lunedì 21 marzo 2016

Milano, prime mosse simboliche

Forse qualcuno lo immaginava, forse qualcun altro no, ma alla fine tra le grandi città chiamate al voto la piazza più tranquilla sembra sicuramente Milano: con fibrillazioni ridotte al minimo tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra, senza proliferazioni di candidati sindaci o primarie contornate da ricorsi, sotto la Madonnina ci si prepara con meno patemi d'animo alle elezioni amministrative, che in ogni caso non saranno una passeggiata. In questi giorni è entrata nel vivo l'attività dei partiti maggiori, che hanno iniziato a scoprire le loro carte e, in qualche caso, anche i simboli con cui si presenteranno alle elezioni.
Giusto oggi, per esempio, il Nuovo centrodestra ha presentato il contrassegno con cui intende partecipare alle elezioni: la grafica è stretta parente di quella appena adottata dai gruppi parlamentari di Area popolare. Nella parte alta del cerchio, dunque, si riprende il tema del cuore giallo popolar-europeo con le quattro stelle su fondo blu e la scritta "Milano popolare" (giusto per declinare in quel modo il nome scelto a livello nazionale); poco meno della metà del contrassegno è invece dedicata al sostegno a Stefano Parisi, con l'indicazione "Parisi sindaco" in blu, su segmento giallo. Alla lista, oltre che esponenti di Ncd, dovrebbero partecipare persone provenienti dalla società civile (e, volendo, dalla stessa Udc, visto che condivide il progetto di Ap con il partito di Alfano, anche se la lista è stata presentata più come espressione di Ncd). 
Il nome di Parisi è altrettanto evidente nel simbolo di Forza Italia, che non contiene più il nome di Silvio Berlusconi (negli anni scorsi la formula "Berlusconi per ..." era un elemento quasi costante alle amministrative, a sostegno di ogni singolo candidato): il cognome di Parisi è reso in Helvetica, un po' schiacciato in altezza sotto alla bandierina che in parte deborda, sparendo al di sotto della circonferenza esterna (un po' com'era avvenuto, per esempio, con il simbolo di Fi presentato alle elezioni politiche del 2006). I candidati in lista, dunque, dovranno accontentarsi del "traino" del simbolo, senza quello del nome del fondatore e leader; in compenso, pochi giorni fa la Repubblica sosteneva che l'assenza del nome di Berlusconi dal contrassegno forzista fosse la contropartita per ottenere che Parisi presentasse sì una "lista del sindaco", ma senza il suo nome sopra
Sulla scheda ci sarà invece, e sarà ben visibile, il nome di Corrado Passera, nella lista che lo sosterrà. Contenuto del contrassegno? Solo "Corrado Passera sindaco", senza fronzoli, nome bianco su fondo azzurro e "sindaco" azzurro su segmento bianco, con un logo che circola più o meno da gennaio. Nient'altro, nessun apporto simbolico. Perché - salvo sorprese degli ultimi giorni - a quanto pare non è prevista la presentazione anche di una lista di Italia unica, il partito che lo stesso Passera ha fondato con tutti i crisi alla fine di gennaio dello scorso anno. Niente logo-algoritmo tangram, niente "Milano unica" o cose simili: Passera schiera se stesso e il suo progetto, puntando tutto sulla propria figura di "liberale per Milano" in alternativa ai profili di Parisi e Beppe Sala, entrambi "in mano ai partiti". Basterà a convincere i milanesi?

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