mercoledì 3 febbraio 2016

Obiettivo civico: rinunciare al simbolo (M5S) mantenendo gli ideali

Non è certo la prima volta che in questo sito mi occupo dei simboli adottati dai gruppi di fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle: è interessante vedere quanto la grafica si discosti dall'originale, depositato come marchio da Beppe Grillo, e quanto invece si cerchi di richiamare per quanto possibile la provenienza stellata, senza correre il rischio di essere accusati di somiglianza molesta dei loghi. 
E se alcuni tra i primi episodi di riorganizzazione legati agli esclusi della prim'ora si sono collocati in Romagna (soprattutto nel ferrarese), stavolta l'attenzione è tutta per Rimini. Innanzitutto perché sarebbero ben due le liste - una che candida a sindaco Davide Grassi, l'altra promossa dalla ex moglie di Grillo Sonia Toni e, per quanto se ne sa, con Fabio Lisi candidato alla guida del comune - a contendersi la certificazione dello staff di Grillo per poter ottenere l'uso del simbolo in campagna elettorale e sulla scheda. Secondariamente, è pronto a mettersi nuovamente in gioco Luigi Camporesi, già candidato sindaco - e poi capogruppo - del M5S Rimini, dimessosi dal consiglio comunale a novembre del 2014 e uscito definitivamente dal MoVimento a luglio dell'anno scorso ("la gestione organizzativa e la linea politica del M5S hanno subito ulteriori peggioramenti, nella direzione opposta al rispetto degli impegni e dell’etica dichiarati, promossi e solo parzialmente realizzati in dieci anni di attivismo politico"). 
L'idea di oggi di Camporesi è di guidare una formazione che si proponga come alternativa al centrosinistra, in dialogo con altre forze politiche e sociali della città su temi concreti, e "gettare le basi per un nuovo soggetto politico partendo dal livello locale". Il nome scelto da Camporesi e presentato ufficialmente da poco in una conferenza stampa, insieme ad altri ex M5S (Josef Molnar, Paolo Callisto e Mauro Leporatti) è Obiettivo civico. La grafica, in qualche modo, rimanda all'etichetta scelta, visto che le "lingue" ondulate verdi, rosse e blu ricordano le lamelle a raggiera di un otturatore fotografico. 
Il cambio di simbolo, come è facile immaginare, era necessario per evitare grane legali prima delle elezioni, ma serve anche a marcare alcune differenze rispetto a chi ha fatto scelte diverse: "C’è chi ha rinunciato al simbolo mantenendo gli ideali originari del movimento - ha detto Camporesi - e chi ha rinunciato agli ideali per il simbolo". Come dire che toccherà ai cittadini scegliere tra chi ha mantenuto il logo e chi sostiene di avere conservato i valori. Per "rompere il blocco di potere politico ed economico (compreso quello ramificato nelle partecipate) che ha portato la città verso il declino economico e il degrado della vita sociale" il gruppo di Camporesi - come si legge nell'articolo di Rimini 2.0 - è pronto a coalizzarsi con altre liste civiche ed anche a correre coi partiti tradizionali, purché in lista non ci siano "persone che hanno utilizzato la politica per fini personali o che hanno contribuito al declino della città".
Tra le realtà che in questo momento sembrano vicine a Obiettivo civico, c'è anche Vincere per Rimini, associazione - o, se si preferisce, "Laboratorio di idee" - nata "dal disagio di un gruppo di cittadini stanchi di non essere ascoltati" e con l'attenzione per l'impegno civico. Lo statuto di Vincere per Rimini contiene anche la descrizione dell'emblema: " cerchio con bordo circolare rosso suddiviso orizzontalmente, al centro, in due campi. Nella parte superiore, sfondo rosso e in primo piano rappresentazione dell’Arco d’Augusto con mura". Un segno del territorio, ma anche una porta, una "breccia" attraverso la quale farsi strada in città. Essendo tondo, in realtà, sarebbe già pronto per finire sulle schede, ma è probabile che ci vada solo quello di Obiettivo civico; al più, potrebbero essere l'uno a fianco dell'altro.

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