mercoledì 19 agosto 2020

Società aperta: "Noi, liberali con Emiliano"

Si è già visto nelle settimane scorse come la coalizione a sostegno della ricandidatura di Michele Emiliano alla guida della regione Puglia sia molto ampia, sia quanto al numero delle liste sia con riguardo alle aree politiche da queste espresse. Tra le formazioni che lo sosterranno e non sono tra le più note a livello nazionale c'è anche la lista Società aperta Associazione - I liberali, una formazione locale formalmente nata oltre un quarto di secolo fa ma da poco tempo tornata in attività. A spiegare la scelta di appoggiare Emiliano è una nota pubblicata pochi giorni fa su Facebook dal coordinatore regionale Giancarlo Ragone 
 
Siamo liberali, e concorriamo alle prossime elezioni regionali con la nostra lista I Liberali nella coalizione di centrosinistra per Michele Emiliano Presidente per non confonderci con i conservatori, i dirigisti, i demagoghi e gli statalisti che figurano a bizzeffe in altre liste e coalizioni.
Siamo I Liberali, amiamo la laicità conciliante col pensiero cristiano, non ci piacciono i "benpensanti", i "conformisti", i simulatori di virtù, di devozione religiosa, di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, e quanti sono inclini a pensare male del prossimo e ad interpretare in politica, nella vita sociale o in genere nella cultura, nel senso peggiore, le azioni e i comportamenti altrui per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole.
Siamo I Liberali, siamo impegnati a difendere ed a sviluppare la nostra identità di liberali popolari non elitari, garantisti non permissivisti, liberisti ma non monopolisti, appassionati meridionalisti e convinti europeisti, per stabilire un’attiva efficace presenza liberale nella società pugliese a tutela dei diritti dei tantissimi cittadini che praticano, non nella vita pubblica ma in quella civile, professionale e privata, i più sani principi del liberalismo di Einaudi, con l’intento di far convergere sulle nostre proposte la loro attenzione.
Siamo I Liberali, difendiamo i diritti civili, crediamo nello sviluppo, ci battiamo per il progresso e siamo dotati di una spiccata sensibilità sociale particolarmente rivolta alla Persona: la nostra azione, il nostro programma, sono rivolti in specie verso gli anziani e i bambini, per le cure, i servizi ed il rispetto loro dovuti.
Siamo I Liberali, in campo economico riteniamo che lo Stato debba giocare un ruolo per assicurare a tutti uguali condizioni di partenza.
Siamo I Liberali, e spesso ci troviamo a disagio con i nostri connazionali e conterranei: li vorremmo diversi, più colti, meno qualunquisti, più reattivi e responsabili. Siamo accusati di essere snob, di disprezzare l’italiano medio, in certi casi veniamo considerati troppo di destra dai nostri amici di sinistra e troppo di sinistra dai nostri amici di destra.
E talvolta siamo così elitari che ci sorprendiamo persino di avere degli amici!!

Come si diceva, la storia di questo gruppo politico non è recente. "L'associazione Società aperta nacque nel 1994 - spiega Ragone - in omaggio al filosofo Karl Popper, morto appunto il 17 settembre 1994 e noi fondammo l'associazione dopo pochi giorni, il 28 settembre, attribuendo la presidenza onoraria ad Alfredo Biondi: fu proprio Popper a scrivere la ponderosa opera La società aperta e i suoi nemici. L'associazione, di natura socio-politico-culturale, ha operato soprattutto tra il 1994 e il 2002; anche dopo che le attività si sono diradate o ridotte quasi a zero, non abbiamo ritenuto di doverla sciogliere. Quando a maggio si è verificata una scissione all'interno del Partito liberale italiano a Bari, abbiamo ritenuto opportuno farla operare di nuovo e l'abbiamo ripresa: questo è il suo esordio elettorale". 
Nel 2019, in effetti, Ragone era ancora segretario provinciale del Pli (presieduto da Stefano De Luca) nel barese e aveva partecipato come capolista alle elezioni comunali di Bari proprio per quel partito. La frattura, a quanto spiega lui stesso, è avvenuta soprattutto per motivi legati alla collocazione politica e alla coalizione con cui collaborare. La sede dell'associazione, ora presieduta da Nico Girone (cofondatore con Ragone del soggetto associativo nel 1994) è a Bari: "Siamo presenti anche nelle altre province pugliesi, anche se non quanto nel Barese: anche per questo presentiamo la lista in tutta la provincia e sarà un'occasione per strutturarci di più".
Il rapporto con la coalizione che sostiene Michele Emiliano è nato, come spiega Ragone, su basi programmatiche: "A noi stavano a cuore tre punti fondamentali che sono stati inseriti nel programma, quindi abbiamo deciso di appoggiarlo". Può forse colpire alcuni il fatto che questo gruppo sia parte di una coalizione così variegata, che comprende anche forze chiaramente di sinistra: "La nostra collocazione non deve stupire. La posizione del Partito liberale italiano storicamente era al centro, così era nata: un centro dinamico riformatore che tiene conto più dei programmi che degli schieramenti; nella sua ultima fase, soprattutto negli anni della presidenza di Valerio Zanone, in qualche modo il Pli guardava verso sinistra. Laddove c'è possibilità di contrattare l'inserimento nel programma di principi liberali, è giusto che lì stiano i liberali. Non dimentichi che Georges Bidault, cattolico centrista francese, aveva coniato un motto: 'Governare al centro, e fare, con i mezzi della destra, la politica della sinistra'. Può applicarlo anche ai liberali".  
Nel contrassegno elettorale della lista ovviamente c'è la dicitura "I liberali", ma non c'entra nulla l'ultimo partito di cui è stato principale esponente Renato Altissimo: "Ci sono - ricorda Ragone - varie forze politiche che si proclamano liberali, non esiste più un 'partito dei liberali' ma al massimo partiti 'di liberali', sarebbe pura presunzione da parte di chiunque riassumere in sé tutte le specificità e le sfumature del liberalismo. Noi comunque lo abbiamo scritto per rimarcare la nostra natura". L'elemento più evidente, tuttavia, è la finestra aperta che consente di vedere uno scorcio di città: altro non è che l'emblema originario dell'associazione Società aperta. "Abbiamo voluto inserire nel nostro simbolo elettorale il riferimento verbale e grafico alla nostra esperienza associativa - chiarisce il suo fondatore - perché riteniamo che la 'società aperta' sia un concetto che riassume in modo molto completo ciò che proprio del liberalismo. Lo scorcio rappresentato non si riferisce a una città in particolare, ma c'è un campanile perché è un elemento tipico di tanti nostri territori". Nel cielo, inizialmente libero, sono state inserite le stelle della bandiera europea: "Rappresentano la bussola che ci indica la direzione da seguire". Se nella gigantografia vista alla conferenza stampa en plein air di Emiliano il contrassegno era a fondo bianco, ora è comparso un motivo tricolore a fasce: "Anche questa presenza non è casuale; l'ho tratta da un antico manifesto del Partito liberale italiano, realizzato e addirittura firmato dallo stilista fiorentino Emilio Pucci, che ne fu anche militante: io lo conservo e ho voluto inserire quel rimando, cui tengo molto".
Ragone, al di là dell'attività culturale e politica, guida l'associazione "Papà separati dai figli" in Puglia e, a Bari, opera come consulente finanziario: ha fondato pure l'Associazione in difesa dei consumatori e utenti bancari finanziari. Proprio questo, tuttavia, può scatenare la memoria di chi, drogato di politica irrecuperabile, ha avuto sotto gli occhi i contrassegni che erano stati depositati al Viminale per le elezioni suppletive (allora era previsto questo). Già, perché la Lista Difesa consumatori - Utenti bancari finanziari con Ragone aveva effettivamente depositato il proprio contrassegno - il cui cuore è rappresentato dal lettering del marchio dell'associazione - in vista delle suppletive che avrebbero interessato il collegio di Bari Bitonto-Modugno il 23 gennaio 2005 (finite con la vittoria di Nicola Latorre). Alla presentazione del contrassegno non seguì alcuna candidatura (pare che il deposito della documentazione non sia avvenuto a tempo debito), ma l'intenzione c'era. Quel simbolo non finì dunque sulle schede; in questo caso, invece, l'emblema della Società aperta ha più possibilità di arrivarci e saranno gli elettori a dire, con il loro voto, se si identificheranno o meno con quella proposta politica e culturale.

Nessun commento:

Posta un commento