lunedì 20 febbraio 2017

Nuova Democrazia cristiana europea: l'uovo crociato, per riprovarci

Avviso a tutti i drogati di politica: fate attenzione, molta attenzione. Il fatto che stiate scaldando i motori in preparazione dell'assemblea dei soci della Democrazia cristiana (che pretende di essere in continuità giuridica con quella storica, che aveva cambiato - male - il suo nome nel 1994) non vi esime dall'avere contezza che ieri, a Bari, si è riunito il consiglio nazionale della Nuova Democrazia cristiana europea. Avete letto bene, anzi, benissimo: non si tratta di un'allucinazione, né di una strana creatura ibrida tra Pizza, Sandri, Alessi, Luciani, D'Antoni, Zecchino e chiunque altro senta di condividere l'antica fede democristiana. Si tratta di un nuovo partito, nato pochi mesi fa, che ha gli avvocati Francesco Saverio Papagni come segretario e Filiberto Palumbo come presidente. 
Alla riunione dell'organo si è parlato della situazione politica italiana, definita "del tutto allarmante e, come tale, fonte di assolute incertezze": per questo si sarebbe rafforzato il proposito di "creare una grossa e stabile formazione di centro, cui resterà affidato il compito di contribuire a riequilibrare le forze politiche presenti in Parlamento". I principi ispiratori sono quelli della Democrazia cristiana, "certi - scrivono nel loro sito i fondatori del partito - che questa è rimasta nella mente e nel cuore del Popolo italiano": bando dunque agli esclusivi egoismi personali o di gruppi organizzati, spazio invece al bene comune come obiettivo, combattendo le differenze sociali anche grazie una lotta all'illecito. 
Anche in questo caso il gruppo tiene a sottolineare che "il movimento politico, cui si è inteso dare nuova linfa, per quanto faccia riferimento ad un vecchio e glorioso simbolo, che però appartiene al passato, presenta grossi elementi di novità", se non altro perché è completamente diversa la realtà che sta intorno, a partire da un'Europa che dev'essere valorizzata e ripensata ("a volte si ha la sensazione che l’auspicata unità di intenti sia in costante pericolo di crollo", com'è avvenuto con l'atteggiamento di alcuni paesi sulle migrazioni). La Nuova Dc europea vorrebbe poi intervenire a favore dei giovani, della famiglia basata sul matrimonio (che "deve tornare a essere il fondamento della nostra società civile"), lavorare per una sanità, una scuola e una giustizia migliori, perché siano motore di rinascita per la società civile: per il partito è necessaria una "nuova fase politica, che sia di comprensione e di solidarietà". all'insegna della dignità e della serietà di azione, senza "scandalose rappresentazioni di inimicizia e irragionevoli contrasti". 
In azioni come queste, tuttavia, la Ndce non è sola, nel senso che sono in molti a rivendicare l'eredità morale, politica e a volte - come ben sanno i frequentatori di questo sito - persino giuridica della Dc. I dirigenti del nuovo partito ne sono consapevoli, al punto che al consiglio nazionale di Bari c'è stato spazio per parlare anche di questo. Loro si dicono d'accordo sul fatto che all'Udc "non può essere negato il diritto a utilizzare il simbolo della Dc storica e neppure la dicitura 'Libertas'". E' stata citata la sentenza della Cassazione di fine 2010 (a conferma della pronuncia d'appello dell'anno prima), precisando che, benché il contenzioso abbia riguardato altri partiti, "l’interpretazione data dalla Corte suprema interessa anche gli altri partiti politici, che adottano il simbolo Dc-Libertas", compresa Ndce, a dispetto dei suoi "notevoli elementi di novità e di diversità" rispetto alla vecchia Dc, di cui sarebbe incerta l'esistenza in vita (un comunicato cita la sentenza del 2015 con cui il Tribunale di Roma ha dichiarato nulle le deliberazioni del congresso del 2012, anche se ovviamente il problema è molto più vasto). 
Poiché la Ndce vuole partecipare alle prossime elezioni, per evitare problemi si è data un simbolo che non dovrebbe essere contestato, a dispetto della chiara origine "democristiana". Il fondo, azzurro carico (nel sito, peraltro, stranamente appare come se il simbolo fosse stato stampato e scansionato), è diverso dal bianco originario o dal blu usato dal 1992 in poi; allo stesso modo, il simbolo contiene le dodici stelle d'Europa, anche per rimarcare la necessaria dimensione europea da recuperare. La croce c'è, ma ciò che resta dello scudo ha forma ovale e la parola "Libertas" sul braccio orizzontale (che nel carattere ricorda la grafica della Dc-Sandri) è tinta di giallo, come le stelle; sopra e sotto è riportato il nome (l'aggettivo "Nuova" sembra quasi essere stato aggiunto per evitare confusioni con il simbolo della Democrazia cristiana europea, presentato alle europee del 2004 e depositato come marchio da tale Silvestro Romano. 
Basterà questo "uovo crociato" a evitare le reazioni di altri partiti (a partire dall'Udc) o bocciature autonome da parte degli uffici elettorali via via interessati? Lo vedremo; nel frattempo, la moltiplicazione a vista d'occhio delle sigle in area Dc si fa sempre più evidente.

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