domenica 16 agosto 2020

Campania, Potere al popolo! e Democratici e progressisti: la sinistra non in Terra

Settimane fa si è parlato dell'esperienza della lista Terra, che raccoglie buona parte della sensibilità di sinistra in vista delle elezioni regionali in Campania. Non tutte le formazioni di quell'area, tuttavia, hanno scelto di partecipare a quel progetto politico-elettorale. Alla fine di luglio, per esempio, è stata resa ufficiale la corsa in forma autonoma di Potere al popolo!, che proprio in Campania ha avuto la sua origine già nel 2015 (grazie al centro sociale "Je so' pazzo" di Napoli) e dunque continua la propria attività.
Per queste elezioni come candidato presidente è stato scelto Giuliano Granato (34 anni, laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, sindacalista) e la scelta è stata fin dall'inizio nettamente contraria ai due maggiori schieramenti in campo alle elezioni regionali: "In anni di gestione clientelare, di privatizzazioni, di devastazione ambientale, Caldoro, quanto De Luca, ci hanno ridotto a vivere in una delle Regioni con i tassi di disoccupazione e di emigrazione più alti, hanno dismesso la sanità pubblica e hanno lasciato inquinare il nostro territorio, svendendo ogni centimetro possibile di costa. Per questo, c’è bisogno che qualcuno gli impedisca di andare avanti così, qualcuno che gli stia col fiato sul collo e difenda gli interessi e il futuro di questo popolo e di questo territorio: c’è bisogno di un salvataggio popolare". L'idea di base, come sottolineato dalla portavoce nazionale Viola Carofalo, è che "la Campania sta affondando" e, dunque, dev'essere salvata, anche con un'iniziativa elettorale.
Per l'occasione è stato presentato anche un simbolo leggermente modificato. Il corpo del contrassegno è rimasto uguale a quello coniato per le elezioni politiche del 2018, ma i colori degli archi che delimitano il cerchio sembrano virati dal cremisi al viola; la stessa tinta colora un fumetto incollato sotto al nome del movimento, con la dicitura "la Campania è il Futuro", con l'ultima parola scritta in maiuscolo e con l'evidenza maggiore in tutto il simbolo. Tecnicamente, peraltro, occorre notare che proprio il fumetto fuoriesce leggermente dal cerchio che gli archi viola tracciano, per cui si deve presumere che - poiché le Istruzioni del Viminale e la prassi richiedono che tutti gli elementi siano perfettamente contenuti in un cerchio - la grafica sarà tutta contenuta in una sottile circonferenza nera, con una sorta di "effetto cannocchiale".
Un'altra parte della sinistra (quella parlamentare) si riconosce peraltro in una delle liste che sostengono Vincenzo De Luca (o meglio, che lo sosterrebbero: con l'accordo tra Italia viva e i Popolari dei De Mita è iniziata un'opera di riduzione della numerosissima compagine in appoggio al presidente uscente - un po' per non dare l'idea dell'ammucchiata, un po' per le difficoltà di alcune formazioni a trovare tutti i candidati per presentare le proprie liste - e dunque nessuna lista può dirsi completamente certa fino alla scadenza dei termini). Il riferimento è alla lista Democratici e progressisti che era stata annunciata negli ultimi giorni di luglio e, per il momento, sembra resistere. A promuovere questa formazione è il consigliere uscente Francesco Todisco, candidato nel 2015 nella lista De Luca presidente ed eletto ad Avellino. Già consigliere dem in quel comune, in seguito è approdato ad Articolo Uno. A metà luglio era stata esclusa la presentazione di una lista con il simbolo di Liberi e Uguali o di Articolo Uno, si diceva che non c'erano le condizioni per farlo; in seguito, tuttavia, qualcosa dev'essere cambiato.
Il nome scelto per la lista richiama inevitabilmente una parte del nome originario di Articolo Uno, Movimento democratico e progressista (proprio la parte che aveva fatto infuriare Ernesto Carbone che in Calabria nel 2015 aveva fatto presentare come Pd la lista Democratici progressisti). Il rosso di fondo è lo stesso di Liberi e Uguali e certamente da quel simbolo viene la sottolineatura del nome, che qui marca tutta la sua larghezza. In questo caso, peraltro, si sono aggiunte una circonferenza bianca interna e la sagoma verde della Campania, oltre al riferimento al candidato presidente; la grafica, a dire il vero, è mutuata da quella della lista Progressisti per la Basilicata che si era presentata in terra lucana alle regionali dello scorso anno. Riuscirà questo simbolo a finire sulla scheda o, magari insieme ad altri, sarà sacrificato in nome della razionalizzazione?

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