giovedì 17 marzo 2016

Lettieri a Napoli, una mano per tre simboli

Chi ha a che fare con dei marchi d'impresa e cerca di analizzarli dal punto di vista comunicativo deve familiarizzare presto con il concetto di immagine coordinata: essa si può definire come "uniformità semiotico-visuale", applicabile a ogni ambito della brand identity, che a sua volta è "l'insieme dei codici visuali, testuali, verbali, sonori, olfattivi e tattili che, coerentemente con gli obiettivi strategici, hanno il compito di rendere riconoscibile l'emittente [di un messaggio] e di costruire una memorizzazione differenziale" (le definizioni sono tratte dal libro di Gaetano Grizzanti, Brand Identikit, logo Fausto Lupetti editore, 2014; il volume ha anche un sito, sempre aggiornato, da consultare con interesse). 
Se si pensa di applicare questo concetto di base alla competizione elettorale, diventa abbastanza facile immaginare che i simboli delle liste che fanno parte di una coalizione a sostegno di un candidato, specialmente quando devono essere creati ad hoc e non esistevano già da prima, possano - o debbano - avere un minimo di coerenza grafica, di "uniformità" appunto nei colori, nelle font utilizzate e nella struttura, così da trasmettere un messaggio univoco agli elettori. Probabilmente è quello che aveva in testa anche lo staff di Gianni Lettieri, già presidente provinciale partenopeo dell’Unione degli Industriali e oggi candidato sindaco a Napoli "al di là dei partiti" (per sua stessa dichiarazione, forse per marcare la distanza rispetto alla prima candidatura per il Pdl di cinque anni fa): fin dallo scorso luglio erano chiari i nomi delle formazioni - da lui create negli anni - che avrebbero sostenuto con certezza la sua corsa a sindaco, restava solo da capire quali grafiche sarebbero finire sulle schede.
Ora, i tre simboli - posto che altri potrebbero aggiungere, proprio nei giorni in cui si parla di oltre dieci liste a sostegno della ricandidatura di Luigi De Magistris - sono via via emersi. L'uniformità dei segni risulta sostanzialmente assicurata, ma sembra di poter dire di più: per l'osservatore più o meno esperto, appare quasi certo che la mano che ha disegnato i tre emblemi sia la stessa. Non che questo sia un male, per carità (anzi, probabilmente sarebbe irragionevole prevedere il contrario), il fatto è che per qualcuno la minicarrellata dei simboli di Lettieri sembra suggerire una scarsa dose di originalità, pur riconoscendo un uso corretto e ben dosato dei colori e del "peso visivo" dei vari elementi.
Così, i tre contrassegni sono tutti giocati sul magenta inchiostro (che fa sempre da sfondo alla dicitura "Lettieri sindaco"), sul blu scuro ed, eventualmente, sull'azzurrino sfumato (radiale o lineare) per gli sfondi. A volte il magenta e la marca del candidato prevalgono nettamente, come nel caso di quella che più di altre sembra avere il ruolo di "lista del sindaco", ossia Prima Napoli, con il nome della lista confinato nella parte inferiore, che riprende il profilo del Vesuvio (mentre in alto appare la freccia a linea spezzata utilizzata nel corso della propria campagna personale). Altre volte il colore ha meno spazio, come in Fare città - nome della prima associazione fondata da Lettieri per "attuare iniziative finalizzate al miglioramento della qualità della vita a Napoli" - in cui la tinta si espande per coprire una skyline (che sembra richiamare lo stesso centro di Napoli, ma non è detto) che fa da contorno-base al nome gigantesco. In Giovani in corsa, invece, il magenta ha un ruolo decisamente ancillare (ricorda un po' la lunetta "con Vendola" che si vedeva nel simbolo di Sel) e lascia spazio al nome e a una figura umana molto stilizzata ... forse fin troppo, non essendone immediata la lettura (Emanuele Colazzo, peraltro, rilegge il disegno come il Vesuvio con la luna o il sole e, sotto, il golfo di Napoli, ndb).
Basterà questo schieramento "a tre punte" per convincere gli elettori che quella di Lettieri, omogenea graficamente, sia la proposta politicamente migliore? Quanti napoletani preferiranno invece i simboli non più storici, ma almeno già sperimentati, dei partiti? C'è ancora tempo per scoprirlo: in queste settimane, del resto, la coalizione di Lettieri potrebbe riservare altre sorprese.

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