, avendo vent'anni di meno, il "partito della prateria" lo fonderebbe lui. Chissà che emblema potrebbe avere questo; nel frattempo, il simbolo di LiberaLucca è già pronto ed "è stato studiato per suscitare un impatto visivo immediato, efficace ed emotivo". 
"Con una grafica stilizzata - si legge sulla pagina Facebook "Sosteniamo LiberaLucca" - si intersecano i colori di Lucca con il tricolore della bandiera italiana, formando un segno grafico che rappresenta una apertura alare, trasmettendo una sensazione di libertà riferita alla parola 'Libera'". E non c'è affatto da stupirsi, visto il "Viva la libertà!" pronunciato da Pera alla fine del suo discorso d'insediamento in Senato. Si apprende sempre sulla pagina che "il colore blu del fondo è stato scelto per armonizzare al massimo l’effetto cromatico del logo" (e magari anche perché così hanno da tempo insegnato a fare partiti e liste catch all) e che "il simbolo è stato realizzato da grafici giovani di Lucca con esperienza in questo settore", scelto tra altre proposte pur interessanti e valide provenienti da altri "valenti grafici lucchesi". 
Chi non è lucchese non proverà nemmeno a partecipare a quella specie di quiz sull'identità del grafico ("ha una moglie, giovane e carina, impegnata in politica, che ha un nome che ricorda la Versilia e le sue meravigliose spiagge") che il nascente gruppo politico ha proposto online; non serve essere del luogo, invece, per rendersi conto che la font utilizzata - anche se in seguito potrebbe cambiare - è esattamente la stessa di LiberiSì, il comitato per il Sì alle riforme costituzionali che aveva in Pera il suo primo fondatore (insieme a Giuliano Urbani) e di cui LiberaLucca in qualche modo costituisce la continuazione. E chi ha buona memoria potrebbe ricordare che la stessa idea dell'apertura alare per simboleggiare la libertà era venuta anche a Massimo Donadi e ad altri fuoriusciti dall'Italia dei valori, guarda caso per fondare Diritti e libertà alla fine del 2012 (salvo mettere sostanzialmente da parte il nuovo nome, dopo le lamentele di un'associazione già esistente che si chiamava proprio così). 
Volendo qualcosa di simile - qualcosa di molto libero e di molto liberale, anche senza tricolore - si trovava anche in altri emblemi, come quello con cui Enrico Musso tentò di candidarsi nel 2012 (per la seconda volta consecutiva) a sindaco di Genova e arrivò, se non altro, al ballottaggio. Certamente l'emblema coniato per il progetto dell'ex presidente del Senato è ancora più essenziale, senza contenere dettagli potenzialmente in grado di complicare la grafica; è ancora presto, tuttavia, per dire se il bird of liberty (che di norma ha un altro disegno, ma il nome si addice al caso in esame) spiccherà il volo anche per scrivere il futuro di Lucca.

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