martedì 8 marzo 2016

Napoli, Pulcinella per De Magistris

Restiamo a Napoli, cambiando soltanto area politica e candidato sindaco. Tra le liste che sosterranno la corsa - per la riconferma - di Luigi De Magistris, c'è anche Napoli bene comune. Un nome che, obiettivamente, non risulta affatto nuovo: dal 2012 circa, in effetti, la formula "bene comune" è diventata una costante delle liste legate al centrosinistra. "Italia. Bene comune" era la coalizione che riuniva Pd, Sel, Psi e Centro democratico in vista delle elezioni politiche del 2013, mentre la stessa espressione già dai mesi precedenti aveva iniziato a circolare nei vari comuni - personalizzata, ovviamente, con il nome della località interessata - per indicare le liste o i gruppi consiliari espressione del centrosinistra riunito, senza distinzioni al suo interno. 
La vera novità, casomai, è l'avere schierato in bella vista nel simbolo, tra l'altro su un visto sfondo rosso, la figura di Pulcinella, rappresentato con la mezza maschera nera e il berretto "pileo" bianco, leggermente mosso. Si tratta certamente di una scelta particolare e destinata a non passare inosservata: anche per questo, ha scatenato curiosità e anche qualche perplessità. Sono gli stessi partecipanti alla lista, tuttavia, a spazzare via ogni dubbio con un testo pubblicato proprio nel sito:
“PULCINELLA SIMBOLO? MA PERCHÉ?” Questa è la domanda che siamo sentiti fare più spesso dall’inizio di questa bella, complicata, ma entusiasmante avventura: sostenere la candidatura a Sindaco, per il secondo mandato, di Luigi de Magistris.“Pulcinella furbacchione”, "Pulcinella lazzaro”, “Pulcinella imbroglione” e addirittura “demionietto”… chi più ne ha più ne metta!Premettendo che a noi ai “lazzari” gli vogliamo bene ed è anche per loro che ci siamo imbarcati in questa avventura, il Pulcinella a cui noi guardiamo, a cui ci ispiriamo non è la maschera carnascialesca italiana di recente tradizione, ma è proprio il Pulcinella delle Due Sicilie, la Maschera Partenopea per eccellenza, colma di significati, valori e contenuti originari che essa veicola; talmente universali e condivisi dal nostro Popolo da non avere bisogno di una faccia caratterizzata, fenotipica, basta la maschera, quell’inconfondibile maschera, quel coppolone bianco, dietro cui si cela tutta la potenza infinita della ribellione di un popolo che non si avvince neanche con i cannoni.Il nostro amato Pulcinella, voce satirica per  Fielding, Swift e Voltaire.Pulcinella lieve e struggente, per il fratelli Tiepolo.Pulcinella drammatico, che trasuda libertà avita per Goya.Pulcinella ironico e libero, messo in musica da quel genio ispirato e visionario, precorritore dei tempi che fu Stravinsky.Il Pulcinella che a Gaeta non si arrese.Il Pulcinella che dal Sud e per il Sud vuole cambiare il Bel Paese, vuole essere diretta espressione di un Popolo stanco di delegare a chi non lo comprende, ma protagonista del proprio cambiamento e della propria azione sociale e politica.Ecco chi è il nostro Pulcinella, l’originario Pulcinella di Napoli.
A sostenere la spiegazione, anche un testo dotto di Francesco Palmieri sulla maschera partenopea, un disegno animato di Emanuele Luzzati e Giulio Gianini, nonché il balletto su musiche di Igor Stravinsky dedicato proprio a quella maschera. E se il personaggio finisce sulle schede non significa, si badi bene, che le elezioni sono diventate una burletta o qualcosa che fa ridere (e, fosse anche così, non sarebbe colpa di Pulcinella o di chi lo ha scelto): semplicemente, per chi ha voluto la lista, non c'è niente di più autentico, verace, amato, insomma niente di più napoletano di Pulcinella. Forse non farà il pieno di voti, ma la scelta brilla per autenticità.

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