Le voci si rincorrevano da settimane, tutto sembrava pronto da tempo, probabilmente alcuni dettagli erano da sistemare. Poi ieri, con una mail ricevuta dagli iscritti al Partito radicale, l'annuncio ufficiale. La rosa nel pugno, storico simbolo nato in Francia come legato al socialismo e in Italia adottato dagli anni '70 dal Partito radicale, si prepara a tornare su un contrassegno alle prossime elezioni europee: il progetto politico che lo adotterà, denominato Stati Uniti d'Europa, è stato promosso dal Partito socialista italiano guidato da Riccardo Nencini e dalla Lista Marco Pannella (presieduta da Maurizio Turco e di cui sono parte anche Aurelio Candido, Rita Bernardini e Laura Arconti). Accanto ai due fondatori - i cui principali esponenti hanno formalizzato nei giorni scorsi dal notaio la nascita del soggetto - dovrebbero trovare posto anche "associazioni e movimenti democratici", nonché esperienze civiche.
Nella nota si legge che quest'iniziativa politica avrà al centro "il rilancio del progetto dell'Europa federalista, unica alternativa sia all'Unione Europea intergovernativa che all'Unione Europea dei nazionalismi politici e dei protezionismi economici". Alla base dell'idea ci sono innanzitutto considerazioni storiche, per cui il documento va alle radici degli Stati Uniti d'Europa: "Il nazionalismo e il protezionismo furono all'origine della prima guerra mondiale e poi dell'affermazione in 16 degli attuali 27 paesi europei di governi totalitari nazifascisti, mentre la Russia sperimentava il regime totalitario comunista. Durante la lunga notte del totalitarismo, alcuni confinati a Ventotene, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, ed Eugenio Colorni dalla clandestinità, scrissero il Manifesto di Ventotene per gli Stati Uniti d'Europa. Senza dimenticare l'impegno, tra i tanti, di Luigi Einaudi, Ignazio Silone, Saragat, Nenni, Pertini e Craxi".
Prosegue il comunicato nel ricordare che "la prima liberazione dai regimi nazifascisti europei vide personaggi come Churchill auspicare gli Stati Uniti d'Europa. Ma fu Alcide De Gasperi che, da Primo Ministro, tentò di creare l'esercito europeo, primo nucleo verso la federazione europea, e alla sua morte fu Pietro Nenni che ne proseguì l'iniziativa mentre Altiero Spinelli si prodigava nell'impegno federalista, prima collaborando con De Gasperi e Nenni, poi da commissario europeo, in seguito da deputato europeo. Lotta proseguita infine da Marco Pannella". Proprio lui, che si è ostinato - in senso buono - a citare Rossi e Spinelli per tutta la sua vita, rimanendo sostanzialmente l'unico a farlo sulla scena politica italiana, è stato il più convinto sostenitore della necessità di avere un'Europa profondamente diversa, autenticamente federalista e non un soggetto "a metà del guado" come quello che da anni si sperimenta.
Certo, rispetto agli anni precedenti e anche al tempo in cui lo stesso Pannella ci ha lasciato (sono già passati due anni e mezzo...), il clima sembra decisamente aggravato: "È un grave pericolo - si legge ancora nella nota - ripercorrere la via sovranista, nazionalista e protezionista: sappiamo già come è andata a finire. Oggi è necessario prevenirla con la creazione degli stati Uniti d'Europa. La risposta non è quella di armarci ma di disarmarli". Strumento di disarmo potrebbe essere proprio la lista Stati Uniti d'Europa, costituita perché "rilanci i progetti dei padri fondatori, troppo presto abbandonati, si schieri contro l'Internazionale nera, coinvolga liberali, socialisti, radicali, popolari per costruire una nuova Europa". E queste battaglie dovrebbero essere condotte proprio sotto le insegne della rosa nel pugno, "che ha caratterizzato le lotte civili e sociali liberali, socialiste, radicali negli scorsi decenni".
L'ultima volta che l'emblema disegnato da Marc Bonnet era arrivato nella sua interezza sulle bacheche del Viminale era datata 2009: in quell'anno il Partito radicale nonviolento transnazionale transpartito, pur non volendo concorrere alle elezioni europee (anche perché, da statuto, " in quanto tale e con il proprio simbolo non si presenta a competizioni elettorali"), scelse comunque di depositare il proprio emblema storico - e non quello di Paolo Budassi con l'immagine di Gandhi - prima del voto, come testimonianza della propria esistenza, del desiderio di far sentire la propria voce prima delle europee e anche per evitare che qualcun altro avesse l'idea di utilizzare la stessa immagine.
Per trovare lo stesso segno grafico sulle schede elettorali a livello nazionale, invece, occorre tornare al 2006 (nel 2013 la Lista Amnistia giustizia libertà aveva soltanto la corolla del fiore) e a un'esperienza che in qualche modo si pone come antecedente diretto della lista Stati Uniti d'Europa, sia pure con uno sguardo tutto rivolto all'interno: il riferimento è alle liste denominate La Rosa nel Pugno - Laici socialisti liberali radicali, omonime dell'associazione costituita il 7 dicembre 2005 da due rappresentanti dei Socialisti democratici italiani (Rapisardo Antinucci e Giuseppe Albertini) e altri due designati dalla Lista Marco Pannella (Maurizio Turco e Maria Cecilia Angioletti), anche se politicamente e giornalisticamente a promuovere la costituzione del progetto politico furono i Radicali italiani, allora guidati da Daniele Capezzone.
L'idea, com'è noto, era di riunire sotto lo stesso emblema la forza che si riteneva più vicina al socialismo in Italia (c'erano anche i Ds, ma avevano altri orizzonti e lo Sdi aveva appunto rifiutato l'idea di una lista unitaria con loro) e l'area che concretamente in Italia aveva utilizzato un simbolo che altrove era identificato come socialista. L'esperimento, in realtà, non andò benissimo: oltre alle difficoltà create dalla nuova legge elettorale (che di fatto esentò dalla raccolta firme praticamente tutte le forze politiche allora presenti in Parlamento, tranne la Rosa nel Pugno rappresentata dallo Sdi), la lista non andò oltre il 2,6% alla Camera e rimase addirittura fuori dal Senato, nonostante un lungo braccio di ferro sull'interpretazione delle nuove disposizioni elettorali; nel 2008, quando la XV legislatura finì e si dovette tornare al voto, l'area radicale non presentò liste e si limitò a candidare e far eleggere alcuni esponenti nelle liste del Pd.
Tornando alle elezioni del 2006, il simbolo della rose au poing fu concesso in uso esclusivo alla nuova associazione dal Partito radicale (nonviolento transnazionale transpartito) fino alla fine del 2011, così da permetterle di presentare liste e agire con quelle insegne. Per quanto se ne sa, anche questa volta è stata seguita la strada della concessione da parte del soggetto titolare, che però dal 2011 non è più il Prntt, ma proprio la Lista Pannella, cui in quell'anno gli emblemi erano stati ceduti (a fronte del sostegno economico prolungato assicurato da questa al Prntt). Sul piano cromatico, ammesso che quella divulgata sia la versione definitiva (senza la presenza di stelle o altri segni), i colori ricordano molto quelli della Lista Bonino e della stessa Amnistia giustizia libertà, con il giallo scuro liberal-radicale sul fondo e il blu che tingeva la fascia stellata del simbolo (mentre ora si è ridotto al solo contorno).
Naturalmente la presentazione di liste con l'emblema Stati Uniti d'Europa non sarà facile, considerando che in ogni regione dovranno essere raccolte almeno 30mila firme e in ciascuna regione ne dovranno essere autenticate almeno 3mila: l'impegno sarà arduo, ma non irraggiungibile. Anche per questo, probabilmente, qualcuno tra gli aderenti a Radicali italiani e a +Europa - che alle europee potrà presentare liste senza firme, visto che alle ultime politiche tecnicamente ha presentato candidature col suo simbolo e ha ottenuto almeno un eletto - ha accolto negativamente il progetto di Stati Uniti d'Europa, ritenendo che sia nato "allo scopo di danneggiare +Europa". A sostenerlo è Valerio Federico, già tesoriere di Radicali italiani: sul suo account di Facebook ha ricordato che la nuova associazione "nasce da chi ha ritenuto intollerabile la partecipazione dei Radicali e di +Europa ad elezioni truffaldine in un Paese non democratico. Paese che oggi, evidentemente, o è tornato democratico, o presenta l'occasione di indebolire +Europa e la sua iniziativa di contrasto a nazionalisti e sovranisti per gli Stati Uniti d'Europa". La lista, insomma, incontra ostacoli già ai primi vagiti: nessuno può dire come andrà a finire, ma il cammino appare davvero arduo, anche perché lo sbarramento del 4% è lontano per tutti (anche per +Europa).
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