giovedì 26 maggio 2022

Parma, simboli e curiosità sulla scheda (e riflessioni sulle esclusioni)

Insieme a Piacenza, Parma è il solo capoluogo di provincia dell'Emilia-Romagna chiamato al voto alle elezioni amministrative che si terranno il 12 giugno. Appare piuttosto ovvio, peraltro, l'interesse per quella realtà in particolare, essendo stato il primo capoluogo d'Italia in cui - dieci anni fa, dopo le dimissioni forzate del sindaco di centrodestra Pietro Vignali - un candidato del MoVimento 5 Stelle era riuscito a prevalere (al ballottaggio, certamente "con lo zampino" del centrodestra che, escluso dal secondo turno, colse l'occasione di far perdere il centrosinistra); sono poi note le vicende che hanno portato quel sindaco eletto, Federico Pizzarotti, a essere sospeso dal M5S e in seguito ad abbandonarlo, cercando e ottenendo nel 2017 la riconferma alla guida del comune sotto le nuove insegne della lista Effetto Parma. 
A un decennio di distanza dalle vicende che hanno posto Parma sotto i riflettori - e con la certezza che, dopo i due mandati di Pizzarotti, la legge impone di cambiare guida - la città si ritrova con 10 aspiranti alla carica di sindaco (ma dovevano essere 12, a causa delle esclusioni di due candidate per vizi legati alla presentazione delle liste) e 23 liste. Ma se Vignali si è ripresentato ad elettrici ed elettori undici anni dopo le sue tumultuose dimissioni, sulla scheda elettorale - come i media hanno più volte sottolineato in questi giorni - mancherà proprio il simbolo del MoVimento 5 Stelle. 
   

Priamo Bocchi

1) Fratelli d'Italia

Il sorteggio ha individuato come prima candidatura quella di Priamo Bocchi, già propostosi come aspirante sindaco per La Destra nel 2012 e oggi responsabile provinciale enti locali per Fratelli d'Italia. Ed è proprio Fdi l'unico soggetto politico a suo sostegno: una scelta che ha prodotto la divisione del centrodestra nella città ducale (Fi e Lega appoggiano Vignali), per ragioni di politica nazionale e locale. La struttura del contrassegno è quella già vista altrove: il modello è quello delle elezioni politiche del 2018, ma il nome di Giorgia Meloni è stato ridotto per inserire il riferimento al candidato sindaco (il cui cognome breve favorisce questa scelta grafica, anche se lascia molto spazio vuoto ai lati).
 

Gaetano Vilnò

2) Noi siamo davvero

Pure la seconda candidatura estratta è legata a una sola lista: l'aspirante sindaco è Gaetano Vilnò, già agente finanziario, poi presidente dell'associazione Dipartimento europeo controllo illeciti bancari, attivo soprattutto su internet e sui social network. Candidato nel 2010 dalla Destra alle regionali, ora Vilnò corre - esprimendosi contro il green pass, la privatizzazione dell'acqua, la digitalizzazione totale e l'aumento delle imposte sulla prima casa, puntando piuttosto sull'aiuto ai commercianti e alle persone fragili - con il sostegno della sua lista Noi siamo davvero, il cui simbolo è singolare: il cerchio contiene una sorta di cartello ottagonale azzurro, bordato di giallo (con tanto di "chiodini" azzurri ai vertici) e con cinque sagome di persone che si tengono per mano. Non passa inosservato, ma non è nemmeno un esempio di finezza grafica. 
 

Enrico Ottolini

3) Europa Verde

Altro sorteggio e altra candidatura con un'unica lista. In questo caso tocca a Enrico Ottolini, biologo impegnato in varie associazioni e nella cooperazione sociale, nonché co-portavoce di Europa Verde - Verdi a Parma. Non ci si stupisce, dunque, nel vederlo sostenuto proprio da Europa Verde (che ha espressamente scelto di non concorrere all'interno del centrosinistra): al simbolo ufficiale del partito si aggiunge il riferimento al candidato, inserito nel segmento giallo in basso; non sfugge però che, a destra, accanto al riferimento ai Verdi, spunta quello a Possibile, con la "o" trasformata nel segno di uguale che caratterizza il suo simbolo ufficiale. 

Andrea Bui

4) Partito della rifondazione comunista - Partito comunista italiano

Come quarta candidatura alla guida del comune di Parma è stata sorteggiata quella di Andrea Bui, che si presenta con il sostegno della sinistra radicale. Sono due, in particolare, le liste legate a lui: la prima estratta è quella che riunisce "a bicicletta" i simboli del Partito della rifondazione comunista e del Partito comunista italiano, dunque con due coppie di falce e martello (riunendo in qualche modo i tronconi di una storia) che già nel 2017 erano unite - ma in due liste diverse - dal sostegno a Ettore Manno. Questa volta non ci sono invece altre liste con falce e martello (Pcl o Pc) viste in passato.
 

5) Potere al popolo!

Scontata la presenza, come seconda lista a sostegno di Bui, di Potere al popolo!: Bui infatti è il coordinatore di quella forza politica a Parma. Pap - che inevitabilmente esordisce quest'anno alle elezioni comunali parmigiane, visto che il soggetto politico è nato dopo il turno di amministrative del 2017 - schiera in quest'occasione il suo simbolo ufficiale, concepito per partecipare alle elezioni politiche del 2018: il cerchio è individuato da due archi "a mezzaluna" color rosso scuro; all'interno trovano posto il nome in grande evidenza, nero su due righe, e la stella (dello stesso colore degli archi) sopra l'ultima "o".
 

Marco Adorni

6) L'Altra Parma

Con il sorteggio si torna a una nuova candidatura sostenuta da una sola lista: questa volta è il turno di Marco Adorni, docente di lettere con un dottorato in storia e informatica. Lo sostiene la lista L'Altra Parma, anche se in realtà è stato annunciato l'appoggio anche di Ancora Italia, Alternativa, #IoApro, Partito Comunista, Riconquistare l’Italia e Italia Unita (di Francesco Nappi). Il simbolo è basato su un tricolore disposto in orizzontale, con il nome della lista inserito nella fascia bianca centrale; quest'ultima si estende verso l'alto, tracciando sull'area verde le sagome del Duomo e del Battistero. Da notare la dicitura "Uniti per la Costituzione", usata anche da Mattia Crucioli a Genova.
 

Pietro Vignali

7) Vignali sindaco

La sesta candidatura sorteggiata è già ben nota ai parmigiani: Pietro Vignali fin dagli anni '90 ha militato prima nel Ppi e nel Cdu, poi è stato consigliere e assessore per la lista Civiltà parmigiana con Elvio Ubaldi, poi sindaco proprio dopo Ubaldi. Guastatosi il rapporto con quest'ultimo e a seguito di un'inchiesta che colpì varie figure della sua amministrazione, il 28 settembre 2011 si dimise; a oltre dieci anni da quei fatti, si ricandida con un sostegno politico e civico. Civica è la prima delle cinque liste della coalizione, quella a lui più vicina: Vignali sindaco. La grafica è molto semplice, basata sui colori della città, essenzialmente giallo e blu (è sparito però il Palazzo del Governatore, inizialmente incluso nella parte blu).
 

8) Ambiente e salute

Altra lista civica presentata a sostegno di Vignali è Ambiente e salute, che dunque punta su temi legati alla vivibilità della città e dei suoi vari ambienti, nonché alla tutela della salute dei cittadini. L'emblema è piuttosto semplice e, volendo, ancor meno elaborato del precedente: il nome (ora bianco, prima giallo) è l'elemento più visibile del cerchio - significativamente tinto di verde, "color ambiente" - ed è sormontato da un ramo con due foglie, per rafforzare il concetto. Completa il contrassegno il segmento blu con il riferimento al candidato sindaco, scritto con lo stesso carattere del primo emblema visto.
 

9) Forza Italia (e altri)

Fin dall'inizio Vignali sapeva di poter contare sul sostegno di Forza Italia, che già nella prima giunta Vignali aveva fatto la sua parte pur senza simbolo sulla scheda. Con il tempo, peraltro, la lista forzista è diventata riferimento anche per le forze minori del centrodestra, ricomprese dunque tra le candidature. Per renderle visibili, il simbolo elettorale è stato conformato in modo da ridurre di molto l'ingombro della bandierina e dei riferimenti a Berlusconi e a Vignali (per la prima volta quest'anno nello stesso carattere), per lasciare circa il 40% del cerchio alle miniature di Unione di centro, Noi con l'Italia, Italia al Centro (di cui si può vedere il simbolo per la prima volta), Popolo della famiglia e Partito degli europei e dei liberali. A fronte di questa minima visibilità, l'effetto carambola è assicurato.
 

10) Lega

L'altra lista dichiaratamente politica a sostegno di Vignali è quella della Lega, certo non una novità per elettrici ed elettori di Parma; se però per anni i risultati - della Lega Nord - sono stati relativamente contenuti, cinque anni fa il partito aveva toccato il 12% e da quel risultato cerca di ripartire, magari per migliorarlo. Il simbolo è esattamente identico al contrassegno inaugurato con le elezioni politiche del 2018, con Alberto da Giussano nel mezzo, tra la parola "Lega" e il segmento blu che contiene l'espressione "Salvini premier", con il cognome del segretario federale giallo, in grande evidenza.

11) Sicurezza e decoro per quartieri e frazioni

L'ultima lista presentata in appoggio alla candidatura di Pietro Vignali è nuovamente di natura civica: Sicurezza e decoro per quartieri e frazioni indica nettamente nel proprio nome l'idea di dare attenzione ai vari territori comunali, alla pulizia dei parchi e dei tanti spazi comuni (punto che spesso viene considerato da chi vuole mettere in luce le carenze dell'amministrazione uscente). Il simbolo è ancora più semplice di quello di Ambiente e salute (del quale replica la struttura), mancando ogni segno grafico sul fondo azzurro (mantenendo il riferimento al candidato sindaco nella parte inferiore).

Luca Galardi

12) Movimento 3V

Settima candidatura a sindaco di Parma è quella di Luca Galardi, ingegnere meccanico scelto come aspirante primo cittadino dal Movimento 3V, che fa il suo esordio a Parma, sapendo che peraltro elettrici ed elettori parmigiani l'avevano già potuto votare nel 2020, alle regionali (la prima occasione di visibilità rilevante per quel soggetto politico). All'epoca il simbolo aveva la stessa corona rossa spessa e conteneva l'espressione "Vaccini vogliamo verità", oltre alla dicitura "Movimento 3V"; ora "3V" è diventato l'elemento centrale, accompagnato dai valori "Verità" e "Libertà".

Michele Guerra

13) Michele con Guerra sindaco

All'ottavo posto sulla scheda elettorale è stato sorteggiato Michele Guerra: ordinario di cinema, fotografia e televisione all'università di Parma e assessore uscente alla cultura, è stato scelto come candidato in continuità con l'amministrazione uscente, ma sostenuto anche da buona parte del centrosinistra. Ha dalla sua sei liste (il primato di questo voto a Parma) e come prima è stata sorteggiata quella più vicina a lui, Michele Guerra sindaco. Il simbolo, a suo modo elegante e ben congegnato, gioca sul fondo sfumato dal verde acqua al verde chiaro, con il riferimento al sindaco giallo in grande evidenza; non sfugge una sorta di insenatura nel cerchio interno, ricavata per inserirvi il riferimento alla città (non particolarmente visibile, forse era evitabile, ma il resto della grafica è ben fatto.
 

14) Partito democratico

Trattandosi di una coalizione di centrosinistra, è quasi inevitabile la presenza di una lista del Partito democratico (che cinque e dieci anni fa aveva sostenuto propri candidati, rispettivamente Paolo Scarpa e Vincenzo Bernazzoli). A differenza che negli anni precedenti, però, il Pd ha scelto di non usare il suo simbolo ufficiale "liscio", ma ha deciso di inserire il riferimento al candidato (anche piuttosto visibile), benché il profilo di questo sia essenzialmente civico. Si tratta del segno di un impegno a "portare acqua" a un progetto nuovo o abbastanza nuovo di alleanza, che proprio da Parma potrebbe partire.
 

15) Parma - La Sinistra coraggiosa

Ha una matrice piuttosto riconoscibile la terza lista sorteggiata nella coalizione che sostiene Michele Guerra. Parma - La sinistra coraggiosa (e anche ecologista e solidale, come si legge sul simbolo) guarda al progetto Emilia-Romagna Coraggiosa (di cui riprende il cerchio bipartito verde e rosso e l'idea del cuore, qui pero tinto con i colori della pace): la preparazione e presentazione è stata curata soprattutto da Articolo Uno e Sinistra italiana, che invece dei loro simboli hanno impiegato un marchio che nel 2020 alle regionali ha ottenuto attenzione. 

16) Effetto Parma

Non poteva certamente mancare nella coalizione a sostegno di Guerra la lista di cui era espressione l'amministrazione uscente, vale a dire Effetto Parma, formazione nata per sostenere nel 2017 la ricandidatura di Federico Pizzarotti e che già al primo turno aveva ottenuto più della somma dei consensi delle liste del centrosinistra. Il nodo giallo e blu di cinque anni fa è stato leggermente rivisto, "qualcosa che intreccia città, persone e progetti ad un cuore, un segno d’amore per Parma" (e con la comparsa anche di un tocco di verde); accanto al nome del candidato sindaco, poi, resta quello di Pizzarotti come segno del nuovo corso che si vorrebbe continuare.
 

17) Cantiere riformista

Si parlava di un modello nuovo o abbastanza nuovo di alleanza e questo riguarda la sua estensione anche a varie forze moderate, non sempre in dialogo piano con il Pd. A Parma invece è stata presentata la lista Cantiere riformista, che nel suo contrassegno mostra in modo esplicito i simboli del Partito socialista italiano, di Centro democratico (che riaffiora qua e là) e soprattutto di Italia viva, la cui "pulce" è più grande delle altre, posto che anche la palette cromatica del contrassegno è la stessa dell'emblema di Iv. Anche qui il risultato sarà interessante, considerando i punti di contatto tra le forze, ma anche le loro distanze sotto vari profili. 
 

18) Onda

L'ultima lista da considerare, all'interno della compagine che sostiene Guerra, è Onda, nome brevissimo che per si completa con gli aggettivi riportati vicino al nome, testo blu in un rettangolo bianco: "Progressista, liberale, ecologista, referendaria". Si tratta di una lista messa in piedi da varie forze politiche (tra cui Volt, +Europa, Radicali italiani, ma non solo): il simbolo schierato ricorda effettivamente un'onda (su fondo giallo-blu come Parma), ma l'onda sembra creata con un'impronta digitale, una scelta decisamente curiosa e da approfondire.

Dario Costi

19) Un progetto di comunità

Sono quattro le liste che sosterranno Dario Costi, architetto e docente universitario, nella sua candidatura. La prima si riassume nel testo contenuto all'interno del contrassegno (su fondo carta da zucchero sfumato): Un progetto di Comunità. In qualche modo lui stesso, nella sua presentazione, dà conto di questo: se lui "progetta pezzi di città, spazi ed edifici pubblici, housing sociale sostenibile", "fa ricerca sul futuro delle città disegnando progetti urbani strategici collettivi attraverso la partecipazione" e "progetta gli scenari di rigenerazione urbana per le città italiane", intende proporre nel suo agire la partecipazione come "regola della convivenza civile basata sui principi della Democrazia deliberativa", con ogni scelta rilevante da condividere coi cittadini e l'apertura di "spazi di discussione pubblica sull’esempio europeo delle Agenzie urbane e degli Urban Center aperti in tutto il mondo, sia in forma fisica che virtuale".
 

20) Civiltà Parmigiana

Se la prima lista in appoggio a Costi è nuova, il secondo simbolo della coalizione sorteggiato è ben noto ad elettrici ed elettori di Parma, magari non giovanissimi: Civiltà Parmigiana, infatti, era la lista legata a doppio fino a Elvio Ubaldi, che lo ha portato due volte a diventare sindaco con ottimi risultati e che nel 2012, quando lui si era ricandidato, aveva comunque ben figurato nelle urne. Per l'occasione, la lista è stata recuperata - e la capolista è Maria Federica Ubaldi, figlia di Elvio - e il simbolo, appena rinfrescato, è sempre rappresentato da una campana gialla e blu. 
 

21) Ora.

Non passa inosservato il terzo simbolo della coalizione di Costi, legato alla lista Ora. Il punto fermo è parte del nome, come a voler dire - senza enfasi, ma in modo risoluto - che l'impegno non può attendere. Nel suo sito lo stesso candidato spiega la scelta di inserire un paio di scarpe nel contrassegno: "Queste sono le scarpe che ho indossato anni fa quando mi sono avvicinato alla politica. Mi servivano scarpe comode perché volevo incontrare tutti, arrivare in ogni angolo della Città, ascoltare le persone. È stata un’esperienza straordinaria. Da allora non mi sono fermato e non ho smesso di pensare alla nostra Città. [...] Ora è il momento di mettermi nuovamente a disposizione delle Città, insieme a chi vorrà condividere con me questo percorso. Rimettere scarpe comode e costruire il nostro domani. Ora.". Scelta interessante e non conformista, a costo di sembrare poco "da scheda elettorale".
 

22) Generazione Parma

Ultima delle liste in appoggio a Costi è Generazione Parma, lista pensata come formata da persone under 40 e dunque rivolta innanzitutto a un elettorato altrettanto giovane. Il simbolo, che con un disegno tridimensionale - ovviamente giallo e blu - rimanda all'idea della Cittadella di Parma (con un nastrino tricolore in basso), ha rischiato di non finire sulle schede, perché la commissione elettorale aveva rilevato la mancanza del luogo di nascita dei candidati sugli atti di raccolta firme e presentazione delle candidature. Il Tar di Parma, però, ha accolto il ricorso di Costi, sposando i princìpi della "strumentalità delle forme" e del favor partecipationis, per cui le operazioni elettorali sono invalide solo se è materialmente impossibile ottenere lo scopo per cui sono state immaginate: in questo caso, il luogo di nascita era comunque ricavabile dalle accettazioni di ogni candidatura e dai certificati di iscrizione alle liste elettorali.

Giampaolo Lavagetto

23) Per Parma 2032

A chiusura di manifesti e schede, il sorteggio ha collocato l'ultima candidatura sostenuta da una sola lista. Giampaolo Lavagetto, già noto all'elettorato di Parma per essere stato assessore nella seconda giunta guidata da Elvio Ubaldi, pur essendo stato legato a Forza Italia in passato questa volta si presenta come candidato civico, dopo la sua esperienza in vari comitati cittadini. La sua lista, Per Parma 2032 (indicando dunque un orizzonte di lavoro decennale, di due consiliature) si basa anch'essa nel simbolo sui colori giallo e blu (in varie tonalità), con un cuore e un tocco di tricolore inseriti nella parte inferiore del cerchio.

Candidature e liste escluse

Qui finiscono i simboli che elettrici ed elettori troveranno sulla scheda. Sembra però il caso di dare spazio anche ai due emblemi che sono stati esclusi per difetti nella presentazione delle rispettive liste, con i giudici amministrativi che in primo e secondo grado hanno confermato le esclusioni.

Michela Canova

Parma democratica

Già sindaca di Colorno, Michela Canova aveva scelto di partecipare alle elezioni da iscritta al Pd, presentandosi per dare un messaggio diverso rispetto al proprio partito, ritenuto troppo "appiattito su Pizzarotti". Per l'occasione la lista era stata denominata Parma democratica e, senza riprendere in alcun modo il simbolo dem, si era avvalsa di una grossa "D" gialla su fondo arancione, abbinata al nome scritto in blu; giallo e blu caratterizzavano anche il segmento circolare in basso, contenente il riferimento alla candidata sindaca (e "sindaca" era indicato proprio al femminile).
 

Roberta Roberti

Parma città pubblica

La parola "sindaca" si poteva leggere anche sul contrassegno legato a Roberta Roberti, già candidata dieci anni fa per le liste di Rifondazione comunista e di Parma Bene comune. In questo caso l'unica lista a suo sostegno si chiamava Parma città pubblica, pensata come laboratorio di partecipazione attento alla cura della città, delle persone, dell’ambiente e degli animali e con l'idea di condividere con la collettività le decisioni sugli spazi da destinare all'uso pubblico. Il simbolo aveva al centro vari elementi curvilinei, che ricordavano le iniziali di "città pubblica" e, volendo, anche spazi pubblici come le piazze o i parchi.

I provvedimenti di ricusazione di queste due liste hanno escluso dalla competizione le uniche due aspiranti sindache di questo turno elettorale. Nel caso di Canova è capitato che le autenticazioni di alcune accettazioni di candidatura siano state apposte su esemplari fotocopiati, dunque non sugli originali; l'esclusione di quelle due persone ha fatto scendere la lista sotto il numero minimo richiesto dalle norme e ha comportato la ricusazione dell'intera lista. Per Roberti, invece, è stata fatale la mancata presentazione del bilancio preventivo delle spese elettorali. In entrambi i casi, le ricorrenti lamentavano il non aver potuto integrare la documentazione richiesta (o presentando i documenti in originale o comunque mancanti) attraverso il "soccorso istruttorio" e il non avere ricevuto segnalazioni a tempo debito dall'amministrazione sulle carenze dei documenti presentati e sulle esatte conseguenze del mancata consegna dei documenti corretti a tempo debito.
Il Consiglio di Stato, nelle due sentenze (nn. 4198 e 4205/2022 della seconda sezione) ha di fatto ricordato che "i requisiti di forma sono diretti a garantire l'interesse superiore ad una trasparente e corretta competizione elettorale, sicché non ne è condivisibile una generalizzata stigmatizzazione in virtù di un invocato approccio sostanzialistico alla materia" e che è "onere del presentatore/delegato assicurare che la documentazione presentata a corredo delle candidature risponda ai requisiti minimi contemplati dalla pertinente normativa, senza che rilevino, a tal riguardo, i compiti del segretario comunale, non avendo quest'ultimo né il potere, né il dovere di rilevare degli errori formali diversi dalla mera 'mancanza' di uno dei documenti richiesti" dalle norme in vigore. Quanto all'autentica delle firme, se apposta sulla fotocopia di un documento firmato appare "del tutto inidonea [...] a conseguire alcun effetto ai fini dell’attestazione dell’autenticità della firma" (quindi è come se non ci fosse alcuna autenticazione e, di fatto, alcuna sottoscrizione): consentire la presentazione di documenti mancanti o "quasi mancanti", invece della sola correzione di errori o imperfezioni, produrrebbe "una sostanziale elusione dei termini perentori stabiliti dalla legge e una altrettanto sostanziale violazione della par condicio dei partecipanti alla competizione elettorale". Il bilancio preventivo, la cui presentazione è prescritta dalla legge, non sarebbe poi un documento "non necessario", ma "indispensabile ai fini della presentazione della lista" (tanto che va anche pubblicato all'albo pretorio): nel ricorso si era parlato di rassicurazioni del segretario comunale sulla possibilità di integrare la documentazione, ma per i giudici vale il principio di autoresponsabilità (già visto nel caso di Trana) e comunque l'ufficio elettorale avrebbe dato la possibilità di verificare - in anticipo e su appuntamento - la completezza della documentazione.
Del caso occorre semplicemente prendere atto, senza esprimere giudizi. Tutt'al più, anche stavolta, si può cercare di guardare al futuro. Da una parte, chi in futuro vorrà presentare liste dovrà fare la massima attenzione possibile alle disposizioni vigenti, alle pubblicazioni ufficiali (e alle altre fonti di informazione, come i siti del Ministero dell'interno) e alle indicazioni tempestive degli uffici elettorali - a costo di chiedere informazioni per tempo - per poter presentare documenti corretti: piaccia o no, la materia elettorale è ancora piuttosto formale, per la necessità che certe regole siano rispettate da tutti, e occorre comportarsi di conseguenza. Dall'altra parte, l'amministrazione sarebbe chiamata a fare del suo meglio, in termini di disponibilità, attenzione e - anche se questo non è prescritto - sforzo nella prevenzione degli errori più comuni dei presentatori, con qualche verifica in più e qualche avvertimento, se necessario: costa più fatica, certamente, ma di solito questo paga, anche solo attraverso l'assenza di contestazioni in seguito. Se poi a livello superiore-nazionale si volessero predisporre procedure più al passo con i tempi per certi passaggi del procedimento elettorale (non solo la sottoscrizione digitale delle liste, ma anche la firma digitale dell'accettazione di candidatura, senza bisogno di autenticazione), sarebbe un guadagno per tutti. Basta volerlo (e, già che ci si è, è il caso di farlo costare poco).

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