In molti ricorderanno la vicenda che, alle elezioni amministrative del 2017 a Genova, aveva riguardato Marika Cassimatis, che avrebbe dovuto e voluto correre come candidata sindaca per il MoVimento 5 Stelle, ma Grillo aveva fatto altre scelte: a dispetto di un'ordinanza civile a suo favore, lei si era comunque candidata con una sua lista, che però si era dovuta accontentare di poco più dell'1%. Ora Cassimatis ci riprova, stavolta concorrendo per la guida della regione Liguria, con una lista civica denominata Base costituzionale, per la quale è impegnata in questi giorni nella raccolta delle firme necessarie a presentare le liste.
Vincitrice delle "comunarie" per il MoVimento 5 Stelle, Cassimatis aveva visto escludere la sua lista - per alcuni comportamenti degli aspiranti consiglieri - direttamente da Beppe Grillo, che aveva scelto di candidare lo sfidante, Luca Pirondini; lei si era rivolta al tribunale di Genova e l'esclusione della lista era stata sospesa, ma il M5S nel frattempo aveva annullato la votazione e, ritenendo non più regolare la "lista Cassimatis", volle comunque presentare l'unica candidatura rimasta in campo, quella di Pirondini. La decisione fu confermata anche dopo che la stessa Cassimatis aveva deciso di candidarsi come sindaca con una lista che portava il suo nome, ma l'esito non era stato esattamente quello sperato e la lista non riuscì a ottenere eletti.
Quel risultato, tuttavia, evidentemente non ha fatto concludere l'impegno di Marika Cassimatis sul piano elettorale: il progetto di Base costituzionale, infatti, ha preso avvio almeno lo scorso autunno, visto che i primi post sul sito sono datati ottobre 2019. In quella fase si trattava essenzialmente di un progetto di "rigenerazione" della Liguria, di "contaminazione culturale tra arti, imprese, territorio, mare, tecnologia e innovazione sociale", volto a generare "nuove iniziative di crescita, cooperazione sociale e valorizzazione della Liguria". Con il passare delle settimane, è cresciuta l'idea di una sfida più ampia, approfittando della scadenza elettorale: Cassimatis sul sito si presenta come persona "che ha saputo radunare intorno a sé persone provenienti dai vari ambiti della società e studiare insieme a persone, comitati ed esperti un programma elettorale per la rinascita della nostra regione".
Il progetto assume come parola chiave il concetto di trasparenza, declinato come "possibilità pratica della lotta alla corruzione", presupposto necessario perché la regione possa "risollevare la testa e riacquisire quelle caratteristiche di territorio preferenziale per il turismo di qualità, la produzione industriale e la crescita dei servizi, con un occhio alla buona gestione dell’ambiente, delle coste, delle spiagge e dei rifiuti". La lista intende anche dare "ampio spazio alla figura femminile, da sempre relegata dai precedenti governi regionali in posizioni di scarso rilievo".
Il programma elettorale è imperniato su dieci punti: mobilità sostenibile (separando la viabilità portuale da quella urbana e turistica, potenziando il trasporto marittimo intraregionale con vaporetti a energia solare e sostenendo il trasporto pubblico locale, senza dimenticare il controllo della regione sui soggetti concessionari di manutenzioni autostradali), terza età e disabilità (con investimenti sui servizi sanitari, assistenza porta a porta, pronto soccorso geriatrico e cohousing), ambiente e territorio (stop alle grandi opere inutili e manutenzione di quelle esistenti, difese dei litorali e più attenzione alla fruizione libera delle spiagge), lavoro e sicurezza (potenziamento dell'agricoltura di nicchia, aiuti alle imprese di giovani e disoccupati), scuola e formazione (progetti per il tempo prolungato, formazione e orientamento, investimenti sull'edilizia scolastica), sostegno all'autonomia delle donne (fondi ai centri antiviolenza e alle residenze protette, contributi per asili e scuole d'infanzia, sostegno alla pari genitorialità), legalità (informazione, promozione e sportello di ascolto territoriale), precauzione sulla tecnologia 5G (e "corretta informazione affinché le scelte di cura e vaccinali siano consapevoli"), economia circolare (riduzione, recupero, riciclo, riuso) e fondi europei (con sostegno a progettisti di bandi europei a beneficio di cittadini e comitati).
Tutti questi punti si compendiano in un simbolo che comprende tre quadrati, ciascuno tinto dei colori della bandiera e leggermente scostati l'uno dall'altro: quello verde, in primo piano, reca la sagoma della Liguria divisa in province, il nome del partito (con la parola "Base" in evidenza) e il nome dell'aspirante presidente; il tutto è racchiuso da una circonferenza di colore verde. Ora, l'idea del tricolore leggibile grazie ai tre quadrati leggermente scostati non è certo nuova, essendo stata usata in altre circostanze di natura "nazionale" o "patriottica"; è per lo meno curioso, tuttavia, che una soluzione grafica molto vicina fosse stata usata come logo dal comitato Basta un Sì, che con forza nel 2016 sostenne la necessità di approvare al referendum del 4 dicembre la riforma costituzionale promossa dal governo Renzi. Com'è noto, quel giorno vinsero i No e anche Cassimatis sostenne quella posizione: certamente ora non ha cambiato idea - in queste settimane, peraltro, sta sostenendo il No anche sul nuovo referendum costituzionale, in tema di taglio dei parlamentari - ma oggettivamente colpisce la somiglianza grafica di due loghi tanto diversi nell'ispirazione.
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