"Devi perseverare, / usare buona pazienza. / Ricordalo, se vuoi arrivare / al punto di partenza". Questi versi di Giorgio Caproni sono utili a ricordare che la storia politica a volte segue piste difficili da credere, tortuose, ricche di curve e - a volte - di improvvisi ritorni al punto di partenza, magari da diverse prospettive. Difficile commentare in modo diverso la notizia in base alla quale Roberto Rosso, candidato alla poltrona di sindaco di Torino, oltre che sul sostegno del Nuovo centrodestra e dell'Udc, potrà contare anche sull'appoggio della Lega Padana Piemont.
Prima di proseguire, una precisazione dovuta, specie ai non drogati di politica: non si sta parlando ovviamente della Lega Nord che, salvo novità degli ultimi giorni, sosterrà il candidato "unitario" del centrodestra Osvaldo Napoli (sia pure senza troppa convinzione, come si evince da un pezzo di Alberto Mattioli pubblicato pochi giorni fa dalla Stampa). La Lega Padana, nome bianco su fondo verde, è stata fondata nel 2003 da un nome ben noto a chi segue la politica piemontese (e non solo): Renzo Rabellino: sotto al nome, in questo caso, il lambello su croce bianca in campo rosso indica che la "nazione" interessata è quella piemontese (ma ci sono diverse varianti per le varie zone d'Italia, così come quella complessiva, con lambello lombardo, croce di san Giorgio lombarda e leone alato veneto).
Ebbene, più che il partito è il fondatore che bisogna guardare con attenzione. Perché quando Roberto Rosso si candidò la prima volta a sindaco, nel 2001, Lega Padana non esisteva ancora, ma Rabellino c'era eccome: fu lui a tirare fuori dal cilindro la lista Rosso sindaco, portando oltre il 2% dei torinesi votanti a preferire Gianfranco Rosso, al posto del suo "cognonimo" Roberto, e provocando una marea di schede nulle, votate da chi spesso aveva segnato con la croce tanto il simbolo di Forza Italia, quanto quello di Rosso sindaco. Per molti commentatori, sulla vittoria di Rosso sfumata al primo turno e sulla successiva sconfitta al ballottaggio Rabellino e la sua banda ebbero un effetto determinante.
Ma se questo è il precedente, come mai questo improvviso "ritorno opposto" al punto di partenza? Dal quartier generale di Lega Padana si fa capire che il progetto, ben preciso, è costruire il vero centrodestra torinese: se, dicono, Forza Italia e Lega localmente sono allo sfascio, l'unica alternativa seria a Piero Fassino si chiama Roberto Rosso, un'alternativa che Lega Padana si appresta a cogliere. Quale sarà il vero centrodestra, in ogni caso, lo decideranno gli elettori.
Ma se questo è il precedente, come mai questo improvviso "ritorno opposto" al punto di partenza? Dal quartier generale di Lega Padana si fa capire che il progetto, ben preciso, è costruire il vero centrodestra torinese: se, dicono, Forza Italia e Lega localmente sono allo sfascio, l'unica alternativa seria a Piero Fassino si chiama Roberto Rosso, un'alternativa che Lega Padana si appresta a cogliere. Quale sarà il vero centrodestra, in ogni caso, lo decideranno gli elettori.
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