lunedì 11 gennaio 2016

"Niente Forza Italia sulle schede? Assurdo"

Prendiamone atto, per qualcuno i "retroscenisti" sono davvero la categoria più infida sulla faccia del giornalismo: pensano sempre male e, naturalmente, non ci azzeccano mai. Dovrebbe essere questa la conclusione da trarre una volta letta l'intervista a Silvio Berlusconi che Il Giornale ha pubblicato due giorni fa, a firma del suo direttore Alessandro Sallusti. Era prevedibile che, dopo la notizia sparata dalla Repubblica sul possibile congelamento del simbolo di Forza Italia alle prossime elezioni amministrative per evitare danni ulteriori al marchio e al partito (e dopo il vespaio di polemiche che ne sono seguite), il demiurgo e deus ex machina di Fi scegliesse di intervenire in prima persona per dire una parola chiara sul punto.
Così, quando Berlusconi ha ribadito per l'ennesima volta che "la maggioranza degli elettori non vota a sinistra", è stato facile per Sallusti chiedere conto della possibilità che Fi alle amministrative non corra col proprio emblema, "una scelta che sembra dettata dalla paura, dalla voglia di non contarsi". Non cogliere questo assist per Berlusconi era davvero impossibile, così ecco la puntuale risposta: "L'idea che Forza Italia non presenti il suo simbolo è semplicemente assurda. Mi chiedo se qualcuno possa davvero aver pensato una sciocchezza come questa. Ovviamente il nostro simbolo ci sarà e ci sarà per vincere. Il mio impegno è riportare Forza Italia sopra il 20% per vincere le elezioni con il centrodestra superando al primo turno il 40% dei voti".
Diventa interessante, a questo punto, cercare di interpretare a fondo le parole del leader di Forza Italia. Al di là dell'idea di "esserci per vincere", in un'ottica pienamente legittima di propaganda, l'intervista testimonia la ferma volontà di Berlusconi - o, per lo meno, la sua volontà dichiarata - di non abbandonare il campo e di volerlo presidiare con il suo emblema storico. La presenza sarà assicurata quasi sicuramente nelle realtà più visibili (dunque a Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli) e in altre città, oltre che in altre località in cui il radicamento consentirà di raccogliere le firme necessarie con quell'emblema. Il traguardo del 20%, ovviamente, sembra legato a una visione di medio periodo, non parendo realistico riferirlo a questa tornata elettorale (se non altro per i dati dei sondaggi che circolano).
Proprio quel traguardo, però, sarebbe la condizione necessaria per sperare di far superare al centrodestra il 40% al primo turno delle prime elezioni sotto la vigenza dell'Italicum. In questo, è significativo che Berlusconi non estenda espressamente il discorso sul simbolo anche a quelle elezioni politiche, ma parli genericamente di "centrodestra". Questo potrebbe avere due significati alternativi tra loro: probabilmente la speranza del fondatore di Forza Italia - e, come si sa, non solo sua - è che Matteo Renzi si convinca a rimettere mano alla legge elettorale, ripristinando il premio di maggioranza alla coalizione e non più alla lista; in quel caso, Fi concorrerebbe direttamente con il suo emblema alla partita delle elezioni e la percentuale da esso raccolta si sommerebbe a quella delle altre liste, rischiando di vincere (come stava per avvenire nel 2013).
Nell'ipotesi che la legge restasse tal quale, invece, il discorso di Berlusconi si reggerebbe comunque: rafforzare Forza Italia, infatti, servirebbe comunque a portare acqua alla lista unica di centrodestra, da comporre con la Lega Nord e con chi ci sta, a partire da Fratelli d'Italia ("Con Lega e Fratelli d'Italia - si legge nell'intervista - stiamo implementando una collaborazione cordiale e sistematica nelle aule parlamentari e sul territorio"). Certo, ci sarebbe una difficoltà in più: trovare la quadra del simbolo, cercando di non rinunciare alla bandierina e sapendo che nemmeno gli altri (Lega in primis) rinunceranno alle loro insegne. Sperando, ovviamente, che alla fine non ci rimetta la grafica...

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