Alla fine hanno beffato tutti (me compreso, ovviamente). Dall'inizio avevamo notato come quel possibile contrassegno di "Centrodestra nazionale" avrebbe immediatamente rimandato alla simbologia di An, senza nemmeno troppa fantasia, con quel "nazionale" già nel posto in cui era prima e le corde tricolori inserite più per vezzo, che per artificio grafico. Mancava la fiamma, ma la paternità del simbolo era ben chiara.
Invece poche ore fa Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni hanno tirato fuori qualcosa di diverso, come se ci si aspettasse un fante di picche e ci si trovasse scodellato un re, sia pure dello stesso seme. Nel simbolo del loro nuovo soggetto politico, infatti, sono rimaste le corde ( “Tre corde legate, una verde, una bianca e una rossa, in un nodo che non si può slegare”, ha detto lo stesso Crosetto) e la parte superiore azzurra; anche la dicitura "Centrodestra nazionale" è rimasta, ma è adagiata sottilmente sulla parte inferiore del bordo del contrassegno, nel segmento bianco. Il posto più evidente, nella parte superiore, se l'è conquistato il nuovo nome del soggetto politico, "Fratelli d'Italia", scritto con lo stesso font, su per giù, usato per il Pdl.
Forse qualcuno doveva avere notato che il termine "Nazionale", nella posizione precedente, era a rischio di bocciatura da parte del Ministero dell'Interno e il rischio da correre era decisamente troppo; forse non si voleva quella somiglianza così forte, visto che Crosetto non veniva certo da An ma non può non colpire il ragionamento possibile di La Russa & co.: non bastava il tricolore, occorreva anche mettere le mani sul primo verso dell'inno nazionale italiano. Il comportamento, in sé, è lecito, non sembra proprio che vi siano ostacoli giuridici: l'opera, in sé, si chiama Canto degli Italiani e, in ogni caso, è caduta in pubblico dominio (difficilmente Goffredo Mameli potrebbe dolersene, se non in un'improbabile seduta spiritica). La scelta, tuttavia, mostra che - forse anche su ispirazione dello stesso Crosetto - la lezione del Cavaliere e del suo staff è stata pienamente assimilata: lui, infatti, nel 1994 ha chiamato il suo movimento "Forza Italia" appropriandosi dell'esultanza calcistica dei tifosi degli azzurri (e non a caso i forzisti si facevano chiamare "azzurri", sebbene non ce ne fosse traccia nel simbolo). La Russa, Meloni e Crosetto fanno qualcosa di molto simile, rivendicando in qualche modo la propria identificazione con uno dei simboli ufficiosi della Repubblica (e, guarda caso, uno degli elementi immancabili delle partite della Nazionale di calcio e non solo).
Un rischio, piccolo o grande che sia, comunque c'è: dopo la fondazione di Forza Italia, chi non era seguace di Berlusconi ebbe vergogna o per lo meno difficoltà a pronunciare di nuovo quelle due parole, anche solo allo stadio o davanti a una partita dei mondiali. E se, a questo punto, si allargasse la schiera di coloro che hanno in antipatia l'inno di Mameli? I Fratelli, in quel caso, potrebbero assottigliarsi molto: praticamente, dei figli unici.
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Appendice del 22 dicembre
A parziale correzione di quanto già scritto, devo dare atto che più probabilmente il contrassegno ufficiale del partito non sia quello mostrato sopra, bensì uno dei due riportati qui a fianco, in particolare il secondo (è quello che effettivamente si vede nelle mani di Crosetto, della Meloni e di La Russa all'atto della presentazione).
Naturalmente, stando così le cose, non si può più dire che il font utilizzato per la dicitura "Fratelli d'Italia" sia affine a quello che è ancora utilizzato dal Pdl. Al contrario, il carattere è relativamente simile a quello usato nel contrassegno di Alleanza nazionale, come la foggia di alcune lettere dimostra agevolmente (sebbene mancasse nell'emblema di An l'ombra nera al di sotto dei caratteri).
Al più, viene spontaneo dire che è entrata pesantemente in gioco la componente del "fai-da-te", nel senso che ogni gruppo locale, in attesa del contrassegno "ufficiale", ha voluto provvedere in modo autonomo e rapido, volendo imitare il simbolo mostrato alla stampa avvicinandosi il più possibile a quell'immagine. Merito (o colpa, a seconda) dell'inventiva dei singoli e di Photoshop.
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Appendice del 22 dicembre
A parziale correzione di quanto già scritto, devo dare atto che più probabilmente il contrassegno ufficiale del partito non sia quello mostrato sopra, bensì uno dei due riportati qui a fianco, in particolare il secondo (è quello che effettivamente si vede nelle mani di Crosetto, della Meloni e di La Russa all'atto della presentazione).
Naturalmente, stando così le cose, non si può più dire che il font utilizzato per la dicitura "Fratelli d'Italia" sia affine a quello che è ancora utilizzato dal Pdl. Al contrario, il carattere è relativamente simile a quello usato nel contrassegno di Alleanza nazionale, come la foggia di alcune lettere dimostra agevolmente (sebbene mancasse nell'emblema di An l'ombra nera al di sotto dei caratteri).
Al più, viene spontaneo dire che è entrata pesantemente in gioco la componente del "fai-da-te", nel senso che ogni gruppo locale, in attesa del contrassegno "ufficiale", ha voluto provvedere in modo autonomo e rapido, volendo imitare il simbolo mostrato alla stampa avvicinandosi il più possibile a quell'immagine. Merito (o colpa, a seconda) dell'inventiva dei singoli e di Photoshop.
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