domenica 9 agosto 2020

Grande Liguria, la sfida di Chiappori per cambiare la regione (senza firme?)

In Liguria l'attenzione dei media alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre sarà monopolizzata dalla sfida tra Giovanni Toti e Ferruccio Sansa, ma occorre non perdere di vista le altre candidature alla presidenza. Da qualche giorno ha reso nota la sua volontà di concorrere - garantendo che riuscirà a raccogliere le firme necessarie in tutte le province - anche Giacomo Chiappori, sindaco di Diano Marina, iscritto alla Lega ma ben deciso a correre con una sua lista alla guida della regione. 
La sua formazione si chiama Grande Liguria, un nome che è innanzitutto un auspicio e un programma, ma con un po' di pazienza può essere anche un'indicazione politica, in particolare del partito che sostiene la candidatura di Chiappori. Alla fine di luglio, infatti, erano circolate le prime notizie sulla probabile corsa di Chiappori, ex segretario regionale della Lega Nord, e si diceva che a sostenerla fosse Grande Nord, il partito che Roberto Bernardelli e altri esponenti di gruppi indipendentisti e autonomisti di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno fondato alla fine del 2017. Nei giorni successivi, peraltro, è stato divulgato un simbolo che non somiglia per nulla a quello di Grande Nord, ma parla decisamente al territorio e alla sua storia. La figura che sta al di sopra della croce di San Giorgio - al di là di chi volesse notare la presenza di una statua di un combattente, come nel simbolo leghista - infatti è molto chiara per i liguri: non si tratta di un ragazzino qualunque con in mano una pietra pronta per essere scagliata (e non è nemmeno una reinterpretazione del biblico Davide, visto che non ha una frombola in mano), ma di una raffigurazione del Balilla, il giovane che tradizionalmente si ritiene abbia scatenato a Genova la rivolta contro le truppe asburgiche e piemontesi il 5 dicembre 1746, proprio lanciando un sasso contro di loro. 
Nella conferenza di presentazione del suo progetto, è stato lo stesso Chiappori a spiegare la nascita del simbolo: "Si tratta di un'idea che nasce nel tempo, che mi riporta un pochino al passato e mi riporta anche ai primi tempi, quando avevamo non tanto un logo simile, ma un'idea che doveva passare attraverso la bandiera di San Giorgio, quindi Genova e l'intera Liguria, la nostra terra, il 'chi siamo noi liguri' e naturalmente doveva avere un aspetto rivoluzionario. E chi meglio di Giambattista Perasso, detto "Balilla", che nel '700 diede la spinta a un cambiamento? Dunque è un segno di tradizione, di cambiamento, che amo particolarmente".
Chiappori alla presentazione non ha certo negato la sua permanenza alla segretaria nazionale della Lega Nord Liguria (dal 1994 al 1998), aggiungendo però che "il sogno di allora non si è ancora realizzato e ci sono cambiamenti che non mi sono piaciuti. Io non mi metto mai contro nessuno, mi sono candidato per dare dignità e risposta a un sacco di gente che non sa più cosa fare. La Liguria bisogna interpretarla e portarla avanti. Questo è l'inizio di un percorso politico, che si collauda in Liguria per poi aprirsi alle altre regioni" ha aggiunto, probabilmente pensando al progetto del movimento Grande Nord, precisando che occorre "tornare al sistema confederale". 
Il sindaco di Diano Marina ha messo in cima alle priorità del suo programma la richiesta di trasformare la Liguria in una regione a statuto speciale, per le sue condizioni "frontaliere" e l'apertura al mare, allo scopo di ottenere le stesse condizioni e le stesse risorse di cui altre regioni di quel genere godono. Ha invitato a una riflessione seria sulle infrastrutture ("Non servono opere faraoniche che neppure i giovani vedranno mai finite, tra l'altro non si può nemmeno pensare di derogare continuamente alle regole per poter costruire quelle opere"), sull'organizzazione della sanità ("Verifichiamo ciò che si vuole fare sugli ospedali unici, per evitare che la gente abbia dei contraccolpi") e sul turismo ("Serve puntare anche sul turismo congressuale come già ha iniziato a fare l'Emilia-Romagna").
Dice Chiappori che sarà certamente presente in tutte le province liguri (le liste sarebbero già pronte) e segnala - così almeno si legge negli articoli che i media hanno dedicato al tema - di non doversi preoccupare della raccolta delle firme perché si dice sostenuto "a livello di governo centrale", facendo poi riferimento a Grande Nord. Non risulta alcuna ipotesi di esenzione dalla raccolta firme cui si possa ricondurre la lista in questione, che non è rappresentata in consiglio regionale o in Parlamento; tuttavia è possibile che sia sfruttata l'ultima fattispecie di esonero inserita dal consiglio regionale, che solleva dall'onere anche le liste "che abbiano ottenuto una dichiarazione di collegamento con gruppi consiliari già presenti in Consiglio regionale o con gruppi già presenti nel Parlamento italiano al momento dell'indizione delle elezioni", dichiarazione che può essere effettuata "per una sola lista e [...] anche a favore di lista con denominazione diversa da quella del gruppo consiliare di collegamento". Escludendo che un gruppo consiliare voglia prestarsi, in teoria dovrebbe farlo un gruppo parlamentare, anche se in teoria in qualche modo quel gruppo dovrebbe comparire anche nel contrassegno finale, se non altro perché l'obbligo di corrispondenza tra nome del gruppo esentante e nome della lista formalmente è stato escluso solo per i gruppi consiliari, non anche per quelli parlamentari. Sarà interessante vedere, a questo punto, cosa accadrà.

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