Se qualcosa di interessante si poteva già trovare nei simboli legati ai candidati che andranno al ballottaggio nelle elezioni comunali a Venezia, gli altri concorrenti non erano certo esclusi dalle curiosità emblematiche: vale dunque la pena dare un'occhiata, per non lasciarsi sfuggire nulla.
Si pensi, ad esempio, agli altri candidati a sindaco riconducibili al centrodestra. A sostegno di Gian Angelo Bellati, ad esempio, c'era la Lega Nord - Liga Veneta (che stavolta non è riuscita a far andare al ballottaggio il suo uomo), ma anche Indipendenza veneta, più altre due liste. La prima, Venezia Mestre 2 grandi città, "realtà - si legge sulla pagina Facebook apposita - che indipendenti e autonome tra loro con le specifiche peculiarità e potenzialità possono evolversi a favore dei cittadini". Nel frattempo, però, rimane impresso soprattutto quell'effetto "etichetta" o "bollino", che sembra richiamare essenzialmente i cataloghi dei supermercati.
Altra lista era Coesione popolare, probabilmente quella più legata al candidato sindaco Bellati. Tutto sommato la grafica non si presenta male, piuttosto semplice e scarna nella sua costruzione. A chi ha buona memoria, tuttavia, non può sfuggire che quelle due tracce di gessetto (o pastello su carta ruvida) verde e rossa, ricordano quelle utilizzate dai Progressisti nel 1994, per contrassegnare il cartello del centrosinistra: certo, in quel caso i colori erano invertiti (rosso sopra, verde sotto) e il tratto era molto più spesso, ma ci vuole altro per non ricordarsi quel "precedente". Alla fine la lista ha portato a casa l'1,51%, molto meglio della civica vista prima, scelta solo dallo 0,23% dei votanti validi.
Obiettivamente meno felice, anche dal punto di vista simbolico, il parco-liste di Francesca Zaccariotto, sostenuta innanzitutto da Fratelli d'Italia. Assolutamente anonimo il contrassegno di Civica 2015, legato a Scelta civica (e che ha portato il nome del suo leader, Enrico Zanetti, nella parte superiore dell'emblema) ma senza il minimo riferimento al partito nazionale (solo un accostamento di blu, rosso e azzurro sfumato); più interessante, ma non certo un capolavoro, l'emblema di Venezia Domani, formazione legata strettamente alla Zaccariotto che schierava un'interessante coppia arancione-nero, colori legati soprattutto a Mestre (meno a Venezia, come notato dal Gazzettino).
Meglio di lei è certamente andato il MoVimento 5 Stelle, con il suo candidato Davide Scano, ma ovviamente il simbolo è quello consueto e non c'è granché da dire. Lo stesso vale per il Partito comunista dei lavoratori (a fianco di Alessandro Busetto), anche se il risultato è stato decisamente inferiore a quello del M5S. Resta da dire delle ultime tre liste, a partire da Venezia camb!a 2015, a sostegno di Giampietro Pizzo: il consenso era sotto il punto percentuale, ma sul piano grafico siamo di fronte al simbolo più semplice di tutti, con il solo guizzo (guizzetto, via) del punto esclamativo rosso al posto della "i", in una posizione che tra l'altro consente di avere una raffigurazione "a specchio" con la lettera posta sopra.
Appena più elaborata, ma nemmeno di molto, si presenta la grafica della lista Noi, la città, legata alla candidata Camilla Seibezzi, consigliera comunale uscente e delegata ai diritti. Il fondo rosso richiama comunque all'area sinistra e alle battaglie da condurre per i diritti, il nero consente alle scritte di essere piuttosto visibili; l'unica spiegazione della tinta bianca delle lettere "oi", invece, sta nella possibilità che, girando l'emblema, facciano piuttosto leggere la parola "io", riferendosi alla centralità della persona nel discorso dei diritti. Le innovazioni grafiche del contrassegno, tuttavia, si fermano qui, anche se la semplicità di lettura è comunque apprezzabile (e l'uso di elementi ruotati di 45 gradi dà meno staticità all'emblema).
Da ultimo, va segnalato il fregio del Movimento autonomia Venezia, legato alla candidatura di Francesco Mario D'Elia. Non si può certo parlare di successo, dal momento che candidato e lista sono stati i meno votati in assoluto (un record, a suo modo), eppure uno spunto di interesse nel contrassegno c'è. A guardare bene, infatti, sembra di respirare ancora l'atmosfera degli anni '80, quando fu coniato il contrassegno della Liga Veneta, nel quale dominava decisamente il leone alato, rigorosamente riprodotto in bianco e nero e con molta cura per i dettagli. Questa versione, però, è priva del libro aperto, mentre il leone con la zampa destra anteriore brandisce una spada, quella che aveva già aggiunto la Liga Veneta nel 1996. L'istinto battagliero era assicurato, gli esiti elettorali meno.
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