sabato 1 agosto 2020

Toscana civica, amministratori locali con Ceccardi per il cambiamento

Da molti anni, ormai, il civismo non è prerogativa delle sole elezioni amministrative: anche alle regionali compaiono molte formazioni che si qualificano come tali e non sono certo prerogativa di una sola parte politica. In alcuni casi - in Campania in particolare - ci si attende una proliferazione di quelle sigle; altrove, come in Toscana, i due schieramenti principali hanno comunque almeno una formazione che si richiama espressamente ai valori del civismo. Si è visto che Enrico Giani può contare almeno su Sinistra civica ecologista; Susanna Ceccardi, per parte sua, alle liste del centrodestra affianca anche il contrassegno di Toscana civica, un progetto che si era concretizzato in senso elettorale già all'inizio dell'anno ma aveva mosso i primi passi addirittura nel 2011. 
Lo spiega il portavoce Paolo Moschi, ricordando su Facebook che l'associazione Toscana era nata "oltre 8 anni orsono da una felice intuizione" sua e di Paolo Marrocchesi ed è formata "da sindaci e amministratori locali di maggioranza e di minoranza dell'intera regione", con l'intento di "portare in Regione i problemi dei territori, e risolverli, ponendo fine ad una politica 'Firenzecentrica' che ha emarginato sempre di più le periferie della nostra Regione, rendendo sempre più abbandonati i nostri borghi, ricchi di storie ma svuotati di servizi e privati di investimenti, e intasando sempre più un capoluogo come Firenze, rendendolo praticamente invivibile".
In effetti il primo nucleo di quella che oggi si appresta a finire sulla scheda comparve nel 2011, quando Moschi era assessore a Volterra (e faceva parte pure dell'Udc). Già il 22 ottobre di quell'anno - lo si scopre consultando l'archivio del Tirreno - si era parlato di una nascente Federazione civica (il coordinamento era composto, oltre che da Moschi, da Alessio Berni, Paolo Barbagallo e Leonardo Fiore), che proprio a Volterra aveva tenuto una prima riunione tra oltre duecento esponenti di una quarantina di liste che cercavano di collegarsi tra loro per un'azione coordinata, anche creando un manifesto-protocollo, con tanto di "certificazione civica" per le forze aderenti. 
Il progetto si era fatto più concreto tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015: il 31 gennaio, infatti, a Prato si erano di nuovo riuniti gli eletti di molte liste, con l'idea di creare un'alternativa all'asse politico all'epoca riscontrato tra Matteo Renzi (allora presidente del consiglio) e il presidente della regione Enrico Rossi, ritenuto troppo centrato su Firenze e poco rispondente ai bisogni reali degli elettori e degli altri comuni. In quell'occasione si formalizzò un simbolo (già circolato come idea in precedenza) con quattro sagome umane tridimensionali stilizzate di colori diversi, posizionate come se si tenessero per mano, senza rinunciare all'espressione "civismo certificato" (quando ormai le certificazioni erano già ben note per altre esperienze locali). Si guardò anche alle regionali, che si sarebbero tenute pochi mesi dopo, ricordando che "il ruolo delle liste civiche è quello di stare vicino ai cittadini, lontano dalle logiche degli interessi e favoritismi dei partiti", quindi si poteva partire da una nuova unione per creare un soggetto forte; alla fine non si fece alcuna lista, ma Moschi e il pratese Roberto Cenni si limitarono a "fare il tifo per i Comuni toscani e per i nostri territori, che chiediamo vengano ascoltati da tutti per uno sviluppo possibile".
Questa volta l'idea di costruire una lista sembra più concreta e vicina, anche sulla base di una considerazione importante e ben presente a molti: "Il governo regionale - ha scritto Moschi su Facebook - oggi è contendibile" e l'occasione di poter imprimere un cambiamento alla Toscana dopo cinquant'anni dalle prime elezioni di quel livello non vorrebbe essere persa. "Non ci interessa parlare di destra e di sinistra, concetti che lasciamo alla storia del nostro paese. Ci interessa occuparci dei tanti piccoli e medi problemi che da decenni si trascinano nei territori senza che nessuno se ne interessi". Il cambiamento, evidentemente, passa per forza attraverso il sostegno a Ceccardi e, secondo Moschi, i voti convogliati su di lei potrebbero essere determinati per evitare una "restaurazione: come altro si può chiamare la candidatura di un alfiere Pd, di lunga data e di lungo corso, come Eugenio Giani?" Per i promotori di Toscana civica, la regione "ha bisogno di cambiare per sopravvivere e per non collassare. La Terra degli Etruschi ha bisogno di riappropriarsi delle sue migliori tradizioni e della sua millenaria cultura", ma anche di investire su sanità, viabilità e infrastrutture.
Per l'occasione, il simbolo è stato decisamente modificato: niente più sagome umane, ma un profilo della Toscana color ocra, mentre il contorno della regione e il segmento inferiore del cerchio si tingono di viola (e la scelta è almeno curiosa per una lista contraria al "Firenzecentrismo", visto che il colore ricorda molto più Firenze che la Toscana stessa). La font usata per nome ricorda molto la Nexa impiegata per Scelta civica (sebbene quest'esperienza con la precedente non abbia in teoria alcun legame), mentre la dicitura "per il cambiamento" rimanda ai caratteri della lista Borgonzoni presidente già vista in Emilia-Romagna a gennaio. Anche grazie al drastico taglio alle firme necessarie, è probabile che questa volta la presentazione delle candidature su tutto il territorio regionale riesca: si vedrà, alla fine, quanta acqua al mulino di Ceccardi avranno portato i civici e se questa sarà effettivamente determinante.

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