Questa mattina, alle 8, è iniziato il deposito delle liste con relativa documentazione per le elezioni comunali e regionali (mentre in Valle d'Aosta quel passaggio si è già compiuto pochi giorni fa e non è stato indolore per alcune forze politiche). C'è tempo fino a domani a mezzogiorno per il deposito, ma qualcuno ha già provveduto. In Veneto, per esempio, è già stata completata la procedura per la Lista Veneta - Autonomia, tra quelle che sostengono la terza candidatura a presidente di Luca Zaia.
Posto che il Veneto - come già accennato nei giorni scorsi parlando dei ritocchi al simbolo di Forza Italia - è una delle regioni in cui il risultato finale non è minimamente in discussione, sarà molto più interessante vedere i risultati delle singole formazioni presentate in appoggio a Zaia. L'attenzione, com'è inevitabile, sarà concentrata soprattutto su Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e sulla Lista Zaia, ma i veri appassionati non potranno non guardare con cura anche la prestazione della Lista Veneta - Autonomia. Anche perché basta un solo sguardo, anche fugace, per riconoscere l'originale di questo emblema variato per l'occasione: si tratta chiaramente della Liga Veneta Repubblica, formazione nata nel 1998 per opera di Fabrizio Comencini (che ne è tuttora il leader) e di altri soggetti e da allora sempre attiva sul territorio veneto, soprattutto in occasione delle elezioni locali e regionali, anche se via via ha adottato varianti nominali - fra cui Liga Fronte Veneto - e cromatiche, ma quasi sempre con lo stendardo della Serenissima con il leon da guèra (che dunque impugna la spada) in primo piano.
In effetti nel 2015 non c'era esattamente la lista della Liga Veneta Repubblica, ma quella di Indipendenza noi Veneto, sempre schierata con Zaia, con Comencini capolista a Verona (e nello stendardo il leone marciano era quello classico, solo con il libro). In quell'occasione, peraltro, non era mancata una querelle con Alessio Morosin di Indipendenza Veneta (e tra i primi aderenti alla Liga Veneta Repubblica), che aveva protestato per la somiglianza dei nomi delle due liste; gli uffici elettorali e il Tar di Venezia, però, avevano negato che ci fosse confondibilità. La lista alla fine dalle urne aveva ottenuto il 2,7%, conseguendo un eletto in provincia di Vicenza (Antonio Guadagnini, attualmente candidato presidente del Partito dei Veneti, pronto a partecipare anch'esso a queste elezioni).
Stavolta il simbolo è molto più simile a quello originale: non c'è nessun riferimento all'indipendenza, sostituito da quello all'autonomia (come in Forza Italia), lo sfondo è azzurrino e la font è quella classica. Stavolta però non è stata usata la parola "Lega": Comencini, appositamente interpellato, conferma che "per buon vivere" (e, si deve immaginare, su richiesta degli alleati) al suo posto si è usata la parola "Lista". Unico, microscopico richiamo al passato è la sigla puntata nel segmento blu inferiore, "L.V.R.", con le iniziali del nome originario, persino difficili da vedere nel cerchio di tre centimetri di diametro destinato alle schede elettorali. Chi in questi anni ha seguito quel partito, in ogni caso, saprà riconoscerlo anche in questa occasione.
Sarà tuttavia necessario un ulteriore esercizio di attenzione per elettrici ed elettori, visto che è stata depositata anche la lista dello stesso gruppo che aveva corso nel 2015, cioè Indipendenza noi Veneto (che, in un momento in cui tutti parlano di autonomia, ha messo in luce la parola "Indipendenza"). Al nome già presente in consiglio è stata aggiunta la dicitura "per l'Autogoverno della società civile", direttamente legata al fatto che la lista candida alla presidenza della regione Ivano Spano, sociologo, emerito dell'università di Padova e già responsabile del centro studi veneto della Cisl (ma nel frattempo divenuto anche presidente dell'associazione SìAmo, che alle politiche 2018 aveva presentato proprie liste all'insegna della libertà di cura, della comunità e della coscienza): L'Autogoverno della società civile, infatti, è un libro di Spano uscito all'inizio dello scorso anno. Con lui ci saranno, tra gli altri, l'imprenditore turistico (e portavoce della lista) Roberto Agirmo, l'imprenditore delle telecomunicazioni ed ex assessore di Resana Leopoldo Bottero e altre persone che condividono come valori principali l'autonomia e l'ambiente, che - come detto da Agirmo - "non sono né di destra né di sinistra". Il leone di San Marco è proprio lo stesso di cinque anni fa, con l'Evangeliario e senza spada: considerando che ci sarà anche quello - quasi uguale, senza stendardo - del Partito dei Veneti, bisognerà aprire bene, anzi benissimo gli occhi.
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