venerdì 14 dicembre 2018

Da Forza Italia a L'Altra Italia: quale simbolo (e di chi era)?

Salvo sorprese improbabili, in Italia le prossime elezioni per il rinnovo dei rappresentanti al Parlamento europeo si terranno domenica 26 maggio; tra il 7 e l'8 aprile, dunque, si dovranno depositare presso il Ministero dell'interno i contrassegni con cui le liste distingueranno le proprie candidature. Tra questi ci sarà ovviamente quello della lista di Forza Italia, anche se quasi sicuramente l'emblema conterrà un riferimento grafico a "L'Altra Italia". Se ne parla ormai da mesi e a rafforzare quest'ipotesi ci sono state, alla fine di novembre, le dichiarazioni di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia - in base alle quali alle elezioni europee ci sarà "la lista dell'Altra Italia, perché ci siamo noi di Fi e altre forze che sono alternative al governo giallo verde", con l'ambizione di rappresentare l'arco politico tra la Lega e il Pd.
Il contrassegno in questione si prospetta, già ora, molto complesso. Lo stesso Tajani ha precisato: "Già l'Udc sarà in lista con noi e avremo altre forze politiche, altri movimenti. Stiamo creando una sorta di Consulta dei movimenti, che saranno vicini a noi e ciò porterà sicuramente ad un rinnovamento di Fi anche nel simbolo". Emblema che dovrebbe contenere anche un riferimento al Ppe (anche per rendere più "confortevole" la lista per gli Udc che, in questo caso, sarebbero lontanissimi dallo sbarramento 4%) e, magari, lo stesso nome di Silvio Berlusconi, anche a prescindere da una sua eventuale candidatura (che Tajani vorrebbe, con conseguente e scontata elezione, anche in considerazione del fatto che al momento il fondatore di Forza Italia non occupa alcun seggio).
Unica altra certezza è che la bandierina tricolore di Forza Italia dovrà esserci per forza. Da una parte, infatti, avrebbe poco senso disperdere il potere catalizzatore di quel simbolo che, pur appannato rispetto al passato, non ha esaurito la sua potenza grafica; dall'altra, è proprio in virtù del simbolo di Forza Italia che la lista potrebbe essere presentata senza raccogliere firme (a meno che in questi quattro mesi scarsi Berlusconi e i suoi si impegnino in una fortissima campagna di lancio di un nuovo soggetto politico e cambino il nome ai loro gruppi parlamentari alle Camere, avvalendosi di quell'esenzione: ipotesi possibile, ma poco probabile).
Il vero punto delicato, dunque, è costituito - di nuovo - da "L'Altra Italia". Un nome che circola con insistenza da molti mesi, evocato più volte ormai dal 2015 nei discorsi di Berlusconi, Tajani e che nei mesi scorsi sembrava interessare molto anche a Nunzia De Girolamo. Eppure qualcuno, sempre in area forzista, un nome molto simile l'aveva già adottato ancora prima e l'ha persino depositato: spulciando il database dell'Ufficio italiano brevetti e marchi, infatti, si trova Un'altra Italia, un marchio depositato a giugno del 2012 e registrato a gennaio del 2013. "Il marchio - così si legge nella descrizione contenuta nella domanda di marchio - consiste nella denominazione 'un'altra Italia" scritta in carattere stampato minuscolo su due righe sovrapposte sulla parte bassa della denominazione e rappresentata in forma stilizzata una collina con un sole che sorge". 
In effetti nel disegno allegato alla domanda questa parte grafica non si legge bene, ma è più interessante un altro riferimento: quello del titolare, Stefano Giovanni Maullu. Lui, già consigliere e assessore regionale di Forza italia, del Pdl e poi ancora di Forza Italia, nel 2014 è stato eletto sotto il simbolo forzista al Parlamento europeo. In Rete c'è traccia di almeno un evento - il Forum assembleare delle associazioni Agorà Liberi e Forti - in cui tra i relatori c'è Maullu in rappresentanza di "Un'altra Italia - Milano"; sulla locandina, tra i loghi degli organizzatori, c'è anche quello di Un'altra Italia, stavolta a colori, effettivamente con il sole che sorge dietro alcune colline e con la parola "Italia" scritta con lo stesso carattere Helvetica che ha caratterizzato tanto Forza Italia, quanto il Pdl allora attivo. Anche per questo, non sembra del tutto assurdo che qualcuno nell'entourage berlusconiano abbia pensato davvero a L'Altra Italia, anche se l'etichetta circola da troppo tempo e agli occhi degli elettori potrebbe sembrare già vecchia. 
Giusto alla fine di novembre, peraltro, Maullu ha lasciato Forza Italia e ha traslocato in Fratelli d'Italia: per lui il partito aveva accumulato troppi errori e non c'era una nuova leadership credibile, per cui Forza Italia aveva perso "la sua spinta e bellezza originaria e [...] la capacità di saper interpretare il presente con tutti i suoi rapidi mutamenti, per immaginare e costruire un futuro migliore". Con la convinzione che non basti "cambiare il simbolo alle prossime elezioni europee per mutare il senso profondo dell'azione politica", Maullu ha ritenuto di continuare il suo percorso in Fratelli d'Italia, "partito con grande tradizione e voglia di guardare al futuro, che rispecchia pienamente la mia visione del mondo e ciò in cui credo, ma soprattutto che può dare concrete risposte ai grandi problemi che affliggono il nostro tempo e la nostra società". Maullu avrebbe potuto tentare di rivendicare il proprio preuso di una denominazione simile a quella che in questi giorni circola (c'è chi ha alzato la voce per molto, molto meno); ha preferito andarsene altrove, quindi è probabile che non si opporrà a un riferimento a "L'Altra Italia" nel simbolo forzista. Ed è molto, molto probabile che l'eventuale grafica non somiglierà affatto a quella usata da Maullu. 

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