venerdì 28 dicembre 2018

Di chi è il Popolo partite Iva?

Giusto pochi giorni fa, il leader del Partito pensiero azione - Ppa, Antonio Piarulli, aveva messo in guardia altri soggetti politici, annunciando reazioni se costoro avessero aggiunto all'interno del loro simbolo un riferimento al Popolo partite Iva, identico o simile a quello con cui il Ppa ha corso alle elezioni di marzo. Viene allora spontaneo domandarsi come quel riferimento sia finito su quel contrassegno, giusto per capire se per caso qualcuno potrebbe salvarsi dal monito del movimento di Piarulli.
Basta uno sguardo abbastanza veloce in Rete per scoprire che quella scritta non era affatto casuale: il Movimento politico Popolo partite Iva, infatti, esiste addirittura dal 2015. Lo presiede Lino Ricchiuti, il vicepresidente è Paolo Sabbioni, mentre il segretario è Giuseppe Cipponeri. Sul loro sito presentano i loro caratteri fondamentali in poche righe, pregne di amarezza e rabbia: 
Siamo persone comuni che amano il proprio Paese e che non ci stanno più ad accettare una Nazione allo sbando in mano ad un manipolo di corrotti che, anziché governare per il benessere e la prosperità del Popolo, pensano esclusivamente ai propri interessi e a quelli dei loro amici. Individui che non hanno esitato a svendere questo Paese e a cederne la sovranità monetaria prima e quella politica poi. Siamo donne e uomini che hanno dato tutta la propria vita per creare aziende, posti di lavoro, ricchezza; siamo quelli che hanno creato il Made in Italy di cui tanto si riempiono la bocca i nostri "politici", ma che quotidianamente distruggono. Siamo persone che hanno deciso di ribellarsi a questo sistema che ci stritola, ci dissangua, ci spreme e poi ci getta via. Lo dobbiamo ai nostri Padri che hanno combattuto per lasciarci la libertà, lo dobbiamo ai nostri coniugi che hanno sofferto con noi ma, soprattutto, lo dobbiamo ai nostri figli e nipoti che hanno in noi l’ultimo baluardo per un futuro sereno da persone libere, da cittadini che hanno doveri ma soprattutto diritti. Siamo stanchi di essere il BANCOMAT di personaggi arroganti, incompetenti e corrotti. Stanchi di essere schiavi dei poteri occulti che tutto fanno tranne che gli interessi della Nazione.
La storia del Popolo partite Iva sarebbe iniziata, in base a quanto racconta Ricchiuti - pugliese e ovviamente appartenente al novero dei titolari di Partita Iva da oltre vent'anni - dopo alcune disavventure personali con Equitalia (alla fine del 2010 gli avvisò di aver ipotecato la casa per non avere assolto per intero i suoi debiti con il fisco): nel 2011 da quell'esperienza - e dal sostegno insperato di centinaia di persone su Facebook - nacque l'associazione politica Italia libera (presieduta dallo stesso Ricchiuti), poi evolutasi in "Lista civica nazionale". La querelle di Ricchiuti con il fisco è proseguita a lungo, sfociando anche in procedimenti penali (avviati da lui con denunce o subiti per altri mancati pagamenti) e culminando in un emendamento da lui preparato per il "decreto depenalizzazioni" ("trasformare in illecito amministrativo il reato di omesso versamento I.N.P.S. delle ritenute previdenziali, purché non ecceda il limite complessivo di 10.000 euro annui"), poi entrato nella legge delega n. 67/2014 ("ma senza decreto attuativo!", si lamenta, almeno fino al 2015, quando il provvedimento è finalmente arrivato, sia pure ampiamente fuori tempo massimo e dopo un'audizione dello stesso Ricchiuti a Palazzo Chigi). Quell'esperienza per lui è stata importante: "in soli 3 mesi si era riusciti a cambiare una legge che era in vigore dal 1983 e che aveva mietuto una valanga di vittime tra piccoli imprenditori", per cui occorreva fare "buona politica" ed "essere rappresentati seriamente".
Dopo una manifestazione all'inizio del 2014 ("oltre 50.000 cittadini si recano presso le caserme dei carabinieri in tutta Italia per denunciare i governi degli ultimi anni per istigazione al suicidio"), Ricchiuti ricevette la proposta di candidatura alle elezioni europee con la lista del partito Io cambio (che in quell'occasione poté presentarsi in tutt'Italia senza firme grazie all'alleanza con il Maie, rappresentato in Parlamento); archiviata la parentesi elettorale, riprese le sue battaglie "per la chiusura di Equitalia , l'abolizione degli studi di settore , del Durc per le micro imprese, l'azzeramento della banca dati CRIF e soprattutto la proposta di sanatoria fiscale per famiglie e piccole imprese, autonomi e artigiani".
Alla politica, in qualche modo, è tornato poco dopo: l'11 settembre 2014 è stato ascoltato in un'audizione dalla Commissione finanze al Senato e poco dopo, con altre persone, ha scelto di fondare il Movimento politico nazionale del Popolo partite Iva: in aprile, l'anno dopo, ha reso pubblica la disponibilità del gruppo politico a candidarsi a sostegno di vari aspiranti presidenti della Puglia e lui stesso è stato inserito nella lista Puglia nazionale in appoggio ad Adriana Poli Bortone (41 voti nella circoscrizione di Barletta-Andria-Trani, 430 alla lista, dopo una campagna elettorale in cui "sia sui volantini che nelle interviste io non accennavo quasi mai al nome della lista civica Puglia Nazionale, bensì nominavo Popolo Partite Iva"). 
Nell'emblema del movimento politico - di cui il 5 dicembre, in occasione del primo congresso, Ricchiuti è diventato presidente - c'è l'Italia gialla con le regioni già usata da Italia libera, solo un po' rimpicciolita e stretta da un cerchio umano color dell'iride, volto a rappresentare gli "autonomi e lavoratori uniti" indicati all'interno del simbolo; a racchiudere tutto, una corona tricolore un po' curvilinea, piccolo lacerto del tricolore di fondo del movimento originario.  
Dopo varie iniziative (compresa la collaborazione con l'associazione Avvocato in famiglia per la creazione di uno sportello legale gratuito, "Il muro di gomma", per le azioni contro banche, finanziarie ed Equitalia), il movimento ha preso a radicarsi in varie parti d'Italia, mentre Ricchiuti è stato intervistato più volte dai media (soprattutto dal Giornale) e ospitato in trasmissioni televisive (specie Matrix).



Il 20 aprile, sulla pagina Fb del movimento, Ricchiuti ha presentato il nuovo simbolo: "il vecchio logo - ha scritto - va nei nostri cuori, oggi pubblichiamo il nuovo mentre la prossima settimana presenteremo la piattaforma che verrà messa a disposizione per tutti i contribuenti in difficoltà con Banche, Finanziarie, Equitalia e con altri servizi quali operazioni di microcredito e CAF, sarà anche occasione di lavoro per molti che vorranno aprire uno sportello nel proprio comune o inserirla in un proprio studio o agenzia". Nel nuovo emblema, tutto diverso rispetto al primo, il nome è su una sorta di medaglia o placca distintiva, con tanto di "coda" tricolore, mentre sono stati inseriti i riferimenti a varie categorie chiamate a fare "fronte comune": i piccoli imprenditori, i liberi professionisti, gli agenti di commercio, i commercianti, gli artigiani e gli ambulanti.
Nel frattempo, però, all'inizio di gennaio il Popolo partite Iva (lo si cita per intero, perché l'abbreviazione Ppi ha una storia ben diversa, da non confondere) aveva concorso al deposito presso il Ministero dell'interno del contrassegno composito con il Ppa, di cui si diceva all'inizio. Il 4 marzo, tuttavia, è apparso sul sito del Popolo partite Iva un testo di Ricchiuti non proprio positivo: "Nella prima settimana di Gennaio abbiamo avuto un dialogo con i vertici di un movimento denominato PPA- Pensiero e Azione dove, se anche in questo caso avremmo dovuto fare il grosso del lavoro, aveva la bontà di non dover raccogliere le firme come ampiamente spiegato nel video di presentazione [punto sul quale peraltro i dubbi non mancano, ndb]". La ricerca di candidati per poter presentare le liste in tutta l'Italia, tuttavia, non ha dato buoni frutti, soprattutto per l'impossibilità di rispettare i requisiti richiesti dalle quote di genere, per cui "Abbiamo dovuto prendere la decisione anche per tutelare tutti i nostri colleghi e colleghe che avevano aderito, producendo tutta la modulistica necessaria ritirare tutti i candidati in quota al nostro movimento". Ringraziando tutti coloro che comunque avevano dato il loro contributo, Ricchiuti si è assunto la responsabilità "di non essere riuscito a far capire che ci sono delle volte in cui è possibile fare comunità sui social, altri invece in cui bisogna sporcarsi le mani, metterci la faccia e buttarsi nell'arena", ha comunque rivendicato i risultati raggiunti fino a quel momento e ha annunciato che le battaglie sarebbero proseguite: "Se si dovesse andare a nuove elezioni nel giro di pochi mesi, cercheremo questa volta di non ripetere gli stessi errori e di farci trovare più preparati. Il Ppi riprende la sua corsa anche se 'feriti', ma siamo partite Iva, siamo abituati a rialzarci; certo, non posso negare che fa male, ma l'alternativa, cioè restare per terra, sarebbe peggio".
I rapporti con la politica, tuttavia, sono proseguiti: il 7 dicembre, infatti, è stato annunciato in una conferenza stampa alla Camera il patto federativo tra il Popolo partite Iva e Fratelli d’Italia, per cui "tutti gli emendamenti da presentare nelle commissioni o in aula che riguardano il mondo delle partite Iva" dovranno essere discussi e concordati tra i due soggetti politici: per Ricchiuti si tratta di "una azione basata sulla sostanza", perché "a noi interessa che i punti programmatici per cui ci siamo sempre battuti possano tramutarsi in proposte di legge ed emendamenti e per fare questo occorrono gli uffici legislativi". Al di là di questa collaborazione, sul piano elettorale Ricchiuti precisa che alle consultazioni europee e regionali "se avremo nostri candidati che se la sentiranno di concorrere, li proporremo a Fdi, lo prevede il patto federativo; in ogni caso questi candidati 'prestati' a Fdi risponderanno sempre e solo al Ppi". Sul piano interno, poi, il presidente ha annunciato che "in vista del congresso che si terrà nei primi 2 mesi del 2019 e avrà anche il compito di riorganizzare territorialmente il movimento Popolo Partite, Iva tutte le nomine regionali e locali sono revocate a far data dal 8 Dicembre 2018".
A questo punto, la coincidenza di date è significativa: proprio l'8 dicembre sul sito del Ppa è apparso il monito di Piarulli, in base al quale, a fronte della presentazione e ammissione del contrassegno composito del Ppa e del Popolo partite Iva, alla segreteria del Ppa "pare palese che nessun altro soggetto possa utilizzare la dizione 'Popolo partite Iva', inserita in un logo o simbolo a fini elettorali" e, sulla base dell'iscrizione del Ppa nel Registro dei partiti, essa si riservava "ogni azione nei riguardi di coloro che, agendo impropriamente, ci arrecassero nocumento". Salvo errore, è possibile che la scelta del Popolo delle partite Iva non sia stata gradita al Ppa e che questo voglia evitare che la stessa dicitura appaia in altri emblemi in futuro, presentati da Ricchiuti, da Fratelli d'Italia o da altri soggetti.
Di certo, quella dicitura non fa parte dell'emblema allegato allo statuto del Ppa in sede di registrazione del partito (facile verificarlo); di più, se si guarda nel sito dedicato alle elezioni trasparenti, al link della "dichiarazione di trasparenza" risulta soltanto la dichiarazione di Proiezione italia (presente in "pulce" nel contrassegno composito), senza nemmeno lo statuto del Ppa pubblicato in Gazzetta ufficiale (non sarà stato depositato o sarà stata una dimenticanza del Viminale?). In sostanza, quello che per Ricchiuti è il nome del suo movimento politico, per Piarulli sembra essere una denominazione incamerata dal Ppa: contenzioso all'orizzonte?

1 commento:

  1. con sentenza del tribunale di Roma, si conferma inequivocabilmente che il simbolo PPA - Popolo partite iva è del PPA. Nessun altro soggetto potrà fare uso della dizione popolo partite iva. Sentenza del 16/10/2019. Cordialità

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